È la cosa giusta Diana?
È la cosa giusta Diana?
Me lo continuai a ripetere.
Sto sul serio facendo la cosa giusta?
Dove sto andando?
Cammino e le foglie scricchiolano sotto i miei piedi.
Improvvisamente inizio a correre.
Corro.
Perché corro?
Corro sopra le foglie che danno un colore rosso alla terra, corro sotto al luce della luna, corro con il vento che soffia contro di me, corro con il freddo che mi abbraccia.
Schivo i rami, i tronchi e vado spedita verso il nulla che sembra così eterno, vado contro il nero, il buio così innocente all'apparenza.
Infine mi fermo.
Non so dove precisamente, così alzo gli occhi per saper orientarmi
Capisco subito di trovarmi nel bel mezzo della cima di una collina.
È semplicemente un panorama bellissimo.
Luci sparse come lucciole nell'aria, e i profili delle montagne che si distinguono dal resto del cielo per il loro colore più scuro, infine si possono anche intravedere i tetti delle case.
Appoggio le mani sulle ginocchia giusto per prendere fiato dopo la corsa.
Il mio respiro fa eco in questo posto desolato.
-Per caso hai corso una maratona?- chiede improvvisamente qualcuno.
Inizialmente non capisco da dove venga la voce ma poi intravedo il profilo di una persona.
Porta un giubbotto invernale, lungo, con le mani all'interno della tasca.
Indossa il cappuccio quindi la faccia viene oscurata da esso.
Improvvisamente mi sento tremare, il freddo si impossessa di me.
Odio il freddo perché mi congela, ma lo amo perché con lui mi sento come a casa.
So che tutto questo non ha senso, ma nella mia mente ha senso e anche molto.
-Hey, stai congelando.- dice il ragazzo, di cui non so il nome, avvicinandosi.
-Chi sei?- chiedo mentre mi allontano.
-Sono nessuno.- dice mentre ridacchia per la sua battuta.
Direi per la pessima battuta.
-Insomma non sei mica Ulisse.- dico.
È lui mi guarda sorridendo.
-E chi te lo dice?- chiede.
Che domande idiote.
-Tanti aspetti direi.- rispondo.
-Ehm... Forse hai ragione.- dice.
-Comunque come ti chiami realmente?- chiedo in attesa di una risposta fattibile.
-Piacere Niall.- mi porge la mano.
Io evito e poi faccio uno dei miei sorrisi sbilenchi e falsi prima di rispondere -Piacere Diana.-
-Per favore non sorridere.- dice mentre si va a sedere nel l'erba di fronte al panorama.
Cosa a detto?
-Cosa hai detto scusami?- chiedo sbalordita.
-Hai sentito bene: non sorridere.- dice con tono normale, come se la cosa non potesse dare fastidio.
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Games And False Promises
FanfictionEd eccomi qua, sono Diana sono una persona "normale" e altamente menefreghista, ma forse ci sono diversi punti di vista sull'aggettivo normale. Ero convinta che tutte le persone fossero false e traditori. Avevo una mente contorta ed incompresa, in...