Capitolo 15

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Mi sarei aspettata qualsiasi cosa.

Non un caveau bancario di quelli che si vedono solo nei film d'azione, massima sicurezza e due energumeni armati davanti alla porta blindata con gli sguardi che intimavano anche solo a respirare nel modo sbagliato per dargli un pretesto per spararti una pallottola dritta in fronte. Dovetti dare atto che un vecchio bar era la copertura perfetta per quest'attività. Chi avrebbe mai sospettato che ci potesse essere quella zona al di sotto?

Forse la paura alterava la mia percezione ma mi sembrava di essere la protagonista di un dannatissimo film di serie scadente quel giorno. Era tutto così surreale.

E quei due uomini enormi erano davvero dei giganti. Due armadi a due ante posti ognuno ad un lato della grande porta metallica, braccia incrociate e con tanto di pistole nelle fondine ascellari e nella cintura attorno ai fianchi.

- Tranquilla - disse una voce alla nostra destra. - Sono innocui come cuccioli.

Facevo fatica a crederci. E quando la voce continuò chiedendo: - Non è vero, ragazzi?, e i ragazzi non mossero un muscolo restando stoici nelle loro espressioni minacciose, il tizio che aveva parlato perse ogni credibilità.

- Ciao, Jack.

Solo a quel punto focalizzai l'attenzione sull'uomo in questione, poco più basso di Christian, con i capelli sale e pepe e una folta barba grigiastra ma ben curata. Gli occhi azzurri sorridenti dietro la montatura rotonda. Indossava un completo blu scuro con sotto una camicia bianca e le bretelle grigie dello stesso colore del fazzoletto nel taschino.

Jack mi scrutò per una manciata di secondi sempre mantenendo il sorriso cordiale. - Non mi avevi detto che era così carina.

Christian sospirò esageratamente scuotendo la testa con finta esasperazione. - Non provarci nemmeno. Sei troppo vecchio per lei, vecchio.

Nonostante sembrasse che lo stesse insultando, nel suo tono si avvertiva l'ammirazione e il rispetto (e anche l'affetto) che provava per quell'uomo. Mi chiesi se il loro rapporto non fosse molto più stretto rispetto a quello tra un cliente e il suo..ehm..custode di denaro (proprio non sapevo come definire questa cosa).

- Attento a come parli, moccioso. Sarò anche vecchio ma so ancora come farti abbassare la cresta - replicò Jack con voce grossa, senza abbandonare il sorriso. - E presentami la bellissima ragazza al tuo fianco. Mi sembra di averti insegnato le buone maniere, maledizione.

- Jack, lei è Thia - annunciò subito e poi si rivolse a me. - Dolcezza questo è Jack, l'uomo più vicino ad un padre che abbia mai avuto.

Jack fece un passo in avanti e mi prese la mano baciandone il dorso con fare galante. - È un piacere, Thia. Questo moccioso non faceva altro che parlare di te ma non voleva che ci conoscessimo.

Sorrisi debolmente. - Spero abbia detto solo cose belle.

- Non sarebbe qui a conversare con noi se non l'avesse fatto - rispose Jack. - Quando l'ho conosciuto era un dannato ragazzino indisciplinato e sempre arrabbiato. Ho dovuto raddrizzarlo per bene e la prima regola che gli ho insegnato è il rispetto per la propria donna, sia che lei sia presente o meno.

Mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più in proposito. Se quell'uomo era stato una figura paterna ed un esempio per Christian volevo davvero approfondire la sua conoscenza e farmi raccontare tutto ciò che sapeva sul mio pugile. Sarebbe stata la versione aggiornata del "lascia che ti mostri le sue foto da piccolo" delle mamme.

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