CAPITOLO 3

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Passo l'intera giornata in silenzio, distaccato dagli altri
-Tutto bene, Thomas?-mi chiedono più volte Brenda e Minho, e ogni volta rispondo con un grugnito. Poi, arriva il tramonto
-Torno subito-dico a Brenda. Senza farmi beccare entro in cucina da Frypan e prendo il coltello più affilato che trovo, e mi dirigo al Lago Teresa. Quando arrivo sul posto, valuto un'ultima volta la mia azione. E in tutta risposta, comincio a premere la lama del coltello sulla mia gola.
Comincio a premere sempre più forte, ma non ne ho il coraggio. È come a Denver, quando la C.A.T.T.I.V.O. ha preso il controllo del mio corpo. Solo che questa volta sono io stesso che mi ribello. Dopo aver capito che così non ce la posso fare, getto via il coltello e mi avvicino alla scogliera. Nel punto dove mi trovo è molto alta. Faccio un respiro profondo, mi guardo intorno per assicurarmi che non ci sia nessuno nei paraggi e metto un piede avanti. Poi un'altro. E un altro ancora. Mancano pochi passi. Probabilmente qualcuno avrà già trovato la mia lettera e quasi sicuramente Minho l'avrà letta e mi starà già cercando. Metto l'ultimo piede sulla scogliera, prima di fermarmi davanti allo strapiombo che ho sotto i piedi. Mentre le lacrime mi offuscano la vista rivedo nella mia mente Alby che si getta tra i Dolenti, il corpo sanguinante di Chuck, io che picchio Gally, Minho che viene colpito dal fulmine e prende fuoco, Newt che mi aggredisce, io che gli sparo, Teresa che viene schiacciata dal pezzo di soffitto...scuoto violentemente la testa per scacciare quei ricordi. Mi sporgo verso il baratro davanti a me, pronto a farla finita. In quel momento, mentre sto per lasciarmi andare, una voce mi ferma. Appartiene a Minho
-THOMAS, NON FARLO!-mi volto
-Thomas, ripensaci. Credi di essere l'unico ad aver sofferto la morte dei propri amici?-dal momento che resto n silenzio, Minho continua
-Certo che no, ma guardaci: io continuo a fare lo sbruffone, Frypan continua a fare le sue orrende battute a cui nessuno ride e Gally è la solita faccia di caspio-
-Sì, ma per me è diverso...tu non sei stato aggredito da Newt, non sei stato obbligato a sparargli! Ricordi la lettera che mi ha dato, alla base della C.A.T.T.I.V.O.? C'era scritto "Uccidimi. Se sei mai stato mio amico, uccidimi". Non sei stato tu a dover premere il grilletto, Minho. Non sei stato tu a costruire il Labirinto in cui il tuo migliore amico ha cercato di suicidarsi-
-Thomas, devi piantarla. Va bene, Newt e Teresa sono morti. E quindi? Credi forse che io non sia tentato di rivedere Newt? O Alby? O Ben? Mi farebbe piacere persino rivedere Teresa, dopotutto era una brava ragazza. Va bene, magari Alby non era il migliore degli amici, ma vederlo morire in quel modo orribile credi che non mi abbia fatto impressione? Credi che non mi manchi Newt? Lui era come un fratello, per me. Io sono stato l'unico con cui si è confidato. Ero l'unico a sapere che aveva tentato di suicidarsi!-
-Ma tu non hai avuto nessun amico che ti è morto tra le braccia! Qualcuno si è mai sacrificato per te?-
-Te lo posso dire sinceramente, Thomas?-mi domandò Minho facendo un mezzo sorriso-Sei veramente una testa di caspio. E, per rispondere alla tua domanda...no, qualcuno non si è mai sacrificato per me. Ma questo non cambia le cose. Non sto dicendo che tu non hai sofferto, ma non credi forse che io fossi più attaccato di te a Newt, Alby, Winston, Zart, Clint, Jeff, Ben, Jack? Potrei andare avanti per ore a parlarti di quello che abbiamo passato noi nella Radura prima del tuo arrivo. Come quando sono stato tre giorni in Gattabuia perché, appena arrivato, avevo appeso le mutande di Alby sul tetto del Casolare, o quando invece, prima dell'arrivo di Frypan, abbiamo dovuto rinchiudere Gally per evitare che cucinasse perché ai fornelli faceva schifo! Credi forse che a nessuno di noi manchino gli altri? Eh? Cos'è, ti senti speciale solo perché hai costruito il Labirinto? O perché hai posto fine alle sofferenze di Newt, Thomas?-
-Minho...ti prego, smettila!-lo supplicai col viso bagnato dalle lacrime. Non avevo bisogno di ricordare gli errori che avevo fatto
-Ok, la smetto. Allora tu buttati, Thomas. Forza, fallo. Che stai aspettando?-mi spronò Minho. Come poteva dire una cosa del genere?
-Minho, come puoi...?-
-Non erano queste le tue intenzioni, Thomas? Non volevi forse siucidarti? Ebbene, cos'aspetti?-
-Non lo farò davanti a te, Minho-
-Benissimo, io non mi muovo da qui-
-Minho...-
-O ti butti sotto i miei occhi o non lo fai, Thomas. Io da qui non mi muovo-provai con un ultimo, disperato tentativo
-Vattene. Se sei mai stato mio amico, vattene-
-Con me non attacca, Thomas. Altrimenti Newt l'avrebbe chiesto a me, non trovi?-
-Ti prego...Minho...-
-Thomas, ragiona un attimo. Se anche io me ne andassi e tu morissi...come credi che ci resterebbe Brenda? A lei non pensi? Ti ama!-
-Ma io non amo lei!-
-Non la ami? Nessun problema. Vai da lei, gli dici "Scusami, ma io non ti amo. Siamo solo amici" e basta, finita lì. Non c'é bisogno di uccidersi per una cosa del genere. Se invece tu muori finisce che magari si ammazza pure lei, e poi si uccide anche Jorge perché è morta Brenda. Senza parlare di me. Davvero, Thomas, ripensaci. Te lo chiedo da amico. Non farlo...Tommy-perché mi ha chiamato così? Non faccio in tempo a chiederglielo che due figure spuntano dagl'alberi affianco a me
-TOM!-
-TOMMY!-mi giro, guardo i due ragazzi e...non credo ai miei occhi. Guardo confuso Minho e dal suo sguardo capisco che non sono un'allucinazione. E allora la testa si fa pesante, piena di domande. Troppo pesante. Barcollo all'indietro nel preciso istante in cui due ragazzi scattano verso di me per afferrarmi e un urlo acuto squarcia l'aria.

La quarta prova-The Maze Runner FanFiction {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora