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<<Maronna mia, hai fatto? Sono quaranta minuti che sei lì dentro. Sei ancora viva vero Malia?>> Disse Veronica bussando ripetutamente alla porta del bagno. La ignorai.
<< Sai vero che la scuola di canto non è dietro l'angolo? Dobbiamo attraversare tutta Napoli! Poi ci sono i semafori, il traffico. È Lunedì!>> Aggiunse tutto d'un fiato.
Aprii la porta di colpo.
<<Sei così esagerata Vero'>> Dissi sbuffando. Recuperai la giacca dalla mia camera da letto.
<< Wela' come siamo affascinanti oggi>> Mi disse lei con un sorrisetto malizioso.
<<Ma smettila.>> Risposi ridendo
<<Genn so che è single. Alex credo abbia la ragazza. Dai che oggi fai colpo Mali'>>
<< Veronica piantala. Per ora non, oh maro'. Dai andiamo>> Presi la borsa.
<< Te lo dico già in anticipo Malia. Io ti accompagno e vado via perché ho delle cose da fare. Mi dispiace.>> Cominciò lei. Rimasi di stucco.
<<Io con loro sola non rimango.>> Dissi la prima cosa che mi passo' per la mente.
<< Ma non ti mangiano tranquilla>> Rispose lei.
Io ero timida, forse troppo.
<<Ma, non li conosco nemmeno.>> Mugugnai.
<<Tranquilla. Sono due ragazzi molto tranquilli.>> Fini' lei.

'Posso farcela, è un'ora. Non devo essere timida, non devo essere timida, non devo essere timida...'

<<Arrivate!>> Esclamò la mia amica riportandomi alla realtà. Quel giorno pioveva. Pioveva così tanto che arrivammo bagnate fradice alla scuola di canto.
<<Grandissima idea parcheggiare la macchina a un kilometro dalla scuola>> Dissi entrando.
<<Eh ma non c'era posto. Dove la parcheggiavo? In aria? Ora vado via tanto>> Si giustificò lei.
Perché non poteva rimanere con me? Perché ero così timida? Maledetta me!

La scuola era molto accogliente all'interno. Un'atmosfera piacevole, calda.
Era grande e piena di stanze.
C'erano foto e disegni dappertutto. In sottofondo si sentivano voci e strumenti  di ogni tipo all'azione. Sorrisi.

<<Bene, ci aspettano alla saletta 1A. Piano di sopra>> Disse Veronica dirigendosi verso le scale. La seguii guardandomi intorno attentamente.
<<Sei mai stata qui?>> Mi chiese lei.
<<Mai prima d'ora. È, è molto bello.>> Risposi sorridendo.

Quando arrivammo davanti la porta della saletta 1A il mio cuore cominciò a martellare in petto.
<<Stanno cantando. Entriamo senza farci vedere però>> Bisbigliò Veronica.
Annuii.
Successivamente la mia amica aprì la porta e noi entrammo in punta di piedi.
Sentivo il mio cuore battere così forte.

"When I lift up my eyes to the sky, I can see you dancing on the moon..."

La canzone che stavano cantando era così bella. Dolce.

Ci notarono subito. Veronica mi spiegò sottovoce chi era Alex e chi era Genn.

Alex era carino, moro. Faccia dolce e simpatica.
Genn era magrolino, alto e si muoveva bene quando cantava.
Aveva capelli biondo scuro. Occhi blu da incanto. Uno sguardo particolare. Molto particolare.

"This place is too cold, now you're covered with white wood
nothing can keep you warm"

Quando finirono di cantare la canzone applaudimmo gioiosamente. I due ragazzi si alzarono in piedi e fecero l'inchino ridendo.

<<Alex, Genn, lei è Malia. 19 anni. Carina vero?>> Disse Veronica facendo l'occhiolino Le tirai una gomitata scherzosa.
<<È scema>> Dissi ridendo
<<Lo so, lo so. La conosco da piccolo. Io sono Genn, piacere di conoscerti Malia>> Strinsi la mano del ragazzo dagli occhi di ghiaccio sorridendo.
<<Benvenuta Malia. Io sono Alessio, chiamami Alex>> Strinsi la mano del ragazzo, successivamente Veronica si incamminò verso la porta.
<< Bene, io ho alcune cosette da fare. Vengo tra un'oretta e mezza, due ore okay?>> Detto questo sparì senza salutare.
Cercai di calmarmi.
Un'oretta e mezza, due ore? Padre santo.
Nella stanza c'era un silenzio tombale, quasi imbarazzante.
Genn mi guardava, io guardavo Alex e Alex guardava Genn.
<<Allora, che canzone stavate cantando prima? Era molto bella>> Ruppi il ghiaccio.
<<Si chiama White Wood. L'abbiamo scritta tutta noi.>> Rispose Alex.
<<Complimenti>> Dissi sorridendo.
Improvvisamente Alex diede una forte gomitata a Genn.
<<A-allora, perché non ci fai sentire qualcosa? Siamo molto curiosi. Sai suonare qualche strumento?>> Mi chiese Genn prendendo la chitarra.
<<Si, il pianoforte e la batter...>>
Ad un tratto cominciò a suonare un cellulare. Alex rispose, era il suo.
La sua espressione si fece preoccupata.
Quando chiuse la telefonata recuperò in un batter d'occhio la giacca.
<<Che fai?>> Chiese Genn perplesso.
<<Allison è rimasta a piedi. Ha detto che si è spenta di colpo la macchina. Non riesce a riavviarla. I genitori sono fuori Napoli, quindi ha chiamato me. Vado a recuperarla. Ci sentiamo dopo. Se no ci vediamo domani. Ciao, buone prove Malia.>> Concluse, poi se ne andò.
Il mio battito comincio' ad accelerare di colpo.
Due ore con Genn. Due timidissimi semi sconosciuti insieme. Wow.
<<Siediti. Fammi sentire qualcosa>> Il ragazzo mi invitò a sedere al piano. Mi schiarii la voce e tac.
Le luci si spensero magicamente.
Blackout a causa della forte pioggia.

Due ore con Genn.
Due timidissimi semi sconosciuti insieme.
Ora anche al buio.

"Maledetta me che ho accettato di venire qui." Pensai.

[Ehilà! Ringrazio chi ha votato/commentato/letto la storia fino ad ora. Continuate a farlo :) Questo capitolo è un po' più lungo del solito. Spero vi continui a piacere tutto.
Riuscirò ad aggiornare solo il weekend, tra Sabato e Domenica a causa della scuola. Che brutta cosa.
Con questo sparisco hahah. Alla prossima <3]

I Believe in us// Urban StrangersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora