Ragionare fa bene se fatto con un'amica

286 14 4
                                    

"Pronto, Yumi, sei tu?"

"Sì sono io. Ho bisogno di uno dei tuoi consigli, per favore. Potremmo vederci e parlarne davanti ad un bel gelato?"

"Va bene. A che ora vuoi che ci vediamo?"

"Per che ora ti liberi?"

"Adesso vedo un po', perché io e Jeremy volevamo passare del tempo insieme. Però mi piacerebbe parlare con te, ho bisogno anch'io di un confronto: da donna a donna intendo."

"Allora facciamo per le 17 davanti a scuola?"

"Andata!"

Alle 17 Yumi uscì di casa di corsa. Come a ogni appuntamento si faceva attendere ed era ciò che la contraddistingueva di più e che la rendeva unica e inimitabile.

Aelita, per niente preoccupata e stupita del ritardo dell'amica, si mise tranquilla ad aspettarla con un piede ad angolo retto sulla cancellata del collegio guardando il bracciale che Jeremy le aveva regalato per il loro primo mese insieme. Lo aveva trovato vicino alla porta della sua camera con un biglietto: "Alla più bella stella del firmamento che splende continuamente nel mio cuore e che spero non si spenga mai. Tuo, Jeremy."

Stava sognando ad occhi aperti quando Yumi arrivò. Subito tornò con i piedi per terra rivolgendosi a lei chiese con tono sarcastico:

"Sempre di corsa, eh? Quando ti deciderai a fare le cose con più calma?"

"Finché dovrò badare a mio fratello sarà un po' difficile che succedano i miracoli. Non lo sopporto più è..." disse tutto d'un fiato.

"Una peste?" chiese la ragazza dai capelli rosa.

"Anche a me sarebbe piaciuto avere un fratellino o una sorellina più piccoli da accudire... " sospirò sorridendo impercettibilmente.

"Ah be', se vuoi facciamo a cambio: ti basterá stare con mio fratello per un pomeriggio per capire di cosa sto parlando... te lo affido più che volentieri..."

Entrambe si guardarono e si sorrisero. Era vero, Aelita desiderava tanto avere un fratellino o una sorellina, ma purtroppo per lei non sarebbe potuto succedere mai. Certe volte pensava che se fosse nata in una famiglia normale come quella di Yumi o di qualsiasi altra persona del gruppo, probabilmente anche lei avrebbe potuto condurre una vita normale con una mamma e un papá, ma evidentemente il destino ha voluto qualcosa di verso per lei. Poi però si dava della stupida, perché nonostante le sue disgrazie: aver perso la madre e il padre, sentiva che una famiglia l'aveva trovata comunque ed era costituita da coloro che l'avevano rimaterializzata nel mondo reale, coloro che l'avevano supportata nei momenti di difficoltá, coloro che l'avevano difesa e protetta. Si sentiva felice e appagata nell'essere parte di un gruppo che le voleva bene.

"Dai andiamo!" Esclamò Yumi riportandola alla realtá. Sorrisero entrambe incamminandosi sotto braccio verso il loro bar abituale.

Si sedettero tranquillamente ad un tavolo e ordinarono due gelati: uno alla fragola per Yumi e uno alla crema per Aelita.

"Allora di cosa volevi parlarmi di così urgente?" Esordì Aelita.

Yumi un po' titubante parlò comunque consapevole di star intraprendendo un argomento doloroso per lei. Fece un respiro profondo:

"Si tratta di Ulrich..."

Aelita fece un sorriso come se sgià tutto. Ma nonostante ció la lasciò parlare, non prima di averla aggiornata sugli ultimi accadimenti.

"Stamattina è venuto a cercarti, era molto preoccupato per te. A proposito perchè non c'eri?"

"É complicato..."

-Ritorno al Passato-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora