Be the one - The fray
Il telefono squilla risuonando nel silenzio del luogo. Le note della canzone rock usata come suoneria del cellulare di Genn si espandono nell'aria irrequieta, tra i rami che ballano leggermente accompagnati dal vento. Nel cielo ancora più scuro risaltano centinaia di piccole gemme.
"Ale" mormora rispondendo al telefono Genn con la voce roca. "Genn ma dove sei? Tua mamma mi ha chiamato agitata perché non le rispondi" tuona l'amico dall'altro capo. Genn si ricompone di scatto e guarda a destra e a sinistra spaesato, non capendo inizialmente dove fosse.
Il suo sguardo cade in primo momento su quell'albero illuminato da uno dei due unici lampioni del parco. "Dille che sto bene sono solo in giro" replica per poi chiudere la chiamata e sbuffare.
Amelia è rannicchiata sulla panchina con le braccia incrociate sul petto e la sua testa sulle ginocchia del ragazzo. La sua crocchia ore fa stretta e ben legata, adesso è allentata con qualche ciocca che le ricade sulla guancia. Senza accorgersene, Genn con le dita le accarezza la frangia e le sposta il ciuffo di capelli dietro l'orecchio contornato da piccoli orecchini. Sembra un animo tranquillo mentre dorme; le labbra socchiuse e gli occhi chiusi le danno un'aria pacifica, riflessiva. La ragazza arriccia il naso al tocco di lui che sposta la mano di scatto. "Amelia" dice piano cercando di svegliarla.
"Amelia, svegliati" ripete scuotendole lievemente il braccio e riceve in risposta un mugolio infastidito.
Improvvisamente apre gli occhi e gira il capo, voltando il viso verso il cielo. "E' già mattina?" domanda allarmata e lui scuote la testa. Lei sembra tirare un sospiro di sollievo alzandosi dalla panchina seguita dal ragazzo.
"Dobbiamo..." comincia lui prima di essere interrotto da lei "dobbiamo cercare il punto più alto di questa città" sorride per poi prenderlo per mano e avviarsi verso il cancello scavalcato prima.
Fuori dal parco Amelia si guarda intorno, scrutando tra gli edifici e sofferma gli occhi su una torre che si nota dalla loro postazione. Alza il braccio verso il campanile "andiamo lì" .
Si tengono per mano per tutto il tragitto, senza rendersene conto. Si scaldano le dita intrecciandole tra di loro e camminando uno a fianco all'altro nell'oscurità della città.
Solo quando si staccano una volta arrivati davanti ad un antico fornace, Genn si accorge del contatto che avevano creato. Si accorge di come il suo palmo aderisse perfettamente al suo, come se fossero create apposta per combaciare. Come le cerniere, bottoni o i puzzle. Finché si uniscono e stanno insieme compiono ciò che devono compiere. Si completano.
"Saliamo" sorride lei entrando nella torre accanto al fornace e iniziando una corsa sulle scale a spirale per arrivare in cima.
"E adesso?" chiede Genn con il fiatone mentre Amelia si dirige verso la finestra per aprirla. Prende dalla tasca della sua felpa il telefono, lo accende e dopo averlo guardato alza gli occhi verso Gennaro e "aspettiamo l'alba" dice.
"E perchè?" domanda sorpreso, più a se stesso che alla ragazza. Perché l'ha seguita? Ha davvero dormito su una panchina per poi andare in un fornace abbandonato con una quasi sconosciuta?
"Non l'hai mai vista vero?" si siede a terra sotto la finestra "se no sapresti il motivo" termina.
Genn si siede di fronte a lei togliendosi il cappello e si ravviva i capelli.
Amelia non può far a meno di notare i dettagli. I dettagli che in quel ragazzo l'hanno colpita. La sua voglia di vivere ingabbiata dal suo ego. Voglia di trasgredire fermata dalla paura del fallimento. Cerca di sollevarlo, di farlo ridere. Perchè le piace quando ride. Le piace come i suoi occhi si riducono con le pieghe ai lati e come le sue labbra si incurvano. Ha un sorriso genuino che spicca nel volto pallido.
Il cielo si fa più chiaro, sfumandosi minuto dopo minuto. Si affacciano alla finestra con le braccia incrociate sul davanzale e osservano i primi raggi del sole farsi spazio nel manto azzurro. Le tonalità del blu cambiano piano irradiandosi di chiazze rosee e chiare.
"E' bellissimo" sussurra il ragazzo mentre Amelia lo guarda soddisfatta. "Certo che è bellissimo, è una nascita".
Lui sorride beandosi del paesaggio "di cosa?" chiede curioso.
Lei alza e abbassa le spalle "di un nuovo giorno, un cambiamento".
"Come torniamo a casa, non sappiamo nemmeno dove siamo" domanda improvvisamente con gli occhi fissi sui tetti incorniciati dalle bellissime gradazioni dell'alba.
"Tornare a casa? Adesso?" sembra stupita, come se avesse detto qualcosa fuori dal normale.
"Cos'altro dovrei fare?" interroga perplesso quanto lei.
Amelia fa una smorfia sciogliendo la sua aria interrogativa in un sorriso. E' stata una notte piena di sorrisi. Sinceri.
"Lascia che io sia il vento che ti stacca dal tuo ramo".---
Pollici in su da Gennaro per Miriam (so happy for u dear).
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I'm the dark side || Urban Strangers
FanfictionDalla morte di Marina, Amelia decise di non legarsi più a nessuno. Perchè le relazioni fanno male. Ti affezioni alle persone, ma in un modo o nell'altro se ne vanno e ti lasciano spaesato a chiederti perchè. Ti feriscono con affilate lame i sentimen...