L'incontro.

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12 agosto 2012

Ero in montagna a godermi un po' di pace e aria fresca con le mie cugine, poche macchine e nessun palazzone da cittá ma solo casettine, tanto verde e poco telefono. Lo usavo in pochi casi, soprattutto per sentire i miei genitori che erano rimasti a casa a lavorare e proprio da loro, arrivò un messaggio che mi avrebbe fatto saltare di gioia e venire voglia di correre subito a casa ad abbracciarli.

Sentii il rumore dei messaggi in lontananza, presi il telefono e sullo schermo lessi "Papi". Aprii il messaggio, era uno dei cari vecchi MMS che caricavano a fatica con la foto di mamma di spalle che indossa una maglia che mi era sconosciuta; feci lo zoom e riuscii a leggere "TONKOV 66".
Urlai di gioia e Alessia, mia cugina, mi guardò perplessa cercando di capire cosa stesse succedendo.
"No Zighi guarda!! Papà mi ha portato la maglia da cross di quel pilota che mi aveva fatto gli auguri al compleanno.. Ti ricordi?!" Mi guardò sempre perplessa, sicuramente non capiva tutto il mio entusiasmo ma ne ero e ne sono abituata, quindi decisi di sorvolare.
Chiamai immediatamente i miei genitori: "Oddio papà questa dove l'hai presa?"
"Massimo mi aveva detto che me ne avrebbe fatta avere una per te"
"Oddio é bellissima, non vedo l'ora di metterla anche ioooo!!!" Non stavo nella pelle, mi stavo giá immaginando con la sua maglia addosso, mi sarebbe piaciuto vedere come stavo nelle vesti di un pilota da cross.

Fortunatamente la sera dopo tornammo a casa e dopo aver salutato i miei genitori e riordinato tutto quello che c'era da mettere via salii in camera e la vidi subito sul mio letto, pronta per essere indossata.
La ammirai, la fotografai per farla vedere subito alla mia migliore amica e poi la misi. Tutto sommato non mi era così grande, mi stava bene ma di certo non potevo usarla per uscire così la appesi su un omino e gli trovai posto su un chiodino nella parete della mia camera, dov'é tutt'ora appesa.

Passai i giorni a chiedermi se mai l'avessi incontrato.. Insomma abitiamo a 10 minuti di distanza e l'officina sta a neanche 5 eppure... Non l'avevo ancora visto, neanche per puro caso. 

Decisi che non potevo lasciare tutto al caso, dovevo fare qualcosa...
Era il 14 agosto e faceva caldo, provai a passare in officina in tarda mattinata ma sfortunatamente c'era solo Massimo che mi disse che Tonkov sarebbe arrivato nel pomeriggio e che mi avrebbe chiamata per dirmi quando sarebbe arrivato.
Dopo pranzo, quel giorno, il tempo sembrava non passare mai come se le lancette fossero bloccate e neanche cazzeggiare su Facebook sembrava aiutare; proprio non riuscivo a distogliere lo sguardo dall'orologio.
Lo schermo dell'iPhone era sempre nero, ogni tanto lo fissavo, lo sbloccavo e lo ribloccavo e poi finalmente sentii la vibrazione e sullo schermo lessi il numero di chi stava chiamando.
"Pronto?" Sapevo che era lui.
"Ciao sono Massimo, guarda che Tonkov sarà qui tra 10 minuti". EVVAAAAIIII!!
"Ok grazie, a tra poco" riagganciai e mi misi le scarpe al volo. Papá andiamo.

Entrai in officina cercando di nascondere l'emozione, Aleksandr mi guardò sorridente "ma che bella maglia che hai" mi disse con il suo accento russo. Lo guardo con la faccia da ebete.
Sciogliamo un po' la tensione con qualche foto, l'autografo sulla maglietta e prima di andare scambiamo qualche parola e anche qualche risata.
Non potevo fermarmi troppo, doveva fare alcune cose e non mi era permesso stare li. Cosí lo salutai e ancora una volta lo ringraziai di tutto quello che aveva fatto in quei giorni poi gli ricordai che ci saremmo rivisti nuovamente nei vari GP in Italia e me ne andai. 
Non ragionavo piú, cercavo di mettere insieme tutto quello che era appena successo e continuavo a chiedermi se fosse vero o no.
Certo che lo era, per una volta la fortuna era dalla mia parte.

Volevo rivederlo, quel ragazzo mi piaceva troppo.
Lo rincontrai solamente due giorni dopo......

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