Cap. 8

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《MALEDIZIONE.》Si guardò attorno cercando quel farabutto che ancora gli dovette dei soldi. Rovistò dapperttuto, in camera delle figlie, in camera sua, in cucina; ma niente. Sparito completamente. Era davvero furbo quel maledetto imprenditore nautico. Furbo per avergli fregato dei soldi, per essere scappato e soprattutto per aver nascosto sua figlia. Alejandro era davvero astuto, DomKing dovette riconoscerlo.
'Ma prima o poi lo ucciderò quel figlio di puttana. Come ho fatto con sua moglie e la più piccola.' Il mafioso sghignazzò tra sé e sé.  DomKing era nella villa inabitata dei Cabello. Lo stava tenendo d'occhio ormai da un anno e mezzo e Alejandro seppe il momento giusto per scappare e portare al sicuro la figlia più grande. L'uomo, alto, piazzato, con la barba ben curata e folta era uno degli uomini più ricercati e temuti al mondo. Era lì in piedi, insieme a quattro dei suoi scagnozzi più fidati. Il quinto, Gin, era il suo più fidato collaboratore e braccio destro. Tirando a calci i mobili e quello che trovava tra i piedi imprecò contro Alejandro. Furbo come una volpe per averlo fregato e codardo per essersi nascosto. Ma d'altronde chi poteva biasimarlo? Chiunque sarebbe scappato dal mirino di uno dei mafiosi più potenti del mondo. 
《Capo. Non c'è traccia della ragazza.》 Uno dei suoi scagnozzi gli fece un piccolo riassunto della situazione. 《L'avete rintracciata con la cimice?》
《Sì. E l'abbiamo seguita per almeno quaranta minuti, quando il segnale sparì dallo schermo.》 Lo stesso uomo, Calvados, gli fece vedere lo schermo del localizzatore.
《Sappiamo almeno dove sono andati?》 Si girò verso un altro, Vodka. 《Solo fino a metà strada, capo. Sono andati fino al Miami Correctional Facility, poi, le strade si sono separate.》 Arrabbiato nero, DomKing, prese a calci una porta.
《Non sappiamo nient'altro?》 Voleva più informazione, voleva far vedere a quel marinaretto da quattro soldi, cosa significasse mettersi contro DomKing e fargli provare sulla pelle, quanto, solo un pugno di potere potesse rovinare interamente una famiglia. 《Nemmeno quello signore. Ci sono vari detenuti in grado di poter proteggere la ragazza.》
Il mafioso si prese un sigaro dalla tasca e lo accese. Rimuginò a chi potesse affidare la ragazza.
《E invece qualcuno c'è.》 Sorrise soddisfatto di sé.
《Chi capo?》 Gin si avvicinò al gruppo.
《Lauren Jauregui.》
《La ragazza senza famiglia. Questo sì che è un colpo.》 Gin guardò il capo. 《Ma non sappiamo dove si trovi il suo covo capo.》
《Hai ragione. Penso che non lo troveremo mai. Ma abbiamo due punti a nostr favore.》 Alzò due dita.
《Il primo.》 Abbassò il medio. 《Sicuramente Jauregui andrà a scuola insieme alla piccola Camila, per non far destare sospetti a nessuno.》 《Il secondo.》 Alzò nuovamente il terzo dito della mano. 《Lei e suo padre non sono più insieme. Se riuscissimo a rapire la piccola senza che Lauren se ne accorga, il padre impulsivamente andrà a liberarla.》
《Questo è un vantaggio enorme signore.》DomKing sorrise soddisfatto.
《Bene. Vodka e Sherry. Voi andrete al carcere ad indagare.》
《Gin voglio che tu raccolga più informazioni possibili, sull'attuale situazione dei due Cabello.》 Fece una breve pausa. 《Gli altri ritornino al nostro covo a farmi un rapporto dettagliato sull'attuale situazione generale.》
《Bene potete andare.》 E li congedò con la mano.
Stavolta si sarebbe fatto scappare via niente e nessuno; nemmeno Lauren.

