16 - Kretür

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<Svegliati ragazzo> Jori udì una voce gutturale e lenta, come fosse quella del padre quando lo svegliava la mattina per preparargli la colazione <svegliati...> poi si rese conto che quella non era la voce del padre, era una sconosciuta perciò aprì gli occhi. Non credette ai suoi occhi, davanti a lui. C'era una figura gigantesca, era bianca, quasi grigia ma aveva la vista appannata e non riusciva a distinguere bene i dettagli. Attese fino a che non gli si stabilizzó e appena lo fece sgranò gli occhi dalla sorpresa. Era un drago. Un drago ghiacciato. Quegli occhi verdi, gli stessi che vide nel suo sogno. Gli stessi che gli misero paura, e gli stessi che gli stavano mettendo paura proprio in quel momento.
Inizialmente fece qualche passo indietro non appena si rese conto di essersi alzato in piedi. Poi il drago parlò <tranquillizzati ragazzo> disse dolcemente. Jori si spaventò ancor di più, non ci credeva che il drago parlasse la sua lingua.
<C...c...co...> non riuscì a finire la frase che il drago gli parlò sopra <sono qui per aiutarti, e solo tu puoi fare lo stesso con me> Jori rimase sorpreso a quell'affermazione. Un drago, che aveva bisogno di lui? Era sicuramente un sogno.
<C....che devo f....fare?> se la stava letteralmente facendo sotto.
<Prima di affidarti la tua missione, voglio presentarmi. Sono Kretür, il grande Drago Ghiacciato> non appena udì quelle ultime due parole si ricordò della statua e di cosa ci fosse scritto sopra <esatto Jori proprio lì volevo arrivare> Jori sgranò gli occhi dalla sorpresa <io sono stato cacciato dal tuo mondo, avevo il dovere di proteggerlo e di fare la pace, evitando provocazioni di guerre tra di voi. Il mio compito però è sospeso dal fatto che sono intrappolato in questo mondo. Vorrei che tu mi liberassi, per fare in modo che possa di nuovo regnare la pace nel mondo> il drago si avvicinò a Jori.
<E...ehm e cosa posso fare per liberarti?> cadé a terra col culo non appena il drago gli soffiò del vapore gelato col naso, addosso.
<Voglio che ti fai insegnare da Tyriam tutto quello che conosce. Voglio che diventi la sua ombra, il suo compagno...la sua morte> non appena Jori udì quella parola ingoiò un po della poca saliva che gli era rimasta in bocca e con il resto quasi si strozzò spuntando saliva mentre tossiva.
<E come posso fare?> chiese Jori perplesso.
<Oh, questo sta a te deciderlo. Fa la tua mossa ragazzo, ora è tempo che ti svegli...>.
Svegli...
Svegli...
Svegliati.

<Jori! Svegliati!> c'era un tremendo baccano proveniente da dietro la sua porta. Sentiva battere in continuazione, proprio come faceva la sua testa <svegliati, dannazione!> udì questa voce familiare provenire da dietro quella porta rossa che si ritrovava ai piedi del letto.
<E..ehm, si! Si, arrivo eccomi!> balzò giù dal letto di corsa, o almeno si faceva per dire perché appena posò un piede a terra provocò una serie di dolori provenire dalle sue costole fino ad arrivare alla sua testa.
Udì bussare di nuovo ma questa volta era più insistente.
<Arrivo! Ho detto che arrivo! Abbi pazienza> pian piano si avvicinò alla porta e finalmente la aprì.
Era Tyriam, guarda caso <buon giorno...ehm, maestro?>.
<Lascia le tue stupide buone maniere qui in camera che oggi inizia il tuo allenamento, vieni con me. E non trovare scuse> lo fissò con quel suo occhio grigio davvero, davvero spaventoso.
<Non posso nemmeno riposarmi? Ho ancora tutti i dolori in corpo da ieri sera> osò Jori.
Tyriam se lo guardò per qualche secondo poi scoppiò in una risata che tuonò per tutti i corridoi del castello <sei proprio simpatico ragazzo> tornò serio <peccato che con la simpatia non si è mai vinta nessuna guerra> oltrepassò l'uscio della porta e lo prese dall'avambraccio <ora andiamo. Devi allenarti> disse secco.
Jori non osò nemmeno rispondere, aveva perso le speranze. Sapeva che non aveva scelta.

Dopo un'interminabile discesa di scale finalmente arrivò al giardino reale. Sempre se poteva essere chiamato giardino. Era un enorme quadrato circondato dalle mura del castello composto di sabbia e con ad ogni angolo delle armi, a partire dalla spada fino ad arrivare ad un ascia gigantesca e pesantissima.
Tyriam scese per primo e raccolse una spada. La lanciò a Jori che non riuscì a prendere al volo, facendola cadere a terra <sii più sveglio ragazzo>.
<Si, scusa> si mise al centro del quadrato e aspettò che il suo avversario scegliesse un'arma. Si aspettava che prendesse l'ascia gigantesca che aveva visto all'angolo intravisto poco prima, invece quando si rialzò dal miscuglio di armi, aveva in mano un coltellino da cucina per tagliare le patate.
Jori fece una pernacchia con le labbra <pff...scherziamo?> disse beffardo, mentre alzava la spada davanti a lui.
<Tieniti pronto ragazzo> teneva il coltellino nella mano destra posizionata al suo fianco <attaccami, mostrami tutte le tue abilità> sorrise prendendolo in giro.
Jori alzò la spada in aria e corse urlando verso Tyriam, corse sempre più veloce e quando raggiunse il suo maestro fece calare la spada provocando un suono acuto mentre spezzava l'aria. Tyriam non si spostò fino all'ultimo momento schivando la spada a destra facendola conficcare nel terreno. Balzò in avanti con una velocità incredibile e, mentre Jori lo guardava stupefatto, lui gli saltò sulla gamba facendogli una serie di graffi sul polpaccio della gamba sinistra. Jori urlò dal dolore e finalmente sfilò la spada dal terreno <impara, più sei leggero, più sei veloce. E più sei veloce, più hai modo di sfruttare la forza del tuo avversario contro di lui stesso> Jori era troppo arrabbiato per ascoltare quelle stupide parole perciò balzò nuovamente in avanti ma questa volta tirando un taglio laterale. Appena spinse la spada per portarla dalla parte opposta, per qualche oscuro motivo Tyriam riuscì ad abbassarsi e rialzarsi non appena la spada passò e procurargli una serie di tagli sul fianco destro e sulla guancia. Jori urlò dal dolore e fece cadere la spada per proteggersi la faccia sanguinante. Non appena ciò accadde, Tyriam ne approfittò per balzargli addosso e riempirlo di cazzotti sulla faccia e sullo stomaco dove erano rimasti i lividi e parlava a ritmo dei cazzotti <preso...anche qui...qui eri morto...anche qui...non perdere...mai la difesa...ragazzo...altrimenti...sei debole...> finito di dire quelle parole smise di prenderlo a cazzotti e si alzò in piedi offrendo la mano a Jori per farlo alzare.
Jori alzò lo sguardo sempre tenendosi una mano sulla faccia per precauzione ma non appena vide la mano tesa allungò la sua per agguantarla. Tyriam prese la sua mano e lo alzò in piedi. Lo fissò per qualche secondo e si avvicinò fino a pochi centimetri dalla sua faccia <bene, per oggi può bastare. Vatti a lavare quella faccia da cazzo> e gli sorrise.

1. Il Risveglio del DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora