Souls on fire.

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"Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme."

Charles Bukowski

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Solitamente avrei preso una cioccolata calda, in quella situazione. Il freddo si faceva sentire talvolta, e ti entrava dentro le ossa.
Ma comunque stavo mangiando del gelato sul letto della 134 con Michael Clifford che lo condivideva con me. Sempre contro vento.

Dunque, non ero mai stata una ragazza che condivideva così facilmente, soprattutto del cibo, l'unica cosa che amassi più di tutto.

Questo discorso mettiamolo da parte, il mio rapporto morboso con il cibo meglio tralasciarlo.

Era comunque una sera di novembre e stavo festeggiando il mio compleanno mangiando un gelato, con Michael per giunta.

Bene, vi starete chiedendo gli altri dove fossero.
Beh, avevo proibito ad ognuno dei miei amici di organizzarmi una festa, io non amavo quel genere di cose.
《Lasciamone un pò a Luke per quando torna.》dissi a Michael ridacchiando.
《Silenzio.》mi zittì concentrandosi di nuovo verso la tv.
Scossi la testa e sorrisi mentre lo guardavo, mentre era così preso dal film che stavano trasmettendo in televisione.

D'un tratto la porta della camera scattò, guardai Michael impaurita che in risposta mi rise in faccia.
E《Buon 19° compleanno!》gridarono Ash, Luke, Jennifer, Calum, Sarah e Michael. Entrarono con una torta tra le mani, delle candeline su di essa e cominciarono a ballarmi intorno e a cantare la canzone di buon compleanno.
Mi avevano organizzato una festa.
《Cazzo, fanculo, vi avevo detto di non farlo, ma vi amo da impazzire.》gridai a mia volta mentre gli occhi erano lucidi.

Chi lo aveva mai fatto per me prima di quel momento? Fu la prima cosa che mi venne in mente.

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《Charles Bukowski è un dannato scrittore, merda lo adoro.》mi confessò Michael dopo che avevamo finito la nostra lezione in comune, quel giorno.
Era una giornata piuttosto soleggiata, non vedevo l'ora di andare in caffetteria e trovarci Luke. Tanto lui aveva avuto solo una lezione quella mattina.
《Anch'io, da impazzire.》
Risposi con gli occhi che mi brillavano. Una cosa in comune con Michael era rara da trovare, fu per questo che anche lui spalancò gli occhi《Amo quando esprime la rabbia, forse mi ci ritrovo un pò, in lui, per i suoi pensieri che spesso leggiamo sottoforma di citazioni, in classe.》continuai, lui annuì aggiustando la sua tracolla sulla spalla.
《Senti Victoria.. io vado alla ovest-》
《Aspetta Michael, ho bisogno di farti una domanda.》
Mi guardò interrogativo ma poi mi incitò a parlare.《Chuck, quel Chuck, ha detto che voi eravate amici, che ora non lo siete più, cos'è successo-》
《Victoria, Victoria aspetta,》mi bloccò《perché ficchi il naso in cose che non ti riguardano, me la spieghi questa cosa?》
Pensandoci, aveva ragione. Io fin dall'inizio cercavo di avere più informazioni possibili su di lui, sono sempre stata una ragazza curiosa.
Ma cercai comunque una spiegazione in grado di poterlo zittire per far sì che rispondesse alla mia domanda.
《In realtà non ficcò il naso nelle cose che non mi riguardano, perché mi ha anche detto che tu gli hai proibito di parlarmi, vorrei sapere perché.》
Sbuffò passandosi la mano nei capelli《Sei noiosa.》

Era chiaro che non sapeva cosa dire.

《Me ne vado.》
《No!》esclamai prendendolo per il braccio,《Tu ora me lo dici Michael.》
《Io non ti dico proprio niente, chiaro? Parlo con te di quel che cazzo mi pare e se non voglio darti delle motivazioni non te le do e basta.》
《Ma ti senti quando parli? Vado via e chiamami quando ti è passata questa fase da "ribelle del cazzo".》
Quello bastò per far sì che mi guadagnassi un'occhiataccia da parte sua, ma non m'importava.
A quel punto il non voler litigare lo mettevo da parte, ché ad andare avanti così non portava da nessuna parte.
《E tu fammi un fischio quando la smetterai di metterti tra le mie questioni di merda.》

Tra i libri di psicologia. || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora