La Luce

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Rimango in questo buio. Per secondi, ore o forse giorni. Ho perso la cognizione del tempo. Ho freddo.
Tanto freddo.
Non sento più gli arti, mi sento come se stessi fluttuando senza peso con un freddo nel cuore. Sono consapevole dei miei ultimi attimi di vita e credo di trovarmi nell'eterno limbo. Il suicidio non è ben visto nei piani alti a quanto pare. Però devo ammettere che è confortante questo silenzio e questo buio. Inizio a pensare a tutta la mia breve vita. A quello che avrei voluto fare, diventare ed essere. Non avevo mai pensato che la mia vita sarebbe finita così. Immaginavo un incidente stradale, domestico, sbranata dal cane, affogata, ecc. Vabbè insomma avete capito. Ma mai mi sarei immaginata questo. Che il mio destino fosse questo. Mentre rimugino sul mio passato e il mio ormai non più ipotetico futuro, sento una dolce voce che inizia a cantare dolcemente una specie di ninna nanna. Quando sta per finire, sento le orecchie ovattate e una luce in lontananza. Strano. Inizio a "fluttuare" da quella luce. Avvicinandomi a quella luce inizio a sentire la sensibilitá degli arti. Dita, mani, braccia, gambe. Una bella sensazione sapere che sono ancora lì. Inizio a sentire dei pianti, delle urla e il mio nome richiamato a gran voce. Delle gocce calde sgorgano dai miei occhi senza rendermene conto. Mi avvicino così tanto da toccare la calda luce ed essere risucchiata al suo interno facendomi mancare l'aria.
Chiudo gli occhi per istinto e quando li riapro mi ritrovo un soffito con travi di metallo. Poi alzando leggermente la testa riuscii a percepire un ragazzo accovacciato su di me in piena crisi di lacrime dicendo 《nooooooo! Non puoi, non devi! Non puoi lasciarmi. Non Puoi e basta! Ritorna! Ritorna ti prego!!》parole comprese tra un singhiozzo e l'altro. È Gabriel. Alzo la mano come se fosse di cemento e cercando di essere il più delicata possibile, gli accarezzo i capelli. Nello stesso istante alza la testa e mi guarda negli occhi con i suoi arrossati e pieni di lacrime, le guance rosse e i singhiozzi di pianto. 《S-silver?》 E si lanciò su di me senza dire altro. Posando le sue labbra sulle mie e abbracciandomi stesa ancora a terra. Mi staccai immediatamente cercando di trovare mia madre e Unia. Senza trovarle con lo sguardo andai in panico. 《Dove sono? D-dove sono? ODDIO DIMMELOOO!》in piena crisi mi abbraccio più stretta e mi sussurrò che aveva chiamato altri rinforzi e che stavano meglio. 《Shhh. Calmati piccola. Ci siamo solo io e te》 e mi baciò di nuovo

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