-Signorina-
-Signorina si svegli, siamo atterrati, siamo in America!- aprì gli occhi e mi ritovai a fissare una delle tante hostes con il rossetto a sottolineare un enorme sorriso e ad aumentare la bellezza del suo corpo minuto e fasciato nella divisa.
-Ah, sì, scusi, ora scendo- dissi farfugliando e trasciando le mie valigie giù dall'aereo.
L'aereoporto di Los Angeles era enorme, molto più grande di quello di Malpensa da cui ero partita.
Mi guardai intorno in cerca della signora Dolan, la donna che aveva dato la disponibilità per ospitarmi; notai sulla sinistra una donna con in mano un cartello con sopra scritto "Beatrice Mirelli".
Mentre mi avvicinavo la osservai attentamente: era bella, sulla cinquantina, portava i capelli raccolti in una coda di cavallo e aveva un sorriso rassicurante stampato sulle labbra. Al suo fianco c'era una ragazza alta più o meno quanto lei, capelli e occhi castani, il viso delicato e le guance rosa, dimostrava circa 17 anni.-Carissima, che piacere conoscerti!- disse la signora stringendomi in un caloroso abbraccio, simile a quello di mamma.
-Piacere di conoscerla signora, io sono ehm.... bhe vedo che sa già il mio nome- sorrisi imbarazzata indicando il cartello con il mio nome che teneva in mano.
-Eh già cara! Forza, andiamo a prendere le tue valigie, dovrebbero essere arrivate al nastro.... ah giusto, lei è Cameron, la mia figlia maggiore- spiegò la donna indicando la ragazza.
Le strinsi le mano e lei mi rivolse un sorriso a 32 denti, rivolgendomi qualche parola di benvenuto.
-Mamma andiamo a prendere le valigie di Beatrice, sarà affaticata dal viaggio e vorrà riposare, portiamola a casa!-
La signora Dolan, che scoprì poi si chiamasse Lisa, si battè il palmo della mano sulla fronte e incoraggiò me e Cameron ad avvicinarci al nastro.
Recuperammo le valigie nel giro di pochi minuti e poi mi scortarono fino ad una jeep. Rimasi a bocca aperta, dovevano avere molti soldi!
Il viaggio non durò più di 20 minuti, in cui Cameron non fece altro che parlare dei suoi progetti futuri per il college, informarmi delle mode di vestiario in America e di quanto fosse buono Starbucks.
Mentre parlava la osservavo, ammiravo in silenzio il suo accento perfetto, l'accento americano, che mi aveva sempre affascianto; averei lasciato che parlasse per ore.-Cameron aiuta Beatrice a scaricare le sue valigie e mostrale la sua stanza, devo andare un attimo dai vicini-
- Ok mamma, dai vieni Bea!- esordì e io la seguii portando con me più valigie di quanto in realtà potessi portarne.
Avevo un borsone che mi impediva la visuale sulla strada che stavo percorrendo, perciò non vidi il gradino che si trovava davanti a me e sarei caduta se qualcuno davanti a me non mi avesse fermata.
Alzai lo sguardo a notai che era un ragazzo, più o meno della mia età; aveva i capelli e gli occhi castani e la conformazione della faccia simile a quella di Cameron,perciò intuì che fosse suo fratello. Niente male il ragazzo. No Beatrice, non iniziamo male, non sai neanche il suo nome.-Ciao, io sono Ethan- disse sorridendo il ragazzo, mostrando tutti e 32 i denti.
-Beh, hem , cioè io...-
-Lei è Beatrice- concluse Cameron per me, che solo ora mi accorsi si trovasse nella stessa stanza. Wow Bea complimenti, bel modo di cominciare.----------
Twitter: @CTaccani se volete chiedermi qualcosa❤
Grazie per aver letto questo capitolo!
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Sibilings || Dolan Twins (IN PAUSA)
FanfictionAvevo appena infranto una delle sue regole, "non pensare a me"; Ora cosa mi avrebbe impedito di infrangere anche tutte le altre? - L'acqua scorreva calda sul mio corpo mentre mi sfregavo energicamente con la spugna, cercando, inutilmente, di toglier...