Chapter Seven - Just Friends

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«Pensi dovrei provarci?» Pyper mi guardava con sguardo teso, le labbra arricciate in una smorfia, aggiustando i capelli perfettamente pettinati su una spalla.

Quel pomeriggio, ero rimasta al parco ancora per un po' di tempo, assorta nei miei pensieri, senza smettere nemmeno per un istante di disegnare, finché la familiare suoneria del mio telefono non aveva deciso di disturbare la mia quiete, o meglio, Pyper lo aveva deciso, intimandomi di correre a casa sua al più presto.

Sospirai silenziosamente, portando entrambe le ginocchia al petto, spostando il mio sguardo sulla mora.

A detta della mia migliore amica, ero infatti venuta a sapere quale fosse l'identità del ragazzo con il quale aveva passato tutta la notte.
Fui certa di aver percepito la mia mascella toccare terra, quando il nome di Calum Hood uscì dalle sue labbra rosee.

«Non so Py...come sei stata con lui?» domandai, sinceramente interessata, nascondendo la lieve preoccupazione.

Conoscevo Pyper più di quanto probabilmente conoscessi me stessa.

Era una ragazza dolce, solare, estroversa, senza peli sulla lingua, ma tutti abbiamo demoni dentro di noi con i quali siamo in costante lotta.
Aveva sofferto una volta, non lo avrei fatto ricapitare per nulla al mondo.

La vidi sospirare, teneva lo sguardo basso.
«É un ragazzo davvero dolce...ma non so cosa voglio veramente.» mormorò, scuotendo lievemente il capo, come a voler scacciare pensieri che non conoscevo.

Azzardai, toccando forse un tasto fin troppo dolente, non potevo però non parlarne.
«E Luke?»

Alzò lo sguardo, incontrando il mio per una frazione di secondo.
«Non mi noterà mai Mary, lo sai meglio di me. Devo...voltare pagina.» sospirai, sollevata dalle sue parole, notando fosse piacevolmente più tranquilla.

Le davo ragione, Luke non pareva interessato, a dire il vero non mi capitava mai di vederlo particolarmente preso dalle ragazze.

Forse aveva solo fin troppi pensieri in testa, per dedicarsi ad una ragazza.

«Calum potrebbe essere un buon modo per voltare pagina, non credi?» dissi, mordicchiando il mio labbro inferiore, nascondendo a stento un sorriso.

Da quando ero arrivata nella stanza della mia migliore amica, avevo notato spesso vederla alle prese con il proprio telefono.
Non era difficile poter pensare chi fosse il destinatario dei suoi continui messaggi.

Arrossì, facendomi sorridere.
«Forse.» risi leggermente, tirandola delicatamente verso di me, stringendola in un abbraccio affettuoso ed impacciato.
«Qualunque scelta farai, io sarò qui per sostenerti.» era vero, ci sarei sempre stata, a qualunque costo.

Aumentò la dolce presa attorno alle mie spalle, sospirando silenziosamente le uniche parole che avessi voluto sentire.

«Lo so.» sorrisi, e così anche lei, che lasciò lentamente la presa, sfilando il proprio telefono dalla tasca dei jeans chiari.

Posai i gomiti sulle ginocchia, senza distogliere lo sguardo dalla sua figura.

Sorrideva come un'ebete verso lo schermo del telefono.
Non potei risparmiarmi una risata.

«Che ti ha scritto?» domandai incuriosita.

«Ci ha invitato a seguire le prove della band. Ha detto che sono cominciate più tardi, perché Ashton, il batterista, non è stato puntuale, anche se non sa il motivo.» arrossì visibilmente, sentendo il nome del batterista, nascondendo naturalmente il fatto che conoscessi il motivo del suo ritardo.

«Non credi disturberemo?» domandai incerta, non troppo sicura di volerlo incontrare ancora una volta.

Rise leggermente, scostando una ciocca di scuri capelli dai propri occhi.
«Cal dice di no. Ti prego Sweetheart.» quella scena mi era vagamente familiare, pensai, cedendo alle suppliche della mia migliore amica.

Masterpiece || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora