Capitolo 13 - First Kiss

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I miei piedi si alternavano velocemente uno davanti all'altro, cercando di stare al passo di Beatrice ormai da quasi tutto il viaggio.

Purtroppo mamma aveva dovuto portare Cameron dal dentista che era dall'altra parte della città, perciò ci era toccata una lunga camminata di mezzora fino a casa, fortunatamente quasi terminata, dato che da lontano potevo già scorgere la casa.

-Hey mi vuoi aspettare?- chiesi alla ragazza, facendola voltare verso di me e rallentare.

Allora lei si sistemò i capelli con un gesto frustrato della mano e si fermò. Le sue sopracciglia corrugate mi dicevano che qualcosa non andava.

-Cos'hai?- chiesi, guardandola stranito -È successo qualcosa in presidenza?- insistetti poi, preoccupato.

Fu allora che notai le piccole lacrime ai lati dei suoi occhi, che probabilmente stava tentando con tutte le sue forze di trattenere.

-Lo vuoi sapere Ethan? Il tuo caro preside "ramanzina e via" non è esattamente il tipo di preside che mi ha ricevuto oggi- sbottò lei, facendomi fare un passo indietro.
-Anzi tutt'altro! Per non parlare del fatto che il tuo gemello ha il potere di fargli fare quello che vuole a quanto pare, dato che lo ha convinto che io debba fare il suo tutor per le prossime due fottute settimane- sputò acida, puntandomi un dito contro il petto e facendomi vibrare di rabbia quando apposta sottolineò il legame di parentela che avevo con quel coglione di mio fratello.

-Beh mi dispiace, ma sinceramente non vedo in che modo questo possa essere colpa mia e non capisco perchè devi trattarmi in questo modo- ribattei cercando di contenere la mia calma.

-Non lo è infatti, sai invece cos'è colpa tua? Non saper aspettare per cinque minuti. Come hai potuto lasciarmi lì da sola? Sapevi che quando io e Grayson saremmo usciti dall'ufficio del preside ci saremmo stati solo io e lui e sai bene come mi tratta. Perchè te ne sei andato? Eri una delle poche persone che mi danno sicurezza-

Forse i suoi occhi che non tentavano più di nascondere le lacrime, forse il suo sguado, oppure il tono deluso nella sua voce; non so esattamente quale di questi elementi fu la causa, ma dentro di me qualcosa si ruppe.

L' avevo delusa, e, mentre lei si rigirò e continuò a camminare più veloce di prima, io non riuscivo ne a muovermi ne a pensare a qualcosa di peggiore in quel momento che vederla triste a causa mia.

Se solo avesse saputo cosa avevo dovuto fare in quei pochi ma essenziali minuti avrebbe capito, ma non poteva saperlo.

Lo spazio tra me e Beatrice aumentava sempre di più, e dopo qualche minuto la vidi raggiungere il cancello della casa ed entrare nel giardino, per poi sparire dalla mia vista.

Mentre continuavo a camminare, iniziai finalmente ad elaborare ciò che Bea mia aveva detto: Grayson era riuscito a vendicarsi per il brutto scherzo della mensa, non aveva intenzione di dargliela vinta.

Il tuo gemello.

Queste parole mi rimbombavano in testa.
Il mio gemello, mio fratello gemello.

Vedevo in giro i fratelli e come si comporravano tra di loro, e non assomigliavano per niente a me e lui; litigavano, a volte si picchiavano, ma lo facevano per scherzo molte delle volte, e ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altro.

Il rapporto che c'era tra me e Grayson era diverso; Ci evitavamo il più possibile,giocavamo a chi infastidiva più l'altro nel modo più indiretto possibile, e lo facevamo perchè sapevamo come sarebbe andata a finire se avessimo iniziato a considerarci davvero; non bene.

Ma lui ora aveva tirato troppo la corda, Beatrice non era un gioco per me, come invece sembrava esserlo per lui.

Finalmente arrivai anche io al cancello di casa mia, e aprendolo notai la porta accostata del garage, che poteva significare solo una cosa;
Grayson era lì.

Sibilings || Dolan Twins (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora