Chapter Three - Sweetheart

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«Fanculo! È possibile non ci sia nulla che mi vada bene qua dentro?»

Se solo avessi saputo quanto la mia migliore amica fosse paranoica, avrei trovato qualunque scusa possibile pur di evitarla e lasciare che si preparasse per conto proprio.
Era perennemente ansiosa, delle volte fin troppo agitata, e stavolta poteva tranquillamente essere paragonata ad una donna di mezza età in meno pausa.

La guardai lamentarsi per la milionesima volta, sbuffava continuamente, in preda ad una crisi isterica, in perenne lotta con il proprio armadio, enorme oltretutto, tant'è che spesso mi chiedevo come potesse essere indecisa su che indossare, potevo comodamente navigarci al suo interno.

«Py un vestito qualunque andrà più che bene.» sospirai esasperata, spostando una ciocca di rossi capelli dal viso.

Se fosse stato possibile fulminare ed uccidere qualcuno con lo sguardo, probabilmente sarei già morta.

«Oh certo, come se fosse facile. Non tutti mettiamo addosso la prima cosa che capita, come te!»

Oh beh, a quanto pare i ruoli si erano invertiti, pensai, rivolgendole una delle mie occhiate peggiori.

«Qualcuno oggi ha intenzione di voler essere ignorata...» mormorai incrociando le braccia al petto, sbuffando silenziosamente, mentre Pyper scioglieva la presa su un vestito bianco, sicuramente firmato, prima di fiondarsi a sedere accanto a me, stando con una gamba piegata sul soffice materasso.

«Scusa Mary...» se solo non mi avesse abbindolato con quei suoi grandi occhi da cerbiatta, probabilmente avrei continuato la mia farsa ancora un po', sperando per lei non fossi seria.

Ricordavo bene quella volta, quando, all'età di quattordici anni, Pyper mi confessò d'essersi presa una cotta per lo stesso ragazzino di cui mi consideravo follemente innamorata.
Non credendo alle mie parole, rise per via di ciò che dissi, imparando solo dopo qualche giorno che non scherzassi sul fatto che l'avrei ignorata.
Se avessi voluto, avrei tranquillamente potuto ignorare qualcuno anche per intere settimane.

«So che è importante per te, ti chiedo solo di rilassarti, sarai bellissima in ogni caso.»

Sorrise dolcemente, avvicinandosi alla mia guancia, dove lasciò un sonoro bacio.

«Grazie Sweetheart!» sussurrò a pochi centimetri da me, ridacchiando leggermente quando mi vide alzare gli occhi al cielo, nascondendo un sorriso invano.

«Se vuoi davvero ringraziarmi, dammi una mano a scegliere un vestito Py!» mormorai divertita, nascondendo quanto realmente avessi bisogno del suo aiuto.
Effettivamente se non fosse stato per lei, nessuno mi avrebbe impedito di presentarmi a quella festa con un semplice paio di jeans, una maglietta, e le mie fidate Converse, davvero troppo consumate, ma di abbandonarle non se ne parlava proprio.

«C'è bisogno di chiedere?» l'ironia era decisamente palpabile.
«E se credi che io ti faccia andare lì con dei jeans e quel dannato paio di Converse sappi che ti sbagli tesoro.» la simpatia non era di certo uno dei suoi pregi migliori.

Sbuffai pesantemente, borbottando parole fortunatamente non udibili alla mia migliore amica, che nel frattempo era tornata nella sua postazione, alla ricerca di un vestito che ero certa avrei odiato.

«É lui!» sussultai improvvisamente, alzando il busto di scatto, talmente velocemente da farmi male.

«Di chi parli?» borbottai confusamente, portandomi una mano sulla schiena, leggermente dolorante.

Non feci in tempo a proferire nuovamente parola, che un attimo dopo me la ritrovai praticamente addosso, con in mano un vestito nero.

«É stato fatto apposta per te!» era carino, effettivamente, non molto corto, abbastanza semplice, per nulla vistoso.
«Andrà bene, sì.»
Sorrise soddisfatta della propria scelta, prima di alzarsi nuovamente ed andare a cercare un paio di scarpe, non Converse per mia sfortuna, che stessero bene con il vestito.

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Avete presente una taglia 40 infilata a stento in una 36?
Ecco, molto probabilmente quello era il mio caso.
Sbuffai per l'ennesima volta, aggiustando l'abito striminzito nel migliore dei modi, era bello, ma non nascondeva di certo la miriade di difetti che mi portavo appresso.
Passai le mani lungo i fianchi, dove il vestito cadeva morbido, steingendomi lievemente intorno alla vita.
Cercai poco dopo di allungarlo, sospirando nuovamente quando vidi il vestito restare così com'era.

«Ricordami perché ho accettato di venire.»

«Perché mi vuoi tanto bene, ovvio.»

Fulminai Pyper con lo sguardo, e quasi mi strozzai con la mia stessa saliva.
Il vestito blu caraibico che aveva scelto, fasciava perfettamente il fisico asciutto e slanciato, dettato da fianchi stretti ed un seno non troppo prosperoso.
Era perfetta, mentre io cercavo di evitare la mia immagine allo specchio in qualunque modo, rischiando più volte di cadere sui trampoli.

«Sei bellissima Sweetheart...credimi, chissà quanti cuori infranti questa sera!» Disse Pyper, alle mie spalle, accarezzandomi le pallide spalle scoperte, dando una sistemata ai lunghi capelli che avevo prontamente legato in una lunga treccia.

Accennai un sorriso, senza poter però ribattere in alcun modo, trascinata giù per le scale dalla mia migliore amica.

Non sarebbe cambiata mai.

Masterpiece || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora