7. Come la notte col sole

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+lo scorso capitolo non era un granché, spero di rifarmi con questo.

Per la prima volta nella mia vita mi alzai felice, sprizzavo allegria da tutti i pori, e ciò si poteva notare anche con quanto entusiasmo mangiavo le mie gocciole di prima mattina.

«Non esagerare» mi rimproverò mia madre, sempre attenta e sempre pronta a mandarmi il morale sottoterra.

Alzai le spalle e feci una smorfia «sono felice, fammi mangiare» risposi, accompagnando le parole azzuffando un altro biscotto dal sacchetto.

«Rebecca, vuoi diventare una palla?» battè una mano sul tavolo della cucina facendomi tremare sulla sedia «oggi pomeriggio vai a correre poi» sentenziò, alzandosi poi dalla sedia e sparendo nel corridoio.

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai, con le lacrime agli occhi, chiusi a chiave le gocciole prima di finire l'intera confezione.

Mi diressi in camera per vestirmi, agguantai un pantalone della tuta e una felpa, sembrava proprio che volessi nascondere la ciccia immaginaria che mi sarebbe cresciuta tra qualche ora.

Misi lo zaino sulle spalle e mi diressi alla porta, dove la madre superiora già mi attendeva con le braccia incrociate e imbronciata «mi viene voglia di farti fare la strada a piedi, correndo»

La guardai boccheggiando e assottigliai gli occhi «ma quanto la fai lunga per due biscotti in più» sbuffai seccata e guardando altrove «vado a correre oggi così smaltisco, contenta?»

Lei sorrise vittoriosa e compiaciuta prima di darmi una pacca sulle spalle «brava bambina»

Il tragitto fu silenzioso, il mio cervello macchinava in continuazione brutte parole da rivolgere a mia madre che aveva fatto una storia assurda per una cosa da niente.

Il risveglio era partito benissimo ma ora il mio umore era nero, grigio scuro, e neanche il sole mi aveva fatto cambiare pensieri.

«Sei arrivata» constatò «buona giornata»

«Meglio di così» bofonchiai e uscii dall'auto, accennando solo un saluto con la mano.

Nel corridoio mi imbattei nella solita folla di ragazzini impazziti che urlavano come dei pazzi criminali già alle otto di mattina, cercai di non farmi abbattere e varcai la soglia della classe.

Se pochi secondi prima il mio umore era grigio scuro ora era di un bel giallo canarino, con tanto di occhi verdi e sorriso mozzafiato.

Mi ero incantata, ne ero consapevole, ma le mie gambe si rifiutavano di camminare e io non potevo certo biasimarle.

Una forte risata acuta e antipatica mi riportó sulla terra ferma e scrollai la testa per far uscire i neuroni impazziti.

Andai a sedermi al mio posto e sorrisi al mio compagno di banco, in confronto potevo sembrare la rana dalla bocca larga, per fortuna non avevo l'apparecchio ai denti o mi sarei incollata le labbra.

«Sei in orario» ridacchiò lui, facendomi l'occhiolino e sistemandosi più comodo sulla sedia, che equivaleva a dire poggiare le scarpe sul banco.

Ero persa di nuovo nei miei pensieri e sulla mia nuvoletta rosa che non mi accorsi di una presenza inquietante, o meglio, stile gatta morta alla ribalta.

«Ehi, tu sei il fidanzato di Vanessa, quella della 5B vero?» civettò una ragazza con caschetto moro e occhi a panda, io ero così imbranata coi trucchi che mi sarei vergognata perfino di uscire di casa conciata in quel modo.

«Si e tu sei?» chiese Lore alzando un angolo della bocca, sembrava ci stesse provando e esercitando il suo fascino su quella povera illusa.

«Laura» squittì lei, già con gli occhi a cuoricino «sono in questa classe, strano che tu non mi abbia notato» si voltò frettolosa verso di me e fece una smorfia con il naso.

E con quel gesto che voleva dire quella arpia?
Che non ero meritevole di sedermi a fianco di sua maestà il principe?

«Non mi guardo molto in giro» ribattè lui, per nulla turbato dalla frecciatina rivolta probabilmente a me.

Per fortuna quella insensata conversazione fu interrotta dal suono della campanella che mi portò davanti a una realtà ancora più dura.

Alla sesta ora ero stremata, sudata peggio di un maiale, annoiata e demoralizzata.

Maledetto greco, riuscirò mai ad impararti come Zeus comanda?
No, decisamente no, ci vorrebbe un miracolo.

All'ultima campana della giornata ringraziai gli dei di questa salvezza e imprecai in aramaico contro i greci.

«Problemi?» mi voltai e notai Lore con le braccia incrociate e lo sguardo divertito osservarmi impassibile.

Sbuffai come un toro, abbattuta «i greci mi vogliono male» ironizzai, solo per non scoppiare a piangere.

«Immaginavo, anche io ci capivo meno di zero» rispose schioccando la lingua «se vuoi ti posso dare una mano per superare il problema greci» sorrise e persi almeno dieci battiti in un secondo.

«Uhm» balbettai, sicuramente ero più rossa di un peperone, dannazione «va bene» sputai fuori infine in un sospiro, sembrava che avessi appena corso una maratona.

Lore si morse un labbro divertito dalla mia espressione buffa e poi si poggiò lo zaino su una spalla «facciamo oggi alle tre al parco, fa troppo caldo per stare chiusi tra quattro mura»

Annuii incapace di rispondere in modo sensato, lui ridacchiò di nuovo e mi stampò un bacio sulla guancia facendomi sciogliere sulla sedia.

Non poteva uscirsene con una frase del genere senza pensare alla mia povera sanità mentale in esaurimento.

Sistemai quaderno e astuccio nello zaino come un'automa, non ero veramente consapevole di ciò che stavo facendo.

Ero su di giri ed emozionata per il pomeriggio, che poi avevo un appuntamento solo con i greci, e il ragazzo biondo passava di sicuro in secondo piano rispetto allo studio.

Risi di gusto mentalmente, mi sentivo vidi scema quella mattina, forse era davvero colpa delle due gocciole in più mangiate a colazione.

Misi lo zaino di tre tonnellate sulle spalle e mi avviai come una povera vecchia nel corridoio, per fortuna mezzo vuoto, visto che erano già passato dieci minuti dal suo della campanella.

Ero abbastanza lenta ma il colpevole era proprio quello che stava abbracciando e baciando la sua ragazza sulla sella della moto.

[volevo fare un capitolone ma mi sono rifiutata, ci avrei messo altri dieci anni come minimo AHAHAH
quindi beccatevi questo primo pezzo]

+il caro e dolce Lore si è offerto di dare ripetizioni di greco alla nostra Reb, che succederà?
AHAHAHAHAHAHAHAHAH
BOOOOH

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