- CAPITOLO 10 -

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• E quando tutto questo sarà solo un ricordo, quando sedici anni saranno diventati trenta, quando la sveglia non darà più così fastidio, quando saremo grandi, quando il futuro che stiamo temendo tanto sarà presente, cosa penseremo di