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<< Sono tornati>> Mi sussurrò Genn.
Ci alzammo dal letto silenziosamente senza aprire la porta.
Mi portai un dito alla bocca, invitando il biondino a non dire una parola.
Lui soffocò una risatina.
Poi mi strinse tra le sue braccia.
Sorrisi di nuovo come un ebete.

<<Merda>> La voce di Alex aldilà della porta. Evidentemente aveva fatto cadere qualcosa, tipico di lui, avere le mani di burro.
<< Parla piano, quelle due pulci staranno dormendo, poi non dobbiamo svegliare Mal. Si è sentita pure male.>> Cominciò Veronica a bassa voce.
<< Lo so>> Replicò Alex.

Noi stavamo ascoltando tutto, al buio, abbracciati, come due scemi.
Ci divertivamo con poco.
Volevamo sapere di più su quei due piccioncini.

<< Comunque non si è rotto il telefono, tranquilla.>> Aggiunse il moro sollevato.
<< Bene>>

Seguirono due o forse tre minuti di silenzio che sembrarono infiniti.
Genn intanto mi accarezzava la schiena.
Mi cinse la vita, io gli cinsi con le mani il collo, al buio non vedevo nulla ma avvertì un brivido quando i nostri nasi si sfiorarono una seconda volta.
E sobbalzammo all'unisono quando Alex iniziò a starnutire a raffica.
Mi morsi il labbro.
Cavolo.

<< Comunque Alex, non ne parliamo okay? Parliamone domani, ora ho troppo sonno. Scusami>> Disse la mia amica dolcemente.
Di cosa dovevano parlare?
<< D'accordo. A-allora buonanotte, aspetta, dormiamo nella stessa stanza.>> Sussurrò il moro.
<< Si, io vado>> Replicò la moretta.
<< Okay, io prendo una cosa dalla camera di Genn. >>
<< Fai piano>> si raccomandò Veronica.

All'istante  ci fiondammo sotto le coperte, di nuovo abbracciati.

Alex entrò piano, prese quello di cui aveva bisogno e poi uscì silenziosamente dalla stanza.

Intrecciai le dita della mia mano a quelle del biondo e poi caddi in un sonno profondo.

Ed era tutto così tremendamente strano.

La mattina dopo ci svegliammo tardi, come sottofondo la voce di Veronica che cantava sotto la doccia.
Io e Genn ci comportammo normalmente. In realtà non era successo nulla, però dentro di noi stava nascendo qualcosa, qualcosa di forte e ancora indescrivibile forse.

<< Allora, come stai?>> Mi chiese la moretta sedendosi sul divano.
Alex e Genn erano al piano superiore.
<< Bene grazie. Tu? Con il moretto bello? Che è successo ieri sera?>> Chiesi con una punta di malizia.
<< Nulla, abbiamo ballato un po' e basta>>
<< Come se io ci credo Vero'>> Risposi ridendo.
<< E tu con il biondino?>> Mi diede una spinta amichevole.
<< Pff, nulla. Niente di niente, sono andata a dormire presto>>
Beh, non è successo nulla. Si, eravamo sul punto di baciarci per ben due volte ma non è successo, quindi.

Improvvisamente qualcuno suonò il campanello.
Mi alzai per andare ad aprire.

<< Pensavo di trovare Alex o Genn. Tu sei Malia?>> C'erano tre ragazze davanti a me.

Una aveva i capelli castani e grandi occhi marroni.
Un'altra aveva dei lunghi capelli biondi e occhi verdi.
L'ultima era riccia, capelli neri, occhi blu.

<< Ehm, sì, sono io Malia. Ma come fate a sapere il mio nome?>> Chiesi sorpresa.
<< Gennaro, Alessio. Dove cazzo siete?>> Urlò la ragazza dai capelli castani entrando maleducatamente in casa.

<<Non sapete il significato della parolina 'permesso'? Oppure 'posso entrare'?>> Intervenne Veronica ironicamente.
<< E tu chi sei? Fatti gli affari tuoi>> Replicò la bionda.
Stavo iniziando ad arrabbiarmi sul serio.
Quando stavo per fare una sclerata pazzesca contro quelle tre oche ecco che arrivarono Alex e Genn con il fiatone.

<< Non avevamo sentito il campanello, scusat...>> Genn si fermò a metà frase.
Assunse un'aria più seria e cupa quando vide le tre ragazze. Così Alex.

<< Che ci fate qui?>> Chiese il biondo con un'espressione seria.
<< Eravamo tutte e tre insieme, Sara doveva dirvi una cosa urgente, così l'abbiamo accompagnata qui. E poi sono venuta per restituirti questa felpa Gennaro.>> Disse la bionda tirando fuori una felpa nera da una busta.
<< Grazie>> Rispose freddo Genn.
<< Scusate se mi intrometto ma, chi diavolo siete voi tre?>> Chiese Veronica.
Piombò il silenzio.
Solo Sara, la ragazza dai capelli castani, si decise a parlare.

<< Io sono Sara. Andavo alle elementari con Alex.
Loro invece sono Allison e Marialuna.>> Indicò rispettivamente la riccia e la bionda.
<< Rispettivamente le ex di Alessio e Gennaro>> Sussurrò Sara.

La situazione era così imbarazzante.
In quel momento Genn e Alex erano in compagnia delle loro ex e di noi, ragazze che stavano frequentando.
<< Ah>> Disse Veronica.
Davvero, avrei voluto sotterrarmi in quel preciso istante.

<< Comunque, noi siamo passate, soprattutto io, per informarvi di questo Sabato sera.>> Cominciò Sara gioiosamente.
<< Che succede questo Sabato?>> Chiese Alex aggrottando le sopracciglia.
<< Compio diciannove anni e visto che l'anno scorso non ho potuto festeggiare il mio compleanno perché avevo la varicella, quest'anno voglio festeggiare alla grande.>> Aggiunse. Poi si voltò verso di me e Veronica.
<< Dovete sapere care ragazze che qui a Somma le mie feste di compleanno sono le migliori.>> Si vantò sorridendo.
Avrei voluto tirarle una sberla.
<< Io non ho mai sentito parlare di te e delle tue feste eppure sono di Somma.>> S'intromise Vero.
<< Potresti arrivare al punto Sara?>> Dissi impaziente.
<< D'accordo. Festeggerò in un agriturismo appena fuori Napoli. Ci sarà un sacco di gente, voi Urban Strangers suonerete e canterete. Ah, voglio anche te Malia. Tenete, questo è il volantino dell'agriturismo. Vi consiglio di rimanere anche a dormire, la serata è lunga.>> Concluse la mora dirigendosi verso la porta seguita dalle altre due.
<< E io? Sono invitata vero?>> Chiese Veronica sorridendo falsamente.
<< Si, puoi venire. Ah, un'ultima cosa. Vi pagherò. Quindi venite.>>
<< Accettiamo.>> Replicarono Alex e Genn all'unisono.
<< Bene. Addio.>>
E così le tre ragazze se ne andarono sbattendo la porta.
Potevamo ancora sentire le loro risate fragorose rimbombare nel palazzo.


Erano quasi le sei del pomeriggio quando uscii sul terrazzo per fumare una sigaretta.
Genn poco dopo mi affiancò.

<< Avrei dovuto parlartene. Di Marialuna e le altre due>> Disse lui guardandomi.
<< Stai tranquillo>> Risposi.
<< Piuttosto, ho paura. Io non mi fido di quelle tre. Quest'idea della festa, di andare a suonare là. Non mi convince del tutto>> Aggiunse ansioso.
<< Perché?>> Chiesi buttando il mozzicone nel portacenere.
<< Perché quelle tre sono capaci di tutto. Oramai abbiamo accettato di andare alla festa e di suonare.
Però non ti fidare Mal. Capito?>>
<< Cristallino Genn>> Sorrisi e lo abbracciai.


[Eccomi qui!
Ho aggiornato prima di Natale, ce l'ho fatta!
Vi piace questo capitolo?
Ringrazio come sempre chi vota/commenta/legge la storia.
Ho scoperto che il mio racconto è tipo #121 nella classifica TeenFiction. Vi amo, grazie di cuore.
In questo periodo ho molte idee, spero possano piacere.
E nulla, credo di aver detto tutto.
Con questo sparisco e vi auguro una Buona vigilia di Natale e un Buon Natale.
Al prossimo capitolo 🎄❤️]

I Believe in us// Urban StrangersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora