Ho smesso un po' di scrivere in quanto non avevo altro da raccontare, tutto morto fino a questa domenica: il giorno più importante della mia vita, quello che non potrò mai dimenticare.
Ero decisa a realizzare il mio sogno, credevo di essere abbastanza grande per far si che nessuno mi potesse vietare di spendere i soldi che mi guadagnavo nel modo in cui preferivo. Feci alla fine una specie di piccolo sacrificio e così, per Natale mi regalai una giornata in pista a Dorno con lezione e noleggio pit bike. Non stavo più nella pelle, erano due mesi che avevo prenotato questa giornata e il tempo sembrava non passare mai. Ma finalmente questo giorno è arrivato e svegliarsi all'alba di domenica non è mai stato così facile.
Avevo già preparato tutto ciò che mi serviva la sera prima e al mattino, una volta in macchina non riuscivo a rilassarmi. In macchina, i miei genitori davanti e io dietro eccitata come un bambino che va al parco divertimenti. Verso le 9 arriviamo alla pista, parcheggiamo ed entriamo al bar per chiedere informazioni. In quel momento non riuscivo a pensare ad altro. Mi immagino ancora le mie emozioni rappresentate da tanti simpaticissimi personaggi che vagavano per il mio cervello: gioia, ansia, paura e qualche altra emozione che correvano a destra e sinistra in cerca del loro posto. Me li immagino li, tutti pronti a scatenarsi nei momenti peggiori di questa giornata.
Poco dopo arriva l'istruttore e mi da tempo di mettere il completo che ho sempre sognato di indossare tanto quanto una di quelle ragazze che sognano il loro abito da sposa..
All'ora X ero praticamente una pietra seduta sopra una moto, rigida e impaurita dal fatto che non sapevo cosa mi sarebbe aspettato. Adesso toccava a me salire sul palco: dopo anni passati come "attore apprendista - spettatore" che gira ogni teatro per cavare più insegnamenti possibili, era giunto il momento di mettere in atto quello che avevo appreso e diventare l'attore protagonista della Prima del mio spettacolo.
La pista per i principianti era piccola ma a me sembrava tanto grande e lo ha dimostrato il fatto che non appena l'istruttore mi ha detto di fare un giro per conoscere la pista, la mia risposta è stata "ma il salto lo devo fare o posso evitarlo?!". Domanda idiota, certo che avrei dovuto farlo. Dopo aver fatto spegnere svariate volte la moto in partenza, riesco a partire e subito affronto una piccola cunetta e poi una curva - controllare una moto di dimensioni così piccole è veramente complicato ma non demordo e rimango concentrata a passare le whoops senza perdere il controllo e senza fare cavolate con le marce - e anche qui è difficilissimo per me capire come utilizzarle al meglio nei vari punti del tracciato. Altra curva sulla destra e poi salto.. ecco il famoso salto! Terza marcia, corpo in avanti e vada come vada; scendo dal salto e mi preparo alla prossima curva a sinistra. Ce l'avevo fatta e non mi sembrava vero, la parte che più mi preoccupava era superata, mi aspettavano solo delle curve e delle waves per concludere il mio primo giro.
Mi fermo, spengo la moto e parlo con l'istruttore che mi corregge alcuni errori e mi fa anche dei complimenti, rendendomi effettivamente un po' più tranquilla. Ogni giro che facevo prendevo sempre più fiducia in tutto e cercavo di non distrarmi dai pensieri e da chi avevo intorno a me. In questo sport, se non sei allenato più vai avanti e più ti stanchi e se solo ti distrai è un attimo andare a terra. Iniziavo a sentire le braccia cedere ma l'adrenalina era più forte del dolore e della fatica e io tiravo avanti con tutte le mie forze. Il braccio sinistro, quello della frizione si indeboliva sempre di più e la mia spalla un po' mal concia dava qualche problemino ma io stringevo i denti sotto al casco.
La pista a metà mattinata inizia a cambiare aspetto, si riempie e si scava creando i famosi canali e io finalmente faccio la benedizione della pista per la prima e unica volta in quella giornata. Curvo a destra dopo le whoops e senza neanche rendermene conto mi trovo con il casco piantato a terra, io sbalzata leggermente in avanti e la moto a fianco a me sdraiata a terra. Mi rialzo, la tiro su e sistemo la leva del freno senza demoralizzarmi e riparto più forte di prima considerando che per essere la mia prima volta non stavo andando male e che, tutti siamo caduti almeno una volta.
La giornata sta finendo e purtroppo mi rimangono sempre meno giri e alla fine anche poche forze e sono costretta a fermarmi per non rischiare di farmi ancora più male. Concludo l'ultimo giro e a malincuore esco dalla pista con le ultimissime forze rimaste. Risalgo in macchina e mi volto indietro a guardare la pista fino al punto in cui sparisce dalla mia vista.
Ero riuscita a togliermi quasi tutte le paure che mi avevano sopraffatta prima di questa giornata, quei piccoli timori che ti prendono quando fai una cosa così grande per la prima volta. La domanda più frequente era quella che avrebbe potuto avere la seconda opzione di risposta più brutta: "E se alla fine di tutto, non mi piace? Se scopro che tutto ciò che avevo sempre sognato non mi entusiasma?" - non mi sarei più data pace, avevo timore che la paura di cadere e di potermi fare male mi avesse limitata portandomi ad andare piano e non voler continuare questa passione e invece no, purtroppo o per fortuna (dipende dai punti di vista) tutto ciò non è accaduto e sono tornata soddisfatta e sicura che avrei voluto rifare una giornata come quella di oggi.
Credete a chi, come me in questo, vi dice di non abbandonare i vostri sogni perchè prima o poi in un modo o nell'altro riuscirete a realizzarli.
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Passione Motocross.
Fiksi UmumValeria, 21 anni e una passione che supera ogni ostacolo. L'amore per le moto da cross che nasce per caso all'età di 10 anni e che è riuscita a far diventare la sua ragione di vita. È la mia storia, non sono una scrittrice e credo che farò qualche...