Beer?

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Erano passate settimane dall'ultima volta che aveva visto Andy e non c'era stato nemmeno un giorno in cui Mika non avesse chiamato il biondo o non gli avesse mandato un messaggio, ma lui non si era mai fatto sentire.

Oramai cominciava a pensare che si fosse ingannato, che tutti loro avessero sbagliato e che Andy davvero non lo volesse più nella sua vita.

Aveva provato a parlarne con le sue sorelle, ma l'unica risposta che gli avevano dato era che forse il greco aveva bisogno di più tempo e quindi avrebbe dovuto continuare a dimostrargli quanto tenesse a lui.

Avrebbe volentieri chiesto un parere a Fortunè, ma dopo la cena a casa dei genitori il fratello era sparito.

Mika era sicuro che sapesse qualcosa che non poteva assolutamente rivelargli anche perché aveva persino smesso di rispondere alle sue chiamate con la scusa di un imponente carico di lavoro.

Fortunè aveva sempre avuto tempo per rispondere al telefono, anche quando faceva il tirocinio nello studio di un architetto che lo costringeva a lavorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Questo non poteva che condurre il cantante a pensare che in tutta questa faccenda Andy ci entrasse qualcosa.

Di certo non aveva detto al ragazzo di stargli lontano, Fort si sarebbe rifiutato, ma probabilmente gli aveva detto qualcosa che il giovane non voleva fargli sapere.

Aveva pensato molto a quale fosse la mossa migliore da fare in quel momento, ma non tutto ciò che gli veniva in mente poteva andare bene per un filmetto romantico d quattro soldi, non per Andy.

Andy era speciale, meritava qualcosa di eccezionale ed unico, anche se Mika non sapeva davvero cosa potesse essere.

Era seduto al pianoforte, cercando di scrivere una nuova canzone, sperando di trovare in essa la soluzione a tutti i suoi problemi, ma con scarso successo.

Stava pensando a quali fossero le parole perfette per descrivere ciò che provava per il biondo quando gli tornò in mente ciò che suo padre gli aveva detto l'ultima volta che lo aveva visto.

Si era sentito ripetere quelle stesse frasi svariate volte da persone diverse, ma quella sera negli occhi di suo padre aveva visto qualcosa che gli aveva inciso quelle parole a fuoco nella mente.

Sembrava quasi che riuscisse a capire cose che gli altri non capivano, che vedesse cose che gli altri non vedevamo.

Forse fu per quello che, quasi inconsciamente si ritrovò a chiamarlo, anche se sapeva che a quell'ora l'uomo probabilmente stava andando a dormire.

-Mika?-
domandò una voce assonnata dall'altro capo del telefono.

-Scusa l'orario papà, io.......Ti disturbo?-

-No figliolo, dimmi, c'è qualcosa che posso fare per te?-

-Veramente si, o almeno credo. Posso venire a parlarti?-

-La mamma è stanca, sarebbe meglio che non venissi qui stasera-

-Oh, ok. Capisco-

Il riccio era piuttosto deluso da quella risposta.

Quando mai un Penniman aveva negato aiuto ad un suo familiare?

Al proprio figlio poi!

Nessun Penniman aveva mai chiuso le porte della propria casa a chi chiedeva di entrare.

-Cosa hai capito? Ho detto che sarebbe meglio che non venissi, non che sarebbe meglio non vederci.
Ti passo a prendere tra 5 minuti e andiamo a parlare davanti ad una birra.
Non so nemmeno se ci siamo mai presi una birra insieme io e te-

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