Soul mates

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Quando Mark fu uscito dall'appartamento Andy si buttò sul letto.

Sapeva che avrebbe dovuto essere triste perché aveva appena detto addio a una delle poche persone che lo aveva sinceramente amato, eppure erano quasi euforico.

Si rese conto che, da quando Mika era tornato, la sua relazione con Mark era diventata quasi una trappola per lui in quanto aveva cominciato a sentirsi soffocare da tutte quelle cure amorevoli e costanti a cui non era mai stato abituato.

Quando lui ed il riccio stavano insieme si prendevano sempre cura l'uno dell'altro, ma con un pizzico di ironia che faceva sembrare tutto così naturale.

Con Mark non era mai stato così.

Forse la cosa giusta da fare era davvero concedere una possibilità al libanese, ma voleva farlo penare ancora un po'.

Mentre rimuginava su tutto questo cominciò a prepararsi la valigia dato che di lì ad un paio di giorni sarebbe dovuto tornare in Grecia per lavorare ad un documentario.

Questo gli avrebbe dato un paio di settimane in cui riflettere meglio sulla questione lontana da Mika e da Mark, a mente lucida senza lasciarsi influenzare dal fascino e dalle belle parole dei due uomini.

Quando i suoi occhi si posarono sull'orologio poggiato sul comodino si rese conto che era da tempo passata l'ora in cui sarebbe dovuto andare a dormire.

Il giorno dopo aveva un importante riunione con una band che lo avrebbe voluto come regista del loro nuovo videoclip e non poteva permettersi di fare tardi.

Cominciò a spogliarsi e solo allora si rese conto che aveva ancora indosso la felpa nonostante nella casa ci fosse un dolce tepore.

Non se ne era accorto inizialmente, ma Mika aveva ragione.

Quella glie la aveva regalata il cantante un paio di Natali prima di ritorno da uno dei suoi viaggi.

Diceva che quando l'aveva vista non aveva potuto non pensare a lui in quanto era dello stesso colore dei suoi occhi e vi era disegnata sopra una fantasia particolare che era certo gli sarebbe piaciuta.

E aveva avuto ragione.

Quella era diventata presto la sua felpa preferita.

Buffo come fosse proprio Mika a ricordarsi quei dettagli che erano oramai persi nella sua memoria.

Quando se la tolse notò che tra le fibre del tessuto era rimasto irrimediabilmente intrappolato, insieme all'odore della notte, quello del riccio.

Inspirò profondamente e sorrise senza accorgersene.

Continuava ad amare quel profumo.

Lanciò il resto dei vestiti scompostamente sulla sedia accanto alla scrivania che si trovava in camera sua e indossò velocemente il pigiama prima di scivolare sotto le coperte ed addormentarsi.

Quando la mattina dopo si risvegliò si girò sul fianco stupendosi nel trovarsi solo nel letto.

Si era abituato alla presenza di Mark accanto a lui, ma la sua assenza non lo feriva come continuava a fare quella di Mika.

Rotolò con poca grazia giù dal materasso per poi trascinarsi fino alla cucina per prepararsi un caffè senza il quale non sarebbe riuscito ad assumere un aspetto umano.

Aveva appena cominciato a tostare il pane quando si rese conto di essere in ritardo e corse in bagno a vestirsi mentre la sua colazione cominciava ad abbrustolirsi.

Quando tornò era ormai completamente carbonizzata ma non aveva il tempo di preparare qualcos'altro, così afferrò i toast con una mano e la tazza del caffè nell'altra e si fiondò in auto per buttarsi nel traffico londinese che non aveva mai imparato a sopportare.

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