7. Re maggiore

513 46 17
                                    

Should envy us - Urban Strangers

Tutti noi ci sentiamo cattivi. Nel profondo pensiamo di essere delle cattive persone per cose che abbiamo segretamente fatto.
In ognuno di noi si nasconde un mostro.
Ma i nostri mostri non hanno gli occhi rossi, i denti lunghi e affilati o la faccia barbuta. Non hanno gli artigli o quattro zampe. Non escono otto minuti dopo la mezzanotte.
I mostri che nascondiamo segretamente hanno il nostro volto e si coprono di scuse. Ti sorridono quando in realtà pensano che tu sia una persona spregievole e ridicola.
Fanno finta di ascoltarti ma non vedono l'ora che tu finisca di parlare.
Amelia questo lo sa.
"Da cosa ti travestirai?" chiede sdraiata a pancia in giù tra i fili d'erba con un libro tra le mani e gli occhi che scorrono affamati tra le righe. Genn corruccia le sopracciglia e smette di scrivere sul suo quaderno seduto a gambe incrociate di fronte a lei.
"Ad Halloween, da cosa ti travestirai?" spiega.
Scioglie la sua espressione interrogativa e riprende a scrivere. "Non so, ad Halloween suoniamo. Tu?"
Amelia lo sa. Che i veri mostri in questo mondo siamo noi, per questo risponde "da umano."
Anche Genn lo sa, per questo le sorride in risposta.
"Andiamo?" le chiede il ragazzo. Lei annuisce e chiude il libro dopo aver segnato le pagine a cui è arrivata con un fiore strappato all'ultimo momento.
"E' bello qui, potremmo tornarci" dice mentre cammina piano sui sassi della discesa di quella collina.
Amelia dopo altri nove giorni l'ha chiamato. Gli ha detto che doveva fargli vedere un posto. Un posto dove soffia il vento e pieno di foglie, di fiori.
Gli ha detto che dalla cima di questo posto puoi sentirti potente e libero.
E l'ha guidato qui. La collina del loro piccolo paesino.
A volte si da per scontato e banale ciò che abbiamo di fronte tutti i giorni, eppure.
Eppure se ti avvicini non è né scontato, né banale.
Oggi Genn ha capito che essere superficiali è brutto.
"E' la seconda volta che canterai di fronte a qualcuno?"
"Sì, la seconda".
"Anche tu suoni la chitarra o solo il tuo amico?" chiede con le braccia aperte in aquilibrio sul bordo rialzato del sentiero mentre Genn la tiene per mano.
"Anche io" risponde.
"Mi insegni?"
Genn boccheggia in difficoltà. Non ha mai insegnato nulla a nessuno, non ha mai fatto da maestro. Ha paura di fallire. Il fallimento gli fa paura anche per le cose più futili. "Va bene" dice grattandosi la nuca.
"Anche io posso insegnarti qualcosa" esclama scendendo per le ultime gradinate del colle facendo scivolare la sua mano da quella di Genn.
Gli piace quando si tengono per mano. Quando lo guida. Come il vento.
"Mi piace imparare e intraprendere cose nuove" continua.
"L'ho notato" dice divertito.
Lei lo guarda sorridendo e gli fa la linguaccia. Non può fare a meno di cogliere altri dettagli di lui. Come guarda sempre a terra mentre cammina, ed il suo sguardo stanco.
"Quando posso insegnarti?"
"Adesso" sorride lei avvicinando la sua mano a quella del ragazzo che come se la stesse cercando da tempo si aggrappa alle sue dita, le stinge fra le sue.

"Vedi i pallini?" dice indicando il disegno sul foglio "quelle sono le dita che devi poggiare sulle corde".
"Sono numerate" nota la ragazza con i gomiti sulla scrivania accanto a Genn e lo sguardo attento.
"Esatto, sia le dita che le corde" si alza dalla sedia e va a prendere la sua chitarra.
"Le corde sono numerate dal basso" la informa indicandole quest'ultime sullo strumento che ha messo sulle ginocchia. La prima, poi la seconda, la terza...
"La prima corda è la più acuta, l'ultima la più grave" le fa ascoltare.
"I numeri sui pallini, indicano le dita" spiega mentre lei aguzza gli occhi e annuisce attenta.
"L'uno è l'indice, il due il medio, il terzo l'anulare eccetera" le mostra "queste sono le basi, vuoi provare?" termina.
"Sì".
Le passa la chitarra e si sporge dalla sedia per dimostrarle come si tiene, le sposta il braccio sinistro cautamente quasi fosse indeciso se toccarla o no. Mette in equilibro meglio lo strumento sul suo ginocchio destro e torna al suo posto. "Prova a fare un re maggiore" la incita indicandole la rappresentazione dell'accordo sul foglio.
Lei guarda la figura e prova a mettere le dita sulle rispettive corde ma con scarsi risultati. "Ma il mignolo va sulla seconda corda?" chiede confusa.
Genn si alza dalla sedia e va dietro di lei seduta su uno sgabello, si china all'altezza delle sue spalle che circonda con le sue braccia andando a poggiare il palmo della sua mano sinistra sul dorso della sua. "Sulla prima corda il medio..." dice spostandole il dito in alto.
I capelli legati di Amelia gli solleticano il collo e lui rabbrividisce.
"...sulla seconda l'anulare" deglutisce accarezzandole la mano con il respiro di lei lento sulla sua mascella.
Si volta verso Amelia con le loro mani ancora una sull'altra, vorrebbe non averlo fatto. Gli occhi di lei sono concentrati, determinati ad imparare. Si nutre di sapere ed esperienze questa ragazza. Ciocche disordinate di capelli ramati le incorniciano il viso, sembra un fiore singolare. Genn guarda le sue rosee labbra socchiuse, osserva le loro curve. Le pieghe nel labbro inferiore, le conta. Sono cinque.
Sposta lo sguardo nei suoi occhi e si sente incatenato. I loro occhi si sono incastrati tra di loro, attratti.
I suoi occhi sono un vortice di castano e verde. Un vortice che risucchia gli occhi azzurri di Genn. Lo intrappola.
I loro sguardi si mischiano, sembrano ballare insieme. Per la prima volta da quando l'ha vista, lei arrossisce. Il suo colorito si accende di un color porpora sulle guance e lungo il collo. Come le sue labbra. Altea color porpora.
Abbassa lo sguardo imbarazzata spezzando così quel contatto visivo così intenso.
"L'indice v-va sulla terza co-corda" sospira con voce rotta staccandosi dal suo corpo ponendo fine al formicolio lungo le sue braccia.

---

Grazie ad Ele della #MeanBaell.

I'm the dark side || Urban StrangersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora