Mia madre entrò dalla porta nel momento stesso in cui io, avevo cancellato la memoria della segreteria.
Sapevo bene cosa stavo facendo.
Magari, oggettivamente, non era la cosa migliore.
Ma sapevo che era la cosa giusta per noi.
Mamma stava pensando al lavoro nuovo e sembrava tranquilla.
Non avrei permesso a niente e a nessuno di farla abbattere nuovamente."Ciao tesoro!"
"Ciao mamma! Com'è andata?"
"Bene dai! Tu? Tutto bene?"
"Si! Sono arrivata adesso, quindi non ti ho preparato nulla, scusa!"
"Figurati! Mi preparerò io qualcosa, tranquilla! ieri hai fatto fin troppo, non ti preoccupare! Come mai hai fatto così tardi?"
"Ho passato un po' di tempo con Michael!"
Quando mi sorrise cercai di ignorare i pensieri che le stavano correndo in mente.
"Dimmi qualcosa in più su questo ragazzo!"
"Non c'è molto da dire. Ancora non lo conosco."
"Dai Meg, parlare con te ogni tanto è come parlare con un muro! Sono tua madre, puoi dirmi tutto!"
Per un momento non seppi cosa dire.
Se non parlavo, era perché non avevo nulla da dire. Nulla da dire a lei."Vado in camera!"
"Oh andiamo! Meg non volevo litigare! Ma smettila di scappare, una volta ogni tanto!"
Ero sullo stipite dell'entrata della cucina, e mi girai, guardandola dritta negli occhi.
"Detto da una, che è dovuta andare dall'altra parte del mondo, per fuggire dai problemi con un marito, che si è scelta lei stessa, è il colmo!"
Entrai in camera, sbattendo la porta e chiudendola a chiave.
Per oggi ne avevo avuto davvero abbastanza.
Accesi le lucine sopra il letto e presi in mano il telefono.
Avevo tenuto questo numero, per le emergenze.
Ma avevo bisogno di sapere che, almeno lei, stesse meglio.
Dopo vari squilli, finalmente rispose."Megan?"
"Salve signora!"
"Megan? O mio dio! Come stai tesoro? Com'è l'Australia?"
"Qui tutto bene! Grazie per l'interesse. Non volevo disturbarla, ma volevo sapere come sta... Non sapevo a chi altri chiedere, che potesse darmi una risposta concreta."
Non avevo pronunciato il nome di sua figlia, perché entrambe sapevamo esattamente dove volevo andare a parare.
"Megan non mi dare del "lei", sei ancora come una figlia per me. Non importa quanto lontana tu sia. Sei ancora nei nostri cuori, per me tu non te ne sei andata."
Sentii la sua voce rompersi. E con essa anche la mia forza.
"Sei nel suo cuore. Sempre. Lo sai questo?"
Cercai con tutta me stessa di rispondere, ma dalla bocca mi uscì solo un singhiozzo.
"Non risponde alle tue chiamate, vero?"
"No!"
Guardai il soffitto, cercando di resistere.
"Non risponde alle chiamate di nessuno."
"Io non sono 'nessuno'!"
"Lo so, tesoro! Lo so."
"Come sta?"
Strinsi le coperte nel mio pugno. Non sicura di voler sentire quelle parole.
"È una lotta dura! Piena di alti e bassi!"
STAI LEGGENDO
If You Say So
FanfictionMegan Hope, 17 anni, costretta a trasferirsi per ricominciare dopo la separazione dei suoi genitori, lascia la sua vita a Londra e finisce a Sydney con la madre in cerca di un nuovo inizio. Non conosce nessuno. Deve ripartire da zero in un nuovo mo...