........

Finit di mangiare, Lauren portò Camila per una visita guidata della casa. Le mostrò il bagno. Spazioso e bello pulito. Poi passarono all'ultima stanza, quella di Lauren, dove la piccola avrebbe dormito.
《Dormirai qua per un tempo indeterminato.》 Dinah le raggiunse.
《Permetti a qualcuno di dormire in camera tua? Di solito li sbatti sul divano.》 A quelle parole, Camila si sentì privilegiata.
《Dormirò con te Dinah.》
《Questa anche mi è nuova. Magari farti toccare i abbracciare oltre a me, adesso sarà concesso?》
Iniziò a prenderla in giro, ridendo di gusto, ma Lauren non si scompose. Probabilmente voleva troppo bene a Dinah per prendersela con lei.
《Smettila Dinah.》 Esclamò Lauren con un tono divertito.
《Va bene. Ragazze vi saluto, devo andare a finire i miei compiti e altre ricerche. Sapete. Robe da hacker.》 E lasciò le due da sole.
《Compiti?》 Farfugliò Camila.
《Sì. Dinah va ancora a scuola. Vorrebbe diventare la più grande informatica al mondo. Quindi si allena qui ogni giorno.》
《Aspetta non vive qua?》
《No. Abita con la sua famiglia. Dorme qua solo quando fa tardi.》 《Però ora basta perderci in chiacchere. Ti aiuto a mettere a posto i tuoi vestiti.》 Mentre mettevano a posto, Camila pensò a quello che disse Dinah. 'Non lasci mai dormire nessuno in camera tua.' Doveva ritenersi fortunata? O Lauren lo stava facendo per il suo unico obbiettivo, rimanere in vita? Non lo sapeva.
Erano quasi le otto di sera quando finirono di sistemare tutto. La mora si buttò sul letto esausta.
《Se ti serve una doccia o un bagno caldo, vai pure in bagno. Intanto vado a preparare la cena.》 E uscì dalla porta lasciandola sola.
Camila decise di raccogliere la sua proposta e andò a farsi un bagno lungi e rilassante.
Lauren intanto andò giù in cucina a fare qualcosa da mettere sotto i denti. Optò per una bistecca veloce e delle verdure. Un quarto d'ora dopo, venne raggiunta da Dinah.
《Allora? Qui gatta ci cova. Sputa il rospo Jauregui.》 Dinah chiamava Lauren per cognome, solo quando teneva nascosto qualcosa. Ed era invredibile come ruscisse a capirlo.
《Non pensare male. Suo padre mi ha offerto un sacco di soldi per farla rimanere intatta.》
《Non mentire. Ti conosco.》
《Sei incredibile.》 Dinah sorrise soddisfatta. 《Lo faccio per te.》
《Non saprei. Quando l'ho vista per la prima volta mi ha ricordato molto Alexis. Però, un sentimento molto più grande mi ha travolta completamente.  E poi... quando stava scivolando nella mia cella..》 《Siiiii... coraggio... vai avanti.》 《L'ho tenuta in piedi e l'ho presa per i fianchi.》 I suoi occhi si accesero.
《Capito. Ti piace.》
《Ma che stai dicendo? Lo sai come funziona ormai con me.》
《Lauren.》 Quel tono, fece spaventare appena la nera.
《Vado a farmi una doccia.》 Disse più imbarazzata che mai. Quando non sapeva cosa fare, Lauren faceva sempre una doccia. Salì le scale e inconsapevole di Camila in bagno, aprì senza bussare. I loro sguardi si incrociarono subito. Poi, Lauren abbassò lo sguardo e notò il corpo nudo della mora. I seni piccoli ma tondi e perfetti, i fianchi con le curve giuste, la pelle candida e liscia. Camila non si mosse. Avrebbe voluto farlo, ma era come paralizzata.
《S-scusami.》 E chiuse la porta.

The Moon is my Shadow - The Sun is you're Light (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora