Capitolo 4

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- Lo dirai a tua sorella che sei guarita?
- Sai... in realtà non lo so.
- Perché non vuoi dirglielo?
- Perché in fondo è una cosa mia, ho fatto tutto da sola, non credo ci sia bisogno di dirlo. È un mio fatto personale, quindi, cerca di stare zitta.
- Va bene...

Una volta arrivate, una fata mi avvisa che Floridiana è nella serra, e vuole vedermi.
La serra è vicino a un torre del castello, è posizionata in alto, per godere meglio dei raggi solari. Sono coltivate diverse specie, spesso rare, di piante per uso medico o decorativo. La regina le cura personalmente, e a volte Ignes la aiuta, in altre occasioni ci va per leggere un libro o per stare un po' da sola. A me non piace molto, è un luogo troppo assolato, caldo e umido. Ma ammetto che è sempre bello ammirare fiori variopinti e profumati.
- Mi cercavate?
- Sì. Riempimelo per favore.
Mi porge l' annaffiatoio, leggero ma resistente, e senza pensare comincio a colmarlo d' acqua.
- Brava... Volevi tenermelo nascosto, vero?
Perché l'ho riempito? Dovevo riflettere prima di farlo... Viola è una spiona.
- Io... ve lo avrei detto. È stata Viola a dirvelo, vero?
- No. Ho i miei informatori.
- Mi fate pedinare?
- Sei tu che vai nei posti in cui vieni osservata. Era estremamente pericoloso quell' incantesimo. Potevi morire.
- Preferivo morire piuttosto che vivere senza poter usare i miei poteri.

- Un ibrido esisteva, ma probabilmente è morto.
- Chi era?
- Una fata, di nome Iris. Era stata avvelenata con il sangue di una strega. Si è unita a loro, pare che fosse diventata una delle Fedelissime, le streghe più devote a Stria. Poi non si è saputo più nulla.
- Credete sia viva?
- No.
Dopo qualche attimo di silenzio le chiedo:
- Perché mi volevate?
- Per vedere se ciò che avevo saputo era vero. Dovresti dirlo ad Ignes, altrimenti lo farà Viola.
- Viola dovrebbe mantenere il segreto.
- Ma non lo farà. È troppo legata a Ignes, e prima o poi parlerà per non perderla.
- Ora posso andare?
- No. Devo dirti un' altra cosa. So che nei pressi della tua città, vive una famiglia molto ricca. Abitano in una lussuosa villa.
- Sì, ma non ricordo il nome...
- Quello non è importante. Devi andare lì e scoprire cosa nascondono.
- Cosa? Perché dovrei farlo? Non voglio diventare un' impicciona o eventualmente una ladra.
- Hanno rubato uno degli oggetti più importanti della nostra magia, potrebbero farne un cattivo uso.
- Di che oggetto si tratta?
- Potrebbe essere un libro di Magia Bianca o un talismano.
- Come fanno ad avercelo loro? E come fate ad esserne sicura?
- Stria lo diede ai loro antenati. Se vuoi farlo, proteggeresti anche te stessa dall' essere scoperta. E non basterà cancellare la memoria.
- Perché no?
- Credi che una volta scoperto il tuo segreto, non esiteranno a proteggere questa preziosa informazione? A comunicarla alle persone sbagliate? Sanno molte cose sulla magia.

Ha ragione. Se qualcuno dovesse scoprire che sono una creatura magica metterei a rischio anche Viola.
- Va bene. Andrò lì a fare non so cosa e vi riferirò.
- Vai ora.
- No, per favore... adesso no.
- Ogni minuto che passa potrebbero scoprirti.
- E perché non me lo avete detto prima?
- Smettila con queste polemiche!
Mi fissa, severa e dura. Non l' ho mai vista così.
- Va bene, vado.
Lascio la serra stizzita e irritata.

