Epilogo

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Pessima idea.

Avevamo avuto proprio una pessima idea.

Se avessi potuto tornare indietro lo avrei rifatto altre infinite volte. Avrei seguito Ryan in quella notte stranamente fredda, vestita completamente di nero, sarei saltata attraverso quella finestrella, avrei ripercorso quelle scale buie e umide fino a quello scantinato. Avrei rifatto ogni cosa successa da quella sera, avrei rivissuto ogni minuto esattamente nello stesso modo, solo per ritrovarmi di nuovo qui, tra le braccia di Christian altre infinite volte.

Lo avrei rifatto per poter guardare nei suoi magnifici occhi color miele e lasciarmi cullare dall'amore che scaturiva da essi.

Lo avrei rifatto per poterlo sentirsi muovere cadenzato dentro di me, sentire ogni dura parte del suo corpo strusciare dolcemente sulla mia per darmi piacere.

- Oh, Christian - mormorai sentendo montate il mio orgasmo. Le mie labbra si schiusero lasciando andare un ansito contro le sue.

Posai una mano sulla sua guancia, accarezzando quel viso che tanto amavo mentre ogni mio muscolo si tendeva lasciandosi andare al calore vibrante che mi riempì. Fremetti tutta.
Sopra di me, dentro di me lui assaporò il mio stesso momento di passione, il volto appannato dal desiderio.

Solo quando i nostri respiri si calmarono, pose fine ai movimenti e mi abbracciò stretta.

- Buongiorno - disse con un sorriso soddisfatto e poi sfiorò le sue labbra con le mie in un bacio casto.

- Buongiorno a te - salutai rispondendo al sorriso. La mano che non aveva mai lasciato la sua guancia si mosse in una lenta carezza sulla barba chiara.

- Come va la tua spalla?

- Abbiamo appena finito di fare l'amore e sono le sette del mattino, dolcezza - sussurrò fintamente esasperato. - Dacci tregua, nursy.

- Devo chiedertelo. Mi preoccupo per la tua salute perché ti amo e perché è il mio lavoro.

Negli ultimi tre anni erano cambiate molte cose. A partire dal fatto che Christian era diventato un pugile professionista dei pesi massimi.
Dopo l'arresto del Boss si era finalmente lasciato alle spalle i combattimenti clandestini ed era riuscito a costruirsi una carriera nel mondo della boxe alla luce del sole. In meno di due anni era riuscito a vincere il suo primo campionato internazionale e a farsi strada tra i più grandi nomi della boxe come uno dei più giovani detentori di un titolo mondiale.

Ed io gli ero sempre rimasta a fianco. Come sue fidanzata e come parte della sua équipe, in qualità di suo medico. Era stata la richiesta di Christian, non appena la sua carriera aveva cominciato a decollare, e mi ci era voluto un anno per ottenere la specializzazione in medicina dello sport; dopodiché avevo potuto cominciare ad assisterlo durante i suoi incontri in giro per il mondo insieme a Tyler, che naturalmente era diventato il suo agente. Dovevo ammettere che formavamo un'ottima squadra.

- Ho riposato abbastanza e la mia spalla sta bene. Ho bisogno di ricominciare ad allenarmi.

- Non prima che ti abbia visitato e mi sia accertata delle tue condizioni - replicai.

Sapevo quanto fosse frustrante per lui non potersi allenare, soprattutto quando aveva un incontro imminente ma per me la sua salute veniva prima di tutto e col cavolo che lo avrei lasciato anche solo toccare con un dito del piede il ring senza prima fare i dovuti controlli e essere sicura che fosse tutto al posto giusto. L'ultimo combattimento gli aveva procurato una lussazione alla spalla destra a causa dei brutti colpi inferti dal suo avversario.

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