Capitolo 4

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- Seimila bigliettoni! - esclamò per l'ennesima volta il rosso dal sedile posteriore. - Sentite quest'odore? È il profumo dei soldi perché noi ne abbiamo fottutamente tanti.. scusami.

Risi. Tyler aveva un linguaggio così colorito che non aveva senso che mi chiedesse scusa ogni volta. Christian alzò gli occhi al cielo e mi lanciò un'occhiata fintamente esasperata mentre accostava di fronte a casa mia.
Si trattava di una villetta a due piani che i miei genitori avevano acquistato subito dopo essersi sposati. E adesso che mio padre non c'era più per noi aveva un valore ancora più grande, non avrei mai potuto nemmeno immaginare di venderla.

-  Però, bella casetta. Decisamente meglio degli appartamenti di mer.. da schifo del campus - fischiò ammirato Tyler. - È tutta tua?

- No. - Scossi la testa sorridendo. - Ci vivo con mia madre ma per il lavoro non tornerà fino a giovedì, credo.

Christian si girò verso di me con gli occhi socchiusi. - Mi stai dicendo che dormirai da sola?

- Beh, si..

- Beh, no. Scordatelo - ribatté. - Dannazione, chiunque potrebbe entrare e farti del male.

Questa volta fui io ad alzare gli occhi al cielo. - Chi vuoi che mi faccia del male? La mia vicina di casa, la signora Delporte? Quell'adorabile vecchietta non farebbe del male nemmeno ad una mosca.

- Thia, tu non sai..

- Io so - lo interruppi - che non è di certo la prima volta che dormo sola e non mi è mai successo niente.

Si girò di scatto fissando dritto davanti a sé e dicendo una parolaccia a denti stretti. Era così sexy, anche quando faceva lo scontroso. E, in fondo, mi piaceva che si stesse preoccupando per me anche se non ne aveva alcun motivo.

- Ascolta, bellezza. Credo che Christian abbia ragione. È come se avessi scritto sullo zerbino: Benvenuti. Entrate e servitevi pure.

- State esagerando - replicai decisa. - E poi, dove volete che vada, altrimenti?

- Da me.

Sia io che Tyler restammo a bocca aperta. Lo guardai per capire se stesse scherzando ma, al contrario, aveva un'espressione mortalmente seria. Voleva davvero che passassi la notte da lui?

- Per me non è un problema, ho una stanza in più e.. - si grattò la testa. - Solo accetta per farmi stare più tranquillo. Per favore. 

Lo guardai. Sembrava così disperato all'idea che mi potesse davvero succedere qualcosa di brutto. E anche se non riuscivo a capire fino in fondo il motivo di tanta insistenza, accettai.

- Va bene - dissi. Se ci teneva così tanto, allora potevo farlo.

- Bene - mi fece eco lui. - Se vuoi puoi prendere le tue cose, sai..

Annuii ancora facendo cenno di aver capito e scesi dall'auto.

Oddio, avrei dormito a casa di Christian.

E si, nonostante non capissi il motivo della sua insistenza, ero curiosa di scoprire qualcosa in più su di lui. Vedere la sua casa. Sarebbe stata la classica casa da scapolo che si vede nei film, piena di bottiglie di birra e biancheria sparsa ovunque?

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