- Quindi te ne devi andare?
Dice Ignes cercando di nascondere una punta di dispiacere.
- Purtroppo...
- Buona fortuna.
Viola rimane a fissare il pavimento cristallino, non so a cosa stia pensando, ma per interrompere quel silenzio imbarazzante, accenno un "ciao" con la voce poco udibile.
- Guarda che vengo con te. Non pensare che ti lascio da sola, e poi sembra essere qualcosa di emozionante, devo venire.
- Me la cavo da sola, grazie.
Rispondo con una punta di orgoglio. Ce la faccio benissimo anche senza di lei, sono abbastanza in gamba, credo.
- Lo so, ma non voglio lasciarti da sola.
- Allora muoviti e non perdere altro tempo.
Lei e Ignes si abbracciano, poi quando hanno finito con questa scena sdolcinata, usciamo. Prendo la farfalla in mano, e intorno a me si crea una bolla dorata, che svanisce e mostra la sontuosa villa della ricchissima famiglia... Smith, come si legge dalla targa.
- Mette i brividi...
- La casa? Ma se è bellissima!
- Troppo sfarzo, troppe aiuole, troppe siepi curate, troppe macchine costose, troppo tutto.
- Ma piantala.
Con un tono di rimprovero, la esorto a concentrarsi sul modo migliore per entrare.
- Torniamo questa notte e entriamo di nascosto.
- Certo, perché secondo te non hanno un sistema d' allarme o qualcosa di simile...
- Non ci avevo pensato.
Come fa a dire certe cose?! Sembra improvvisamente regredita di dieci anni.
- Facciamo finta che stiamo facendo una ricerca per... capire quali sono le famiglie più ricche della zona, potrebbe andare?
Chiedo un parere, anche se so che la mia idea, modestamente, è molto più sensata della sua.
- Perché mi chiedi un parere se tanto sai che ti do ragione?
Sorrido soddisfatta a questa risposta, poi attraversiamo l' immenso giardino. Mi giro, e mi accorgo, con una punta di invidia, che da qui si vede il mare. Si trova in campagna, ma in una posizione abbastanza elevata, dalla quale si può vedere il mio elemento.
Nulla va tolto all' aspetto esteriore, ma qualcosa mi dice che dentro questa gabbia dorata, abiti una persona che aspetta il momento giusto per andarsene.
Suoniamo il campanello, troppo grande, ma in confronto alla casa è minuscolo.
Ci apre una signora di mezza età, dall' aria stanca, e deduco sia una domestica dall' abbigliamento.
- Desiderate?
- Salve signora, stiamo facendo una ricerca scolastica per capire quali sono le famiglie più ricche della zona e come hanno fatto ad avere questi privilegi sociali.
Cerco di essere il più convincente possibile, mentre sfoggio un sorrisetto falso ma innocente, che spero mi permetta di conquistarmi la fiducia di questa donna e che mi dia la possibilità di recuperare quel dannato oggetto.
Viola è tesa, vorrebbe scappare e fatica a rimanere seria.
Gli occhi della signora mi fissano, scuri come il carbone, e severi, come se mi stesse rimproverando di essere venuta a disturbare.
- Accomodatevi.
Dice infine, e tiriamo, per ora, un sospiro di sollievo.
- Devo avvertire i signori che ci sono visite, potete aspettare in salotto.
Attreversiamo un ampio corridoio, con appesi quadri di paesaggi durante le quattro stagioni. Ci apre la porta della stanza, arredata con delle poltrone rosse disposte a semicerchio, con un tavolino in legno tra di esse, coperto da un centrino bianco sul quale è appoggiato un piatto in vetro con delle caramelline all' interno.
A sinistra e a destra ci sono altre porte, non ho la minima idea di cosa ci sia dietro, e alle pareti sono appoggiate delle librerie con vecchi tomi. È improbabile che l' eventuale libro sia nascosto qui, ma comincio a dare un' occhiata veloce ai titoli. Dei piccoli quadretti dai colori leggermente sbiaditi con dipinte le personificazioni dei dodici mesi, danno un po' di vivacità alla carta da parati ingiallita. La finestra dà sul giardino, sui campi arati e sulla vigna spoglia, poiché la vendemmia è passata. La domestica se ne va, chiudendo la porta senza fare il minimo rumore. Mi alzo e comincio a rileggere i libri.
- Non esiste un incantesimo per trovare subito ciò che cerchi?
- Certo che c'è. Si chiama incantesimo di selezione, ma ho paura che mi scoprano.
- Fai una prova, che ti costa? Magari è qui.
- Sono libri su diritti civili, è tutto a carattere giuridico, non credo sia qui.
- Magari hanno cambiato la copertina...
Mentre discutiamo su cosa fare, le nostre voci vengono interrotte da una melodia suonata al pianoforte, al tempo stesso dole e malinconica...

Angolo Autrice:
Ciao a tutti! Scusate se questo capitolo è arrivato in ritardo, ma spero vi sia comunque piaciuto... Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando!❤

L' Acqua e il Fuoco: Il Segreto Di IgnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora