Capitolo 3 - Ethan & Grayson

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-Beh è un vero piacere conoscerti Beatrice!- rispose Ethan continuando a sorridere, wow.
-Il piacere è tutto mio- risposi, tendendogli la mano in modo che me la stringesse, ma con quel gesto feci scivolare la borsa che era appesa al mio braccio, che fece a sua volta scivolare il sacchetto che avevo in mano. So di non essere una scienziata o un genio ma sono sicura che il numero di figuracce aumenta in presenza di bei ragazzi.
Comunque Ethan non si mise a ridere e non mi schernì, semplicemente si abbassò e raccolse da terra ciò che mi era caduto, per poi farmi segno di seguirlo.
Cameron ci osservava sogghignando, e non potei fare a meno di lanciarle un'occhiataccia, che la fece solo ridere di più.
Con l'aiuto di Ethan portai tutti i miei bagagli nella mia stanza. Mentre appoggiavo e sistemavo le mie cose nell armadio, mi guardai intorno. La stanza era stata ridipinta da poco, le pareti coloro lilla erano immacolate. Il letto, enorme, dominava al centro della stanza, e vicino ad esso un armadio di mogano, anche esso grandissimo, che ora era stato riempito con i miei vestiti. Non c'era molto altro, se non un comodino, un mobiletto contro la parete e una finestra.
-Mamma era molto eccitata per il tuo arrivo, infatti ha costretto papà a ripidipingere la camera, visto che secondo lei il colore giallo che aveva prima era deprimente-
Disse Ethan alle mie spalle. Mi ero completamente dimenticata che fosse lì, diamine ho l'attenzione di un bambino di due anni.
-Oh no, non si sarebbe dovuto disturbare, mi piace il giallo-
Risposi, sentendomi subito un'idiota, che risposta era?
-Beh, naturalmemte anche il lilla mi piace-
Ethan sorrise nuovamente e la temperatura nella stanza si alzò di almeno 10 gradi.
-Hai un accento davvero adorabile, sai?-
-Grazie, ma sappi che morirei per avere il vostro accento, è troppo sexy-
Oddio cosa avevo appena detto? Mi portai una mano alla bocca per tapparla, e arrossì nuovamente.

-Hahahaha beh credo che sentirai spesso questo accento d'ora in poi... ti va di mangiare qualcosa, hai fame percaso?-
-Oh si perfavore, non mangio da un secolo!-
Risposi e lo ringraziai mentalmente per aver cambiato discorso, sono una persona davvero imbarazzante.
-Allora Beatrice, abbiamo dei muffins, oppure c'è del gelato, o se vuoi vado a prendere le patatine- mi disse Ethan appena entrammo in cucina.

-Ethan, ma sei serio? Il suo primo spuntino in America non può essere a base di patatine o gelato!- disse Cameron entrando in cucina.

-Beh sentiamo genio, la faccio morire di fame allora?-
Cameron stava per ribattere e capiì che se non fossi intervenuta si sarebbero messi a litigare.
-Hey non litigate, ho un'idea! Sapete, in Italia non abbiamo Starbucks e muoio dalla voglia di andarci... cosa ne dite?-

I due mi guardarono come per dire "non sei mai andata da starbucks?!" ma poi si ricomposero e si sorrisero.
-Tesoro, sei già una americana con i fiocchi- rise Cam, seguita da Ethan
-Forza preparatevi, io vado a prendere la macchina!- cinguettò la ragazza, ed io e quel figo di suo fratello ci dirigemmo verso le nostre stanze.

Ero pronta e mi stavo dirigendo all'ingresso quando sentiì dei colpi secchi provenire da una delle camere vicine.
Oltre ad essere imbarazzante, ero anche maledettamente curiosa, perciò decisi di andare a dare un occhiata.

La porta era accostata, perciò guardai dentro. Un ragazzo delle stessa corporatura di Ethan tirava pugni ad una sacca da boxe con molta violenza.

Il ragazzo era a petto nudo, e ad ogni colpo vedevo i suoi muscolo flettersi per lo sforzo. Era bagnato dal sudore, ma non sembrava stanco.

Ero rimasta imbambolata, perciò quando la mano di Ethan mi raggiunse avvolgendo la mia vita con le sue braccia sussultai visibilmente.

Mi voltai versi di lui, pensando di trovare un sorriso di scherno sul suo viso, ma mi sbagliai. Aveva le sopracciglia aggrottate e sembrava turbato. Mi fece segno di non parlare mettendosi un dito davanti alle labbra e poi mi portò via. Quando fummo abbastanza lontani dalla quella stanza, mi girò verso sè. Si passò con fare frustrato una mano sul viso e mi incoraggiò ad uscire di casa, senza dire una parola.

-Chi era?- chiesì mentre andavamo verso la macchina.
-Mio fratello gemello-
-Gli da fastidio essere disturbato quando è concentrato?-
-Qualcosa del genere-
-E come si chiama?-
Ethan, che mentre parlavamo guardava dritto davanti a sè, in quel momento si girò a guardarmi
-Grayson-
Grayson.

Sibilings || Dolan Twins (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora