I want to be free

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Di nuovo.

Il destino o fato, o percorso della vita o come cazzo volete chiamarlo mi ha rinfacciato il passato.

Mi ha rinfacciato in un qual modo orribile.

Rinfacciato parte della causa del mio periodo buio.

A causa sua ho sofferto.

A causa sua ho pianto.

A causa sua ho riso.

A causa sua ho sorriso.

Ho sognato.

Ho volato.

Ho imparato cos'era l'amicizia.

Ma sempre a causa sua sono sprofondata, senza più trovare una scala, una corda, un ascensore per risalire.

Ed eccola qua, davanti a me.

Spudoratamente di fronte a me.

La causa delle nostre fughe insieme, della nostra amicizia, del nostro primo incontro.

Grazie a lei.

Liz è qui di fronte a me.

Sua madre.

Quella donna che ha dato vita ad una creatura così al quanto perfettamente imperfetta.

Non riesco ancora a capacitarmi come lui abbia tali caratteristiche assai contrarie rispetto a sua madre.

E sì, proprio il locale diretto dalla madre di Luke dovevo scegliere.

Quel nome oramai per me difficile da pronunciare.

Il gusto del suono di quel nome era così amaro che mi ritrovai immersa nei ricordi, ma non volevo rimpiangermi.

Non ora.

Non di fronte a lei con la bocca spalancata, la mia nemica.

Tirai fuori la forza che avevo e cercai di formulare qualcosa, tanto per tagliare questo silenzio così tangibile.

-Quindi di nuovo ci siamo incontrati, coincidenze? - chiesi mentre si formava un sorriso avaro e la mia voce trapassava solo rabbia ed odio.

-S..sì. - continuò balbettando con la bocca aperta.

-Sembra che tu abbia visto la Madonna - la prendo in giro.

Lei si riprende e mi chiese -Come mai qua a Manchester? -

-Dovrei proprio dirtelo? - risposi acida.

-In qualità di tuo direttore ho la possibilità di farti domande. -

-Parla meno da avvocato che tanto non risponderò a nessuna delle tue cazzo di domande, il tuo lavoro ficcatelo in culo. - rispondo a mia volta con l'ira che mi assale.

Decido così di dirigermi con passo deciso verso la porta nel frattempo sentii la voce di Liz.

-Non sei cambiata Diana! - urlò per farsi sentire.

-Nemmeno tu! - urlai per poi sbattere la porta con estrema forza e scendere le scale con passi pensanti e con velocità.

-Com'è andata? – chiese la cameriera prima con viso sorridente per poi mutarsi in una espressione preoccupata, avendo notato la mia rabbia.

Decido di ignorarla per poi uscire da quel ristorante.

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Mi incammino per i marciapiedi della città di Manchester.

Me ne sono resa conto.

Mi sono resa conto che ovunque vada torno sempre nello stesso punto di partenza.

Vedo gente camminare qua e là: chi va a ballare in discoteca, chi lavora nei bar, chi cammina abbracciato ad un'altra persona e poi ci sono io.

Io che non chiedo molto, non chiedo un fidanzato, un amico, chiedo solo la mia pace, quel momento in qui sarò libera e non tormentata dal mio peggiore nemico: il passato.

Lui è sempre con me.

Ho capito che è inutile che lo accosti da parte.

Decido di accostarmi in un parco desolato dopo minuti di camminata.

Mi siedo in una panchina e il gelo mi fa rabbrividire.

-Luke è morto! - urlai.

Decido di urlarlo, di rinfacciarlo al mondo, o forse più che al mondo rinfacciarlo a me.

La vera, brutale, crudele verità.

Decido di urlare tutto.

-La mia vita è uno schifo! -

-Il mio passato è ancora peggio! - mentre lo urlavo si sentiva la disperazione e l'esasperazione trasformarsi in lacrime.

Lacrime amare versate per il niente.

Pulisco le lacrime.

Voglio non piangere più, non essere più debole.

-Luke è morto, punto. - dico più a me stessa.

E che prove hai?

Chiede il mio subconscio.

Ho visto con i miei occhi sua mamma che piangeva riferendomi la brutale notizia.

I ricordi stanno per tornare a galla, me lo sento.

Scuoto la testa, non devo più pensare e dare forza ai miei ricordi.

Mi alzo dalla panchina, cappuccio alla testa, mani nelle tasche e mi incammino verso l'hotel.

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Dopo aver fatto una doccia controllo l'ora nel cellulare.

10.30 p.m.

Decido di andare a dormire ormai stanca morta, così mi metto tra le coperte.

Improvvisamente il mio telefono suona in segno dell'arrivo di un messaggio.

"Dove cazzo sei Diana?!?" -Z.

Decido di ignorare.

Nuovamente mi arriva una chiamata: Zayn.

Ignoro anch'essa.

Tanto anche se non rispondi ti rintraccerò -Z.

Decido di rispondere così magari la smette.

Non ci riuscirai. -D.

Questo è quello che dici tu. -Z.

Decido di ignorarlo e pian piano mi perdo tra le braccia di Morfeo.

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SPAZIO AUTRICE
Tadan🎉

Ecco un'altro capitolo, spero vi sia piaciuto.

Ecco l'inaspettata direttrice👻

Vabbè ora vi lascio.

Buon proseguimento della vostra vita✨

-Laila🌸

Games And False PromisesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora