Capitolo 9.

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L'aria che entrava dal finestrino mi scompigliava leggermente i capelli, ma il sole era di un caldo accogliente.
Quel tempo era una cura per l'anima. Tutt'altra atmosfera a confronto con Londra.
Per quanto io mi rispecchiassi di più con la temperatura della mia città natale, mi sarei potuta abituare a qualche raggio di sole in più e molta meno pioggia.
Non potei non perdermi in uno dei miei ricordi piovosi preferiti.

Era un venerdì sera.
Me lo ricordo ancora, perché avevamo appena finito di vedere una mostra d'arte, che ci aveva davvero colpito.
Cass era riuscita ad attirare l'attenzione di uno degli espositori.
Dopo la mostra ci fu un forte temporale  e lui ci propose di essere accompagnate.
Cass gli disse di essere un'ecologista e che lei andava solo in bici.
Quella sera, con quel terribile acquazzone, noi corremmo come mai sotto la pioggia, e dietro di noi, un artista in bici, che voleva assicurarsi che arrivassimo a casa sane e salve.
Non conosceva ne me ne Cass, eppure si fece quasi un chilometro di strada in bici, sotto un diluvio universale.
Il poveretto ricevette solo un bacio sulla guancia e una falsa promessa per un secondo incontro.
Quella ragazza aveva il potere di far innamorare chiunque.
Ma lei in ogni caso non era di nessuno.
Nessuno poteva davvero colpirla e farla sua.
Tutti pensavano che si divertisse a rifiutare chiunque si presentasse alla sua porta.
Ma la verità, era che aveva paura.
Aveva paura di affezionarsi a qualcuno che avrebbe potuto ferirla. Quindi ha passato la sua vita a tenere alta la guardia.
Anche con me. Ho usato tutta la forza che avevo nel cuore per distruggere i suoi muri. Ci sono riuscita, ma sono finita in un vicolo cieco.
Cass non era circondata da una muraglia.
Era dentro un labirinto infinito.
Ci ho messo tutto l'impegno possibile.
Ma quando qualcuno è deciso a non farsi raggiungere, è meglio realizzare il fatto e lasciare che sia l'altra persona a scegliere.
Nel caso di Cass non ci fu alcuna scelta.
Dopo quella fatidica notte, spense ogni interruttore.

Mi resi conto di non star ascoltando nulla di quello che stava succedendo in macchina e Luke mi guardava di soppiatto, mentre guidava.

"Hei! Bella addormentata, ti stiamo annoiando?"

Erano tutti in silenzio e mi sentivo un idiota ad essermi giocata il buon umore in quel modo.

"Scusate! Mi sono persa. Cosa stavate dicendo?"

Michael si era avvicinato al sedile di Luke e mi guardava attentamente.

"Dove abiti? Ti ho chiesto dove dobbiamo portarti."

Apprii le mani dei pugni chiusi che si erano formati. Le unghie aveva tracciato dei solchi sulla mia pelle.

"Oh"

Spiegai come meglio potevo dov'era casa mia e scoprii che Luke non abitava tanto distante.
Queste coincidenze iniziavano a pesarmi.
Potevamo anche scoprire di essere fratelli, ma lui in ogni caso non mi sarebbe piaciuto.
Se ripenso alle sue parole, mi saliva subito il sangue alla testa.

Arrivati davanti a casa mia, mi girai verso i ragazzi, ignorando totalmente il ragazzo che mi affiancava.

"Grazie mille per il passaggio."

"Figurati! Quando vuoi!"

Michael mi sorrise.

"Beh! Non amo stare così appiccicato a questi due. Ma per te, questo ed altro!"

Calum venne messo a tacere con due colpi provenienti da due mani diverse.

"Dannazione! Mi verrà un bernoccolo!"

Risi delle loro solite congiure contro il povero, ma non innocente, Calum.

"Tanto più stupido di così non puoi diventare!"

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