3. RIUNIONE DI FAMIGLIA. ORA CI CAPITE QUALCOSA?

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Era frustrante. Una mente brillante come lui, abbassarsi a cercare un datore di lavoro... in discoteca! Il rumore assordante, punk gasati, hippye ubriachi, tutti con i piercing... tutte cose che andavano contro la salute e il suo ordine! Solo nel silenzio puoi contemplarla, mentre svanisce, lasciando dietro di sé...

Si accorse solo allora del suo arrivo: come al solito, non aveva intenzione di cambiare look, in mezzo ai pazzi. Fosse stato un giovane studente, l'avrebbe attaccata. Fortuna che non lo era più da 40 anni.
Si rivolse alla sua interlocutrice:
- Il fato è un vero rompiscatole a farci ri-incontrare, Madame Gorgon.-

Ormai erano nel corridoio che conduceva alla Death Room, dopo una lunga e noiosa spiegazione di Maka sulle materie della Shibusen. Manuel si augurava vivamente che nel tempo libero Maka non facesse la professoressa, perché non era portata.
Il corridoio era tappezzato di ghigliottine e chiese a Soul: - Non cadono mai?-
- No, a meno che uno non puzzi di pesce.-
- Quindi ti capita spesso di essere ridotto a un sushi.- commentò in risposta Manuel.
Soul sorrise emblematico: - Tranquillo, Capitan Spavaldo. Ci sono cose molto più pericolose delle ghigliottine, qui. Prendi Maka...-
Calcolò tre, due, uno... - MAKA CHOP!- Sì, in effetti, considerando la fontanella d sangue che ora gli usciva dal naso, una ghigliottina avrebbe creato meno problemi. Arrivati davanti al portone, Maka bussò.

Aprì loro un tipo... particolare. Aveva il camice bianco aperto sopra una maglietta grigia, pantaloni di Jeans, capelli grigi e spettinati, occhiali grossi, occhi a mandorla, un sorriso quasi sadico e il volto pieno di cicatrici e sfregiature. Ah, e una vite piantata nella tempia che usciva dall'altra parte. Fumava una sigaretta quasi spenta: la buttò a terra e la calpestò, poi girò la vite una o due volte, producedo un sinistro "criic-criic-criic". Sì, sentiva la mancanza delle ghigliottine.

Maka, senza scomporsi, glielo presentò: - Manuel, lui è il Dottor Franken Stein, uno dei più potenti maestri d'armi della Shibusen.-
In effetti sembrava un po' troppo... eccentrico per essere il dio della morte.
Lui non lo salutò nemmeno, si accese un'altra sigaretta e disse a Soul: - Soul, ho scoperto che sei stato tu a fare quel graffito sul muro di casa mia. Per punizione pulirai tutti i bagni della scuola, oggi. L'alternativa è una vivisezione davanti a tutta la classe. Così vedremo quanto poco cervello contiene le tua inutile testa.-
Anche la sua voce aveva un che di sadico.
Soul sbuffò: - Professor Stein, io non sono più uno studente, si ricorda? Ormai sono Falce della Morte io! L'Arma del Sommo Shinigami! Colui che ha sconfitto il Kishin!- Lui si limitò ad aggiustarsi gli occhiali e disse: - E colui che è stato bocciato per la seconda volta. Maka ha terminato con due anni di anticipo, e tu rischi di uscire con due anni di ritardo. A maggior ragione che sei Falce della Morte devi finire gli studi. Sinceramente, mi domando come faccia Maka a sopportarti.-
L'interpellata si intomise: - Scusi, Professor Stein, il Sommo Shinigami non ci voleva ricevere?-
Lui si scostò dall'entrata, facendoli entrare.
Manuel si avvicinò a Maka, sussurrando: - Maka, che vuoi dire? Sto per avere un incontro ravvicinato del primo tipo con la Morte in persona?-
Maka gli sorrise: - Rilassati, non è quello che pensi. È molto socievole e simpatico, quando non si arrabbia.-
Uao. Chissà se quella era la sua giornata sì: dottori sadici con le viti alla testa che minacciano la vivisezione, Dei della Morte con un possibile brutto carattere, corridoi con le ghigliottine... fece un bel respiro ed entrò anche lui.

Sì, non era certo il tipo con la falce delle raffigurazioni medievali, il dio della Morte che aveva davanti. Aveva una maschera a forma di teschio e il cappuccio con il mantello, sì, ma sembrava più un completo da carnevale o Halloween. Le mani erano immense, grandi come palloncini.
La voce, poi, era strana, nasale e quasi musicale: - Beeenvenuuuto alla Shibuseeen! Spero che tu ti sia trovato bene da Maka, caro Manuel Desper! Studente modello e casalinga peeeeerfetta! Magari fossero tutti così.-
Nonostante fosse sconcertato che tutti sapessero il cognome suo e di sua madre (ma che diamine, il dio della morte!), la sua voce tranquilla lo rassiciurò.
Fece un inchino e disse: - Grazie, Sommo Shinigami. Spero di non aver creato disturbo a nessuno per il vostro salvataggio a Roma.-
- Ma non scherzare! Male che vada, avresti dato a Stein una cavia in più per i suoi esperimenti. O-oh, vedo che anche tu puoi vedere le anime, ragazzo.-
Maka lo fissò, stupita. Lui distolse lo sguardo, imbarazzato. Maka lo capiva: anche lei le prime volte si era sentita così.
Quindi sussurrò a Stein: - Che non le venga in mente di vivisezionarlo. Con tutta la fatica che abbiamo fatto per tenerlo vivo...-
- Tranquilla, Maka. Credo che quel tipo non sia esattamente una cavia che si lasci trapanare, da come s'è messo in fuga per non finire tra le grinfie delle streghe.- Shinigami disse: - Allora, cosa pensi di fare, ragazzo?-
Manuel rispose, riprendendosi dall'imbarazzo:- Le ultime volontà di mia madre erano che frequentassi la Shibusen...-
- E allora sia! Dopo quella fuga da Elka Frog e Mizune, immagino lo vorrai anche tu, no?-, lo interruppe il Dio della Morte.
In effetti era vero, ma Manuel aveva ereditato il vizio della madre: mai prendere qualcosa senza averla controllata.
Quindi chiese: - Sì, è vero. Comunque per informazione... come funziona esattamente per le armi? Ci vengono assegnate? Io non sono un gran combattente e...-
- Calma, vediamo di capiiiirciiii! Le armi non vengono mai date in base all'abilità, ma in base all'animaaaa. Se non sono in sintonia, arma e maestro non potranno mai lavorare insieme. Tanto varrebbe che Stein si dedicasse al giardinaggiooo.-
Stein sbuffò, infastidito.- Cooomunque, non ti devi preoccupare: qui nessuno nasce combatteeente.-
Maka intervenne: - Già, prendi mio padre...-
Non fece in tempo a finire di parlare che si trovò addosso proprio suo padre, che l'abbracciava stretta e diceva: - Makaaaaaaaaaaaa! Sono fiero di te!-
Che rottura! Dopo un anno continuava ancora a complimentarsi per il Kishin. Stava per tirargli in testa un "Maka Chop", quando suo padre, vedendo che Manuel lo fissava stupito, si bloccò, la lasciò e fece un salto all'indietro.
Maka, stupita dalla sua reazione, disse: - Ehm, ti presento Spirit Albarn, mio padre; anche lui è una Falce della Mort...-
S'interruppe, vedendo che i suoi occhi mandavano lampi verso Spirit.
Shinigami disse: - Ops.-, Stein voltò la testa altrove, distratto, Soul continuò a leggere il fumetto che si era portato, mentre Manuel incrociava le braccia e diceva: - "Albarn", eh? Suo padre? Falce della Morte? Quanto ancora devi deludermi prima di vergognarti, papà?-

Soul Eater: Il Risveglio delle TenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora