CAPITOLO 11

201 10 1
                                    

Venni svegliata nel cuore della notte da dei lamenti al piano di sotto. Cautamente e senza farmi sentire, scesi di sotto e mi nascosi dietro la porta della cucina, da dove arrivavano i rumori. Qualcuno stava piangendo. Sporsi la testa un pochino e vidi che era mio padre
-Papà...perché piangi?-gli chiesi avvicinandomi
-Trina...scusami, non volevo svegliarti...-
-Papà...che hai?-ero preoccupata per mio padre. Aveva degli occhi talmente rossi e gonfi che sembravano appartenere ad uno Spaccato
-Ho avuto un incubo, Trina. Ho rivisto la morte di tutti i miei amici. Ho rivisto morire Chuck, Alby...ho visto il corpo schiacciato di tua madre, mi sono visto mentre sparavo a Newt...e poi vicino a me c'era sempre l'Uomo Ratto che continuava a dirmi che tutto quello che vedevo era tutta colpa mia...-
-Ma non è colpa tua, papà-
-Sì invece, lo sai che siamo stati io e tua mamma a costruire il Labirinto e a ideare le Prove per il gruppo A-
-Lo so, ma lo stavate facendo perché credevate che fosse la cosa giusta da fare...e il vostro obbiettivo era nobile...adesso non importa chi eravate prima di andare nella Radura, eravate persone diverse. Adesso siete così e non potete più farci niente-
-Grazie, tesoro-cercai di alleviare la tensione, almeno un pochino
-Sai che dovrei essere io quella con gli incubi e con il bisogno di essere consolata, vero papà?-
-Lo so, ma a volte gli adulti crollano e solo dei ragazzi innocenti riescono a risollevargli il morale-.

Quando, il mattino seguente, dei raggi di luce cominciarono a penetrare attraverso la tenda alla finestra di camera mia, io ero già sveglia. Dopo aver consolato mio padre non ero più riuscita a chiudere occhio. Mi alzai pigramente e mi vestii, per poi scendere in cucina a fare colazione. Mia madre, mio padre e Chuck erano già svegli
-'Giorno-
-'Giorno-mio padre ed io ci scambiammo un sorriso complice
-Beh? Cosa sono questi sorrisetti? Che avete combinato, questa volta?-ci chiese la mamma. Spesso, quando combinavo qualche bravata, mio padre la combinava con me. Una volta avevamo scambiato i barattoli dello zucchero e quello del sale, e mia madre non fu molto contenta di fare colazione con il caffè salato. Oppure una volta io avevo nascosto tutte le mutande di Chuck, e mio padre cercava di convincerlo che le avesse perse
-Niente, niente-
-Oggi da chi avete allenamento?-mi chiese mio padre. Ogni giorno avevamo una lezione diversa, e quel giorno dovevamo imparare a costruire rifugi con zio Gally
-Oggi dobbiamo andare da zio Gally-
-Non da Frypan?-
-No, da lui ci dobbiamo andare domani-zio Gally non ci insegnava solo a costruire dei rifugi solidi e resistenti, ma insieme a zio Minho ci insegnava anche a combattere
-Allora divertitevi-
-Ci vediamo dopo!-salutai mentre io e mio fratello uscivamo di casa e ci dirigevamo dallo zio Gally. O meglio, Chuck si dirigeva da lui. Io prima dovevo fare una cosa
-Chuck, tu vai avanti, io vado da Rachel. Ci vediamo là-senza nemmeno aspettare una risposta mi diressi verso la casa della mia migliore amica. Ma questa volta ci andai più che altro perché in quell'abitazione ci viveva anche Ben. Raggiunta la loro casa, bussai e aspettai che mi venissero ad aprire
-Ciao, Trina. Stai aspettando Ben e Rachel, non è così?-mi chiese zia Sonya quando mi aprì la porta
-Sì, sono in casa?-
-Dovrebbero essere pronti. Ben! Rachel! C'è Trina!-poco dopo, dietro loro madre, fecero capolino le due teste bionde di Rachel e Ben. Prima la mia amica mi abbracciò, poi Ben mi sorrise. Mentre ricambiavo, lui cambiò totalmente espressione, sembrando imbarazzatissimo, proprio come la sera prima
-Beh? Perché quella faccia, fratellone?-gli chiese Rachel, che evidentemente non aveva visto che portavo la collana al collo
-Oh...ma allora gliel'hai regalata!-esclamò poi quando la vide
-Sì, è stato un gesto molto bello-mi lasciai scappare io
-Ehm...possiamo andare?-ci chiese Ben cominciando ad avviarsi verso la casa di zio Gally, che abitava dall'altra parte del villaggio. Per tutto il tragitto tra noi tre ci fu totale silenzio, e puntualmente Rachel guardava me e suo fratello come se sperasse che ci baciassimo da un momento all'altro, a volte tirandoci delle piccole gomitate. Più volte fui sul punto di dirle "È inutile che aspetti a vedere se ci baciamo, mia cara. L'abbiamo già fatto ieri sera", ma decisi saggiamente di trattenermi.

-Ok, ora fermiamoci per mangiare-ci disse zio Gally. In tutta la mattinata avevamo costruito un piccolo riparo per due persone. Non era il massimo della comodità, ma almeno potevi stenderti e accendere un fuoco, e poi non ti bagnavi come un pulcino.
Entrammo in casa dello zio, dove zia Brenda e zio Aris avevano preparato dei panini al prosciutto e formaggio. Eravamo tutti quanti riuniti in quella casetta, genitori compresi, e mentre noi ragazzi cominciammo a mangiare con gusto, un rombo di motori riempì l'aria.

La quarta prova-The Maze Runner FanFiction {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora