- CAPITOLO 1 -✔️

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* Quella nella foto è la protagonista, o almeno, è come me la immagino io. Ma ognuno può immaginarsela come più le piace. *
Volevo avvisarvi che la storia è momentaneamente in revisione. Per i capitoli revisionati troverete una ✔️ accanto ad ogni capitolo.
Buona lettura.
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• 'Qual è la vera vittoria? Far battere le mani?'
'No, far battere i cuori.•
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Era la vigilia di Natale ed io stavo prendendo il primo volo di quella giornata per andare da Nash, a Los Angeles.
Era da settembre che eravamo ufficialmente una coppia, proprio dalla fine di quell'anno scolastico che mi ha stravolto la vita.
           *****FLASHBACK*****
N.b.: la storia sarà in flashback fino agli ultimi capitoli.
"Congratulazioni signorina Ferri, lei avrà l'opportunità di trascorrere l'anno scolastico nella high school di Los Angeles." Disse il preside.
Non ci potevo credere, avevo lavorato sodo per ottenere questo risultato e ora avrei passato il mio terzo anno di liceo a Los Angeles.
Avevo solo 16 anni e tutto questo un po' mi spaventava, anche essendo quello che sognavo da quando avevo 12 anni.
Ma la paura andava messa da parte, quest'esperienza non sarebbe ricapitata per il resto della mia vita.
Era appena finita la scuola e questa notizia mi aveva messo ancora di più di buon umore. Presi il foglio con i dettagli in mano: sarei partita il 13 agosto e la scuola sarebbe cominciata il 25. Già, lì in America si inizia prima, il che vuol dire che mi dovrò preparare psicologicamente.
L'idea di andare a scuola con tutto quel caldo non mi entusiasmava affatto.
Era il 15 giugno e dovevo correre a casa per dare la notizia ai miei genitori e a mia sorella.
Presi il 664, che come sempre era strapieno, come tutti gli autobus di Roma d'altronde, e misi le cuffiette: fortunatamente trovai il posto a sedere. Partì 'Love Yourself' di Justin Bieber, amavo quella canzone, l'aveva scritta Ed Sheeran, lui si che ci sapeva proprio fare. Una volta prenotata la fermata e scesa dall'autobus mi avviai verso casa. Salii le scale e suonai al campanello, non ricordandomi di avere le chiavi. Mi venne ad aprire mia madre che quel giorno non lavorava.
"Indovina chi ha l'occasione di andare a Los Angeles per un anno?" urlai il più felice possibile.
"Non ti credo, mi fai sempre gli scherzi Melissa" disse mia mamma.
"Dai, questa volta sono seria, e non mi chiamare per nomeeee, non lo fai mai" dissi mostrandole il famoso foglio preso dalla borsa.
"Oddio, ma allora è vero, sono così felice per te! La mia piccolina partirà per Los Angeles! Quando partirai?" domandò.
Sapeva quanto tutto questo fosse importante per me, il suo sguardo orgoglioso parlava da sè.
"Il 13 agosto" risposi nascondendo un velo di tristezza. In fondo Roma è la mia città, la mia casa, qui c'è la mia famiglia e ci sono i miei amici, e mi dispiacerà non vedere quello che mi è sempre appartenuto per un anno.
"Clarissa e Greta lo sanno?"
Clarissa e Greta sono le mie due migliori amiche: Greta la conoscevo da quando avevo 3 anni, eravamo in classe insieme all'asilo e poi alle medie siamo ricapitate insieme, ora però, lei fa il liceo scientifico in un'altra scuola.
Clarissa invece la conosco da quando eravamo in prima elementare, ma siamo diventate amiche solo in quarta, e da lì, non ci siamo più separate, adesso frequenta un istituto tecnico-turistico.  Greta, Clarissa ed io, da subito eravamo diventate un trio spettacolare, tutti ci invidiavano. Così decisi di chiamarle.
"Gre, devo darti un'ottima notizia, o almeno quasi, vieni da me alle 16.00?".
"Certo, mi devo preoccupare?" rispose seria. (e lei non lo era mai)
"No no, niente di grave, non fare ritardo come sempre, almeno questa volta dai!"
"Non ti assicuro niente!!!"
Pf, tipico.
Dopo aver chiamato Clarissa e aver sentito un 'si' da parte sua andai in cucina e presi le patatine e una torta gelato che, fortunatamente, avevo nel freezer. Con loro due era così, se le invitavi, dovevi mettere sempre a disposizione cibo per un esercito.
Alle 16.00 sentii suonare il campanello. Era Clarissa. Ovvio, Greta deve sempre essere in ritardo altrimenti non è felice. Eppure, logicamente, il giorno del suo quattordicesimo compleanno io, insieme ad altre due mie amiche avevamo preparato una torta, e questa mia amica aveva messo casa sua a disposizione, per farle una sorpresa. Mi aveva detto: "alle 16.10 vieni da me, a Greta le diciamo di venire alle 16.30". Io, pensando che Greta fosse in ritardo come al solito, invece di stare lì alle 16.10 ero partita alle 16.15, avevo in mano la torta e stavo al telefono con un'altra mia amica, e chi mi ritrovo davanti? GRETA, OVVIO. In quel momento giuro che l'ho odiata. E lei rideva: "ti ho beccato" continuava a dire, in quel momento ho seriamente pensato di mollarle un ceffone. Ma questa è un'altra storia....
Alle 16.20 suonarono alla porta, era Greta, ma non mi andava di fare storie per il ritardo, non oggi almeno. Le feci accomodare e iniziai a parlare..
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Primo spazio autrice yeeeee, allora, per i primi capitoli non avrò un obbiettivo per andare avanti e aggiornare.
Comunque io sono Alessia.
E nienteeee, spero la storia vi piaccia almeno una minima parte di quanto io abbia messo per impegnarmici.
Non è stato facile per me pubblicarla, anche perché volevo fosse solo per me.
Quindi, se vi piace, per ora, votateee.
Al prossimo capitolo.💝
*Scusate gli eventuali errori, appena potrò revisionerò il capitolo.*

The wave | Nash Grier (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora