12. Senza paracadute

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LALLALLEROLALLALLA

buona lettura

Era arrivato sabato sera senza rendermene conto e la scuola organizzava questa specie di festicciola per l'inizio dell'anno, come se fosse qualcosa di cui rallegrarsi.

Ero stata in dubbio fino alla fine, da una parte non volevo lasciare a casa da sola mia madre ma dall'altra non volevo mancare, pensieri poco discordanti insomma.

Alla fine mia mamma mi aveva obbligata a partecipare e ora ero appena arrivata con Ilaria al mio fianco che mi sorrideva e  perlustrava la sala che era addobbata a festa, con varie luci ad intermittenza colorate, tavoli enormi con infinite cose da mangiare e bere e sul palco suonava una sottospecie di band vestita completamente di nero.

L'atmosfera non era male, anche se si stava creando una confusione immensa da cui però non potei non riconoscere due occhi verdi e una chioma bionda, vestito più elegantemente del solito con una camicia bianca e dei pantaloni neri, che gli rendevano fin troppa giustizia, sembrava che fosse uscito da una cerimonia in cui lui era stato lo sposo.

Gli feci un cenno con la mano e lui ricambiò sorridendo e perdendosi ad osservarmi: forse avevo azzardato troppo, il vestito mi arrivava alle cosce e aveva una profonda scollatura verticale sulla schiena ma che si notava poco in quanto sembrava fosse un taglio sull'abito, di un blu intenso e profondo.

Abbassai la testa imbarazzata e Ilaria mi prese per le spalle «obiettivo individuato» affermò tutto d'un fiato, e con un dito mi indicò Edoardo, anche lui con un completo scuro.

Era perfettamente sulla mia traiettoria ma non ero ancora pronta ad affrontarlo, nonostante mercoledì fosse andato tutto a meraviglia.

Forse era questo che mi spaventava, forse lui desiderava altro che io non sapevo se dargli o meno.

Era un bel ragazzo, ben piazzato, occhi scuri intensi, simpatico, eppure non era abbastanza.

Probabilmente erano solo mie congetture inutili e lui non pensava minimamente a queste stupidaggini da bambina.

Prima che potessi nascondermi, forse sotto il mio sguardo fisso, si voltò dalla mia parte e con grandi falcate mi raggiunse in pochi secondi, nei quali Ilaria mi aveva fatto strane raccomandazioni e infine abbandonata.

Che infame traditrice.

«Ehi» lui mi salutò dandomi una pacca sulla spalla e sorridendo felice «alla fine sei venuta»

«Eh già» annuii, sentendo l'imbarazzo calare su di noi.

«Hai fame? Ci sono tante schifezze» scrollò la testa divertito notando la mia espressione e mi accompagnò, con una pressione leggera sulla schiena, al banchetto degli dei.

Probabilmente la scuola aveva svaligiato dieci supermercati per avere tutto quel cibo ammassato sui tavoli ma meglio così, mi sarei sfamata alla perfezione e nessuno mi avrebbe fermata.

Non saprei dire quante volte avevo riempito quel povero piatto di plastica ma forse cinque non erano abbastanza, avevo mangiato quasi ogni cosa, dalle pizzette, alle focacce, ai salatini, e varie torte e dolcetti che non potevo proprio non assaggiare.

Edo, che all'inizio mi aveva guardato un po' perplesso alla fine si era arreso e aveva occupato un tavolino e ogni volta che finivo qualcosa mi riempiva di nuovo il piatto, tutto questo con un divertimento assurdo sulle labbra.

Cosa c'era di divertente nell'avere fame e voler mangiare?

Quando lui scompariva mi sentivo osservata, così a scatti giravo la testa da una parte all'altra senza trovare nessuna spia che avesse gli occhi puntati su di me che diventavo a poco a poco sempre più obesa.

Per fortuna il mio corpo negli anni si era allenato ad immagazzinare così tanto cibo spazzatura e il tempo passato a fare danza mi aveva aiutato molto a rassodare e a modellarmi, senza ingrassare più di tanto.

Me ne fregavo delle diete, ora volevo pensare solo a mangiare, più in là nel tempo forse mi sarei pentita e avrei fatto dietro font, iniziando a mangiare più sano e dicendo addio ai miei amati dolci.

«Ti piace mangiare» non era domanda ma un'affermazione sicura.

Ridacchiai e annuii «come vedi»

«Eppure sei magra»
«Già, ho questa strana fortuna»

La musica di sottofondo era cambiata, ora la band stava suonando un pezzo molto rumoroso e movimentato, tanto che la sala divenne una piazza da ballo con ballerini scatenati.

Mi fermai troppo ad osservare, non perché mi interessasse ma piuttosto perché Lore stava seguendo di malavoglia la sua fidanzata, e lui aveva gli occhi puntati fissi su di me.

«Direi proprio che ti ci vuole un po' di movimento per smaltire» Edo mi afferrò per una mano e mi trascinò in pista senza ascoltare le mie proteste urlate.

Con totale imbarazzo iniziai a muovermi, prima come un robot e poi sempre più a mio agio, stranamente, e lui fece lo stesso, scatenandosi al mio fianco con mosse improvvisate.

Sembravo una pazza ma poco mi importava, tutti si stavano divertendo a modo proprio senza farsi troppi problemi inutili.

L'atmosfera cambiò radicalmente quando la band iniziò a suonare un classico, lento e romantico, così fui costretta a mettere le mani sulle  sue spalle e lui afferrò i miei fianchi e automaticamente ci ritrovammo fin troppo vicini, oltre la distanza di sicurezza.

La cosa mi metteva addosso un infinito disagio ma guardando le altre coppiette vidi che erano nella stessa nostra posizione, se non più appiccicati, come Lore e Rapunzel, che sembrava perfino più bella del solito.

Sorrisi imbarazzata al mio partner di ballo e con movimenti calcolati giravamo intorno alla sala, seguendo in circolo gli altri.

La vergogna un po' era sfumata, a poco a poco, ma tornò prepotentemente quando Edo si avvicinò al mio orecchio per sussurrarmi qualcosa che non ascoltai, perché ero concentrata su un'altra persona che mi stava guardando con occhi quasi infuocati.

Ero già una traditrice, stavo con un ragazzo e io ne vedevo un altro, perfetto.

Annuii non sapendo quale domanda mi avesse fatto Edoardo e sentii una sua mano passare dal fianco alla schiena, proprio dove c'era l'apertura del vestito.

Sentii dei brividi freddi salirmi per la spina dorsale e chiusi gli occhi, mentre le sue dita mi accarezzavano delicatamente.

Quando li riaprii il suo viso era a un palmo dal mio e il suo sguardo era concentrato sulla mia bocca dischiusa per la sorpresa e il terrore.

«Sei bellissima stasera» mormorò e sentii il suo respiro infrangersi sul mio viso «il vestito poi, ti fa ancora più bella»

Arrossii e abbassai la testa «lo pensi anche dopo avermi visto mangiare come un bue?»

Lo sentii ridacchiare e un suo dito mi prese il mento per ritrovarmi i suoi occhi scuri fissi nei miei «soprattutto» e la distanza tra noi fu colmata da un bacio.

Un primo bacio di terrore, perché non sapevo cosa fare e cosa aspettarmi, non l'avevo mai fatto prima ed ero abbastanza sicura che gli avrei cavato qualche dente per sbaglio.

Il terrore però svanì appena metabolizzai realmente che stavo baciando qualcuno per la prima volta e che volevo godermelo a pieno, fregandomene degli sguardi degli altri ragazzi e soprattutto di Lorenzo.

B O O M

+sto ancora pensando a ieri e alla tua continuazione mrsxcollins AHAHAH

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