6. Tu dentro me

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Ero imbambolata davanti allo schermo del pc da almeno venti minuti, non respiravo e avevo bisogno urgente di una secchiata gelata in testa.

Mi ero così fusa che potevo scorgere il mio riflesso sul monitor e la mia faccia faceva abbastanza paura, sembravo spaventata, con quegli occhi scuri e così spalancati, stessa sorte era toccata alla mia bocca, ci sarebbero potuti passare almeno quattro treni in corsa.

Cercai di ricompormi un minimo, mi tastai i capelli lunghi e lisci per assicurarmi che non mi avessero abbandonata al mio destino crudele e chiusi gli occhi.

Contai mentalmente fino a dieci e li riaprii: il suo stato su Facebook esisteva ancora, l'aveva scritto circa cinque ore prima a scuola, ed era tutto vero.

Copiai il testo e lo incollai su google, per curiosità, per autoconvincermi che fossero solo parole scritte a caso, senza riferimento a niente e nessuno.

Deglutii rumorosamente e gli occhi mi si appannarono dall'agitazione, l'ansia che saliva senza un avviso, una chiamata d'emergenza.

Quei modi di fare
A nobilitare
Ogni tuo comportamento
Che sono le sei di mattina
Ma è di mattina che soffia il vento
Io sono qui a scrivere ancora
A ridere ancora di me, mentre
Un raggio di sole ti sfiora
Con le lenzuola poggiate sul ventre

Le sei di mattina
E lei di mattina
Metti che mi sta a fianco
Non sono lo scemo di prima
E verso la china su un foglio bianco
Non faccio questioni di stato
Zero emissioni di fiato, mentre
Quelle altre che m'hanno lasciato
Pregano il fato che muoia per sempre
Vorrei sapere a cosa stai pensando
Ora che hai gli occhi chiusi
E abusi del fatto che sbando
E quel sorriso messo come scudo
Bocca dipinta
Prendo e rifiuto
Scossa di quinta magnitudo

Dormi
E non pensarci più
Che non è facile restare in questo posto
Dormi
Che sono pazzo di te
E non è strano che ti voglio ad ogni costo
Dormi
E non pensarci più
Che non è facile restare in questo posto
Dormi
Che sono pazzo di te
E non mi posso più fermare
Un limite non c'è

Il profumo che indossi
La pelle di seta
I capelli mossi
È un misto di come tu sei
O come, più o meno, vorrei che tu fossi
Tra i miei paradossi
T'invito nei miei desideri nascosti
Ti vedo nel buio nuda
In infradito
Ho gli infrarossi
E cerco te nel letto
E quando non ci sei
I miei problemi che fanno effetto
(Resta con me)
Se te ne vai t'aspetto
Ma non tornerai
Prima che non te l'abbiano detto
(Resta con me)
Che tutto questo adesso parla di te
In questa stanza preso male
Dove Dio non c'è
E tutto questo adesso parla di te
Puoi darmi un attimo di più, di più, di più

Rilessi almeno cinquanta volte, per assicurarmi di aver letto ogni singola parola, di aver colto ogni minima sfumatura, ogni emozione di sillaba.

Restai di sasso, perché quella canzone era stupenda, racchiudeva l'amore, di quel tipo che si tiene sotto pelle, e lui aveva scritto una frase del ritornello.

Era strano, perché non riuscivo a togliermi dalla testa che fosse un casuale riferimento al mio ritardo di quella stessa mattina.

Era strano, perché probabilmente mi facevo così tanti film mentali da sottovalutare che fosse in realtà riferito alla sua Rapunzel.

Storsi in naso e sbuffai, non potevo competere con lei, neanche lontanamente, per prima cosa non ero bionda e questo era a mio svantaggio, e poi gli occhi, scuri come la notte senza stelle, non ci si poteva specchiare nè perdere, erano un pozzo di oscurità e basta.

Niente trasparenza, niente limpidezza, il buio totale.

Chiusi il pc e mi coricai sul letto stanca, stanca di farmi illusioni senza alcun senso e fondamento.

Quando riaprii gli occhi era ormai quasi sera e mia madre sarebbe tornata a momenti.

Strizzai gli occhi per farli abituare alla luce artificiale e accesi il computer, sperando di non avere altri infarti.

Dormigliona, domani arriva in orario miraccomando. Buona serata

Boccheggiai e avvampai, anche se non potevo vedermi sentivo il rossore e il caldo salirmi in viso.

Sorrisi quando tornai in me e risposi.

Sarà fatto. Buona serata anche a te.

Spensi tutto ancora con la felicità stampata in faccia e proprio in quel momento mia madre comparì sulla porta della mia stanza.

Mi guardò interrogativa un attimo e poi scosse la testa divertita «dopo mi dirai perché stai sorridendo come quando hai il vasetto di Nutella davanti agli occhi» sospirò e riprese «ho prenotato due pizze per stasera e ti devo dare una buona notizia»

Mi misi sull'attenti e la guardai speranzosa ed entusiasta, sperando che fosse la notizia che tanto aspettavamo.

«Papà torna a casa per il weekend» affermò eccitata, e io andai ad abbracciarla forte.

Non lo vedevo ormai da settimane, il suo lavoro lo teneva impegnato e lontano da casa, ma nonostante questo si faceva sentire per telefono, anche se per poco, e cartoline dei luoghi magnifichi in cui attraccava.

Ero al settimo cielo, non vedevo l'ora che fosse sabato così da poterlo stringere a me e raccontargli tutto della mia nuova scuola, ma ovviamente avrei omesso la parentesi Lorenzo ancora per un po', lui sarebbe andato a prenderlo a casa direttamente e non ero ancora pronta a certe figure.

Pensare a lui mi faceva sorridere e deprimere allo stesso tempo, un po' perché sembrava che lui ci tenesse a me e un po' perché immaginavo cose senza senso e impossibili.

Mi persi ancora immaginando il suo sorriso, i suoi occhi, la sua voce, la sua risata, e capii che ormai avevo perso la testa e il cuore per lui, e anche i polmoni ogni volta che mi guardava come solo lui riusciva a fare e che mi faceva sentire una bambina di cinque anni.

+sono viva si, ahahahahah
capitolo senza senso, ma serviva, perché sennò diventava troooppo lungo ahah.

++ora, che vi aspettate?
Rebecca arriverà ancora in ritardo a scuola? E Lore farà qualcosa?
chi lo sa, staremo a vedere.

bacibaci kidz

Baci al cianuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora