11. LA PRIMA VITTIMA. ADDIO SHIBUSEN?

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- Marie!!!-
- Lucy, fermati!-
Manuel bloccò con una mano la sua partner, che si stava lanciando verso la centrale in fiamme. Un attimo dopo, la centrale esplose con ancora più fragore di prima. Lucy si inginocchiò, impotente.
Star, serio e triste, commentò: - Aspettava che qualcuno provasse a entrare.-
- Ma chi?! Chi?!!!-
- Di che state parlando?-
La voce li fece voltare tutti di soprassalto. Era Marie! Ammaccata, ma vegeta. Tutti corsero ad abbracciarla. Tutti, tranne Sherlock, la sua arma (un tipo bizzarro con la bombetta), Black*Star, che borbottava di saperlo “fin dall’inizio“ che era viva.
E Manuel. Che, dopo un attimo di sollievo urlò preoccupato: - Ragazzi!-Tutti si voltarono a guardarlo.
- Dov’è Kirikou?-
Fire e Thunder si guardarono intorno, spersi. Non se n’erano accorti. Poi, Maka capì. Si buttò tra le macerie, sollevando polvere e calcinacci. Gli amici la seguirono a ruota, Sherlock compreso, mentre Crona, con l’aiuto di Ragnarok, tagliava le pietre troppo grosse per l’orizzontale. A un certo punto, Manuel trovò il suo cappello. Scavando lì vicino, riuscì a tirarlo fuori.
Kirikou… non respirava più… e le sue ossa… il suo cuore… non batteva...
Nim… l’avrebbe pagata. Trovò anche una carta appallottolata. La svolse. Sherlock gliela tolse, mentre Fire e Thunder si fiondavano sul loro Meister.
Fire chiese a Kid, le lacrime agli occhi: - Tuo… tuo padre non può…?-
Kid, in lacrime anche lui, come gli altri, scosse la testa: - Ci sono cose che nemmeno il dio della Morte può fare. Kirikou… non tornerà mai più indietro. Ma è morto da eroe per salvare Marie.-
Ma non lo ascoltava più nessuno. Era presente solo questo pensiero: era morto il loro amico. Manuel, in preda alla rabbia, prendeva a pugni i calcinacci.
Maka gli disse: - Calmati… ti prego…-
Si calmò. Dopo un attimo, si guardò le mani e sussultò.
Soul chiese: - Tutto bene?-
- No! No! NOOOOO!!!-
Gli si accalcarono tutti vicino: - Che succede?-
Poi Crona e Maka gli videro le mani. Per colpa dei colpi perdeva sangue. Crona cadde in ginocchio.
- No. Anche tu…-
Il suo sangue… era nero!

Un’ora dopo, era all’ospedale, svenuto. Stein era stato richiamato in fretta e furia. Dopo un breve controllo per verificare l’ovvio, ovvero che Manuel aveva il sangue nero, si affrettò a controllare che Lucy non fosse infetta.
Il pericolo non venne fuori: Lucy era a posto. Manuel rimase sul letto dell’ospedale per accertamenti. Maka gli rimase accanto tutto il tempo: come stare accanto a un vegetale. Impassibile.
Dopo un po', Stein si informò su quel che era successo.
Si avvicinò a Manuel, lo fissò e sbraitò: - Se non fosse che adesso il sangue nero ti protegge dai tagli, ti vivisezionerei volentieri. Lo sai che hai fatto? Hai rischiato di mettere in pericolo i tuoi amici. Marie. E Kirikou ora non c’è più. Spero che questo ti valga da lezione per il futuro. Perché è stata colpa tua!!!-
Per un lungo istante aspettarono tutti con il fiato sospeso una reazione di Manuel, che rimase con gli occhi chiusi. Poi li riaprì di scatto. L'iride era nera!
Un attimo. Prese il bisturi e si tagliò un braccio. Un flusso di sangue raggiunse il collo di Stein, riempendosi di punte acuminate e nere. Che si fermarono a un pelo dall’ucciderlo. O, perlomeno, a impedire che aggiungesse altre cicatrici alla collezione.
Poi, lo stregone sussurrò: - Ascolti. Se m’interrompe potrei ucciderla con un solo movimento. O forse no. Ma la Follia del sangue nero lascia tracce indelebili. Ora, può essere vero che sia stato avventato, ma la colpa è solo sua, Dottor Stein. Sapeva tutto su Nim. Sapeva che sarebbe tornato. Sapere di una persona non vuol dire essere ficcanaso: significa prevenire. Anticipare. Ho dovuto sapere da JEKYLL, che lei era collega di quel mostro. E ora, per colpa SUA Kirikou è morto. Se non agivo, comunque, la Shibusen sarebbe rimasta allo scoperto.-
Poi, scese dal letto e il sangue nero si ruppe liberando il dottore dalla presa mortale: - Ma su una cosa ha ragione: ho appreso una lezione. Me ne vado dalla Shibusen. Da Death City. PER SEMPRE!!!- Detto questo, piangendo, corse via. Maka rimase a fissarlo.
Crona fermò Soul con un braccio: - Lascialo. Deve riflettere.-
Tsubaki chiese a Lucy se stava bene. Le nocche delle sue mani erano bianche. Lo sguardo ricordava i corvi davanti a uno spaventapasseri.
Non sarebbe successo. NON UN’ALTRA VOLTA!
Si volse verso Stein e Maka: - Devo parlarvi.-

Soul Eater: Il Risveglio delle TenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora