- CAPITOLO 17 -

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• Dentro ad un abbraccio puoi fare di tutto: sorridere e piangere, rinascere e morire. Oppure fermarti a tremarci dentro, come fosse l'ultimo. •
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La mattina dopo mi svegliai felice. Si, ero felice. Nash, inconsapevolmente, era tutto ciò che da sempre aspettavo. Non so bene cosa mi faceva provare. Non si può spiegare.
Però, qualcosa nel profondo mi stava dando il tormento.
Era la consapevolezza che, una volta tornata in Italia, tutto ciò che stavamo costruendo sarebbe svanito.
'Carpe diem' un cavolo. È questo il problema. Non so pensare al singolo attimo, ma devo sempre pensare al dopo. Questo mi porta sempre ad avere dubbi, come in questo momento. Non che io non voglia stare con Nash, ma non so se tutto questo una volta tornata in Italia potrà durare. L'amore ha bisogno di dimostrazioni fisiche, non diciamo sciocchezze. Io non voglio un amore fatto di skype. Non sai quello che fa l'altra persona, che cosa potrebbe combinare. Io stessa non so neanche se riuscirei a ritenermi fidanzata in quel modo.
Entrò in camera mia.
"Buon giorno dormigliona, sono le undici e tu ed io dobbiamo andare da una parte."
Che cosa? Ma io sono mezza addormentata e fin troppo pensierosa.
"Ehi, c'è qualcosa che non va?" Chiese sfoggiando un sorriso appena visibile alla fine.
"Eh?" Scossi la testa. "Si si" continuai.
"Okay, ripeto la domanda visto che non mi hai neanche ascoltato: c'è qualcosa che non va?"
"Non lo so Nash... Davvero non lo so cosa c'è che non va"
"E invece lo sai perché ti sta divorando dentro, guardati, si vede da lontano un miglio che non stai bene"
"Ho un pensiero fisso da stamattina, da dopo che mi sono svegliata e non so come mandarlo via"
Mi diede un bacio e si sistemò vicino a me sul letto.
"Avanti, ti ascolto"
"In realtà non c'è un problema, è solo un mio pensiero.. Ho paura che 'tutto questo' non possa funzionare"
"Per 'tutto questo' intendi la nostra relazione?"
"Si.. Insomma non stiamo parlando di  pochi chilometri di distanza..."
"È questo il tuo problema? La distanza?!"
"Non è che è un problema... È che, non so.."
"È la distanza il tuo problema"
"No no no. Ascolta, sono disposta a cambiare questo lato di me. Lo giuro, ci proverò. Per te, per noi"
"Non penso ci potrai mai riuscire"
"Si, non te lo assicuro, ma ci proverò. Più di questo non so come fare Nash"
"Promettimi che non ci penserai, che tutto questo è vero, che non avrai più dubbi"
"Te lo prometto"
"Bene, allora cambiati, dobbiamo andare da una parte"
Verso le sette partimmo.
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"Daii. Mi dici dove stiamo andando?" Dissi dopo un quarto d'ora passato in macchina.
"Conosci il significato della parola 'sorpresa'?" Uh, fa il simpatico.
"No."
"Dai, siamo quasi arrivati"
Sembravo una ragazzina. La curiosità mi aveva sempre mangiato fino al midollo... Ma adesso stava esagerando. Dopo altri dieci minuti ci fermammo.
"Okay siamo arrivati. Metti questa"
Mi diede una fascetta che misi sugli occhi.
Dopo un paio di volte che rischiai di inciampare, Nash mi tolse la fascetta.
Lo spettacolo che mi si presentò davanti non necessitava di parole.
Eravamo sulla spiaggia. C'era un telo steso sopra la sabbia con almeno una dozzina di cuscini, delle candele e dei petali rossi sparsi ovunque. È l'inizio del tramonto dava il tocco magico.
"Wow. Nash è bellissimo" sorrisi come non mai.
Lui invece si fece più serio.
"Vorrei che tu capissi che per me questo non è un gioco, tutto qui"
"L'ho già capito, fidati"
Vidi una casetta in legno più in là.
"E quella?" Domandai.
"Quella è per noi. L'aveva costruita mio nonno per la nonna. La amava così tanto che decise di costruirla per lei. Seguimi"
Era super accogliente, come una casa in legno nel bel mezzo della spiaggia dovrebbe essere.
Aveva un piccolo bagno, una cucinetta e una stanza visibile appena vi si entrava.
Nash si sedette sul letto e mi trascinò sulle sue gambe.
"Non smetterò mai di ripeterti che sei bellissima"
"Non smetterò mai di ripeterti che sei ciò che sempre ho voluto dalla vita"
Era tutto così anormale. Erano passati quattro mesi da quando ero arrivata in America e già avevo provato molte più sensazioni di quante ne abbia mai provate prima d'ora. Mi squillò il telefono. Era Alice, non risposi, non era il momento.
Non lo era perché quello era il nostro di momento. E di nessun altro. Non c'era spazio per nessuno all'infuori di noi.
Mi baciò. Quali dubbi avevo? Me li ero creati così dal nulla. Tutto questo era perfetto. Non pensai al fatto che la scuola sarebbe ricominciata tra un paio di giorni, non pesai al fatto che avrei dovuto combattere con Jennifer per il resto dell'anno scolastico. Non pensai a niente.
Via i pensieri, basta pensare al dopo. Ora c'è il presente, ora ci siamo noi.
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Scusate scusate scusate. Sono stata assente tantissimo tempo e mi scuso infinitamente. È solo che non riuscivo a trovare l'ispirazione. Ora pian piano mi sta tornando, anche se non penso questo capitolo sia un granché.
Scusate ancora e al prossimo capitolo gente carina!
-Alessia💝

The wave | Nash Grier (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora