"NON E' UN ADDIO."

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Mi sveglio presto, vado in cucina e mi preparo la colazione.

Diciamo che non sono psicologicamente pronta per partire.

Mi piace restare qui, mi trovo bene a scuola.

Dopo aver mangiato, suona il campanello.

"Ehi!" esclama Helen.

"Ciao." Bofonchio.

"Triste per il viaggio, eh?" mi domanda sorridendo.

"Troppo." Dico.

"Una nuova avventura ti aspetta, Jessie. Non lasciare che le occasioni importanti ti sfuggano di mano." Afferma.

"Sei sempre filosofica. E con questo cosa intendi dire?" le chiedo.

"Che potrebbe essere una buona opportunità per i tuoi studi." Risponde.

"Hai ragione. Sei sempre positiva." Dico abbracciandola.

"Figurati. Dai ti aiuto a mettere le valigie in macchina." Esclama.

"Ei, ma dov'è Zack?" le domando.

"A scuola, ti manderà una e-mail tranquilla." Dice.

"Jessie, dobbiamo andare." Ribatte papà.

"Okay. Ciao Helen." La saluto.

"Arrivederci. Non è un addio chiaro?!" esclama lei.

"Lo so bene. A presto, Helen." Dico.

Mentre salgo in macchina una lacrima mi scende.

Prima di arrivare all'aeroporto dobbiamo affrontare un viaggio di quattro ore circa in macchina.

Mi addormento per dimenticare la mia partenza.



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