Capitolo 1

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È inverno. Fuori dalla finestra si vede la pioggia. Io amo la pioggia. Le macchine passano e svuotano con piccole onde le pozzanghere sparse per l' asfalto. Il buio avvolge come una coperta il silenzio a tratti interrotto.
Dopo la guerra non ho mai più usato la magia, era troppo pericoloso. Floridiana ha detto che, probabilmente, il fatto di non utilizzarli e la pozione di Ignes hanno fatto effetto. Forse vivrò più a lungo.

Il conflitto in realtà non è mai finito. Le capsule di ghiaccio sono state portate una ad una nel regno delle streghe, dopo qualche mese si sono sciolte e ogni tanto un piccolo esercito attaccava, ma niente di preoccupante.
Floridiana si è ripresa alla grande, e Ignes...
Per Aura si è stabilito che ogni inverno ci sarà la celebrazione dell' anniversario di morte. Questo sarà il primo, magari mia sorella uscirà dalla sua stanza per più di dieci minuti.
Non esce più. Non parla più. Non mangia con noi, ma l' ho spiata e va di notte a saccheggiare le cucine.
- Cosa fai?
Le dissi. Mi guardò con gli occhi dorati, quelli che usa per vedere bene nell' oscurità. Io ho imparato ad usare quelli argentati, sempre per lo stesso motivo. È l' unico incantesimo che posso permettermi.
- Non ti riguarda.
- Ah no?! Guardati, sembri una depressa. Non voglio una sorella depressa.
Sapevo che una lacrima le sarebbe scesa tra le briciole di pane ai lati della sua bocca. Doveva riprendersi. Erano e sono mesi in cui si chiude. Non sorride più.
Sgattaiolò in camera sua, senza dire una parola. Provai a seguirla, inutilmente.

- Ciao Viola.
Dico con tono spento all' entrata di scuola.
- Ciao... evito di chiederti come stai, va bene?
- Sì, grazie.
- È oggi?
- Sì.
- Credi che si riprenderà?
- Non lo so. Di sicuro starà fuori da quel buco per qualche ora.
- Beh, è già un passo avanti. Mi dispiace di non poter essere venuta in quei giorni tremendi, davvero... la farfalla non me lo permetteva.
- Credimi, è stato meglio così.
- Sai, mi chiedevo se tu non potessi fare un incantesimo per riporare in vita quella fata...
- Anche se esistesse, non potrei farlo.
- Perché?
La guardo torva. Come fa a non ricordarsi del mio problema?
- Santo cielo, scusami... davvero, io non...
- Non fa niente. Hai fatto del tuo meglio.
Le rispondo interrompendola. Almeno l' ho tolta dall' imbarazzo di farfugliare risposte inutili.
- Hai saputo che è venuta una ragazza nuova? Io l' ho vista, sembra patetica.
- No, non lo sapevo. Perché? Che ha fatto?
- Mah sta sempre in disparte, non dice niente. Magari ha dei problemi...
- Non credo che essere riservati significhi avere dei problemi, Viola.
- Mamma mia, era così per dire... da quando difendi i deboli, Suprema?
Ha preso l' abitudine di chiamarmi Suprema, il che mi fa infuriare.
- Vuoi sapere da quando ho preso le difese dei "deboli", come li chiami tu? Da quando Aura è morta e mia sorella è diventata depressa. Ecco da quando.
Sbuffa, poi dobbiamo andare a lezione. Dovrà venire anche lei a quella cerimonia raccapricciante, e io non ne ho assolutamente voglia. Sarà tremendo, un corteo di gente totalmente estranea alla situazione che verrà e farà finta di provare un minimo interesse per una persona che nemmeno sapevano che esistesse.

È finito anche questo stupido giorno di scuola, e ho ricevuto il permesso di Floridiana di fermarmi più a lungo nel Regno. "Quanto vuoi Clhoe, per noi è un piacere averti qui" mi aveva detto. Mi ha affidato le farfalle senza un proprietario così le uso per dilungare la mia permanenza.
- Allora... ci vediamo stasera...
- A dopo.
- Aspetta! Senti, lo so che prima ti ho "offesa", però non volevo, davvero. Mi perdoni?
- Viola non è questione di perdonare o meno, ma sembra che a te di Aura, me e Ignes, non te ne freghi niente. Vai e prendi in giro il primo malcapitato che passa, non pensi che anche io possa sentirmi offesa perché alla fine anche io, anzi, anche noi siamo diverse. Io in particolare perché non posso sfruttare i miei poteri, non posso fare niente. Lo capisci questo?
Abbassa lo sguardo dispiaciuto, e risponde in tono sommesso
- Sì hai ragione. Non lo farò più. A stasera.
La vedo sparire tra la folla e una sensazione di rabbia mi invade. Sono diversa e strana. Ecco tutto.
- Sono a casa.
Urlo a mia "madre".
- Ciao.
Bofoncia senza distogliere lo sguardo dalla televisione. Una volta provavo a iniziare un dialogo, ormai ci ho rinunciato da tempo.
La mia camera era addobbata con fiocchi di neve sospesi, gocce fluttanti e piccole bolle che racchiudevano oggetti comuni. Poi le ho distrutte tutte. Mi ricordavano i miei poteri.

L' Acqua e il Fuoco: Il Segreto Di IgnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora