Chapter Twelve - Give Time To Time

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Pyper aveva volutamente preso la decisione di lasciarmi sola, anche quel pomeriggio, per stare in compagnia di Calum.
Non che ciò mi disturbasse, dopotutto, erano probabilmente prossimi a stare insieme, chi ero io per ostacolarli?

Ashton, quel giorno, sarebbe dovuto andare a Melbourne, per il compleanno di sua nonna, perciò, con mio grande dispiacere, non era potuto essere lì.

L'unica persona, e non ultima per scelta, che io potessi contattare, era certamente Luke.

Ero più che felice del fatto che tra noi le cose fossero tornate come un tempo.
Mi era mancato davvero tanto, e, da quel giorno a casa di Calum, non eravamo stati molto insieme.
In realtà, non ricordo come quella giornata fosse andata a finire.
Ricordo di aver parlato ad Ashton, sorrisi al pensiero, ma, dopo questo, il vuoto.
Mi ero solamente ritrovata sul mio letto, la mattina successiva.
Essendo tardi, uno dei ragazzi mi aveva probabilmente portata a casa in auto, mentre ancora dormivo.

Con un leggero sospiro, allungai un braccio di fianco a me, afferrando il mio telefono, successivamente.
Lo portai all'orecchio, dopo aver ovviamente digitato il numero del biondo.
Speravo non fosse impegnato, o semplicemente di non disturbarlo.

I miei pensieri vennero bruscamente interrotti dalla voce calda e suadente di Luke, dall'altro capo del telefono.

«Ehi piccola Jane!» alzai gli occhi al cielo, risparmiandomi un sorriso.
Era l'unico ad avermi mai chiamato in quel modo.

«Lucas...disturbo?» domandai in modo beffardo, ghignando divertita.
Non potevo vederlo, ma sapevo avesse probabilmente fatto una smorfia.
Detestava il suo nome per intero, e io non perdevo occasione per rammentarglielo.

«Tu disturbi sempre.» disse, con tono ovvio, seguito da una risata.

«Vaffanculo...» borbottai, divertita.

«Dico davvero, Luke, se dis-»

«Certo che no. Sei la mia migliore amica, dopotutto, no?» fermò le mie parole, domandando poi retoricamente, facendomi sorridere.

«Giusto. Possiamo vederci, o sei impegnato a fare altro? Sai, non vorrei mai ostacolare i tuoi progetti, alias Michael Clifford.» azzardai ridendo sottovoce.

Okay, Luke non mi aveva confidato nulla, ma, era più che palpabile il fatto che tra i due ci fosse qualcosa.
O almeno, lo speravo.

Sentendo il ragazzo balbettare confusamente dalla parte opposta del telefono, mi lasciai sfuggire una leggera risata, placata dalle mie stesse parole.

«È tutto okay, Luke?»

«Uhm, sì, perché non dovrebbe?» sospirò, tra una frase e l'altra.

«Ti aspetto, fra dieci minuti.» continuò poi.
Sorrisi, sentendolo ora più tranquillo.

«A fra poco, Lucas.» senza dargli tempo di ribattere, chiusi la telefonata, gettando distrattamente il mio telefono sul letto.

Infilai il vecchio paio di converse bianche, rischiando di cadere rovinosamente per terra, per il mio poco equilibrio.

«Merda.» imprecai sottovoce, prima di uscire sbrigativamente dalla stanza, dopo aver legato i lunghi capelli rossi in una coda.

«Dove vai?» la rauca e fredda voce di mia madre, richiamò la mia attenzione, facendomi voltare, negli ultimi gradini della rampa di scale.

«Da un amico.» mormorai, tagliando corto.

Non che lei non conoscesse Luke, ma se io non potevo più essere partecipe della vita che lei conduceva, perché doveva essere il contrario, per lei?

Masterpiece || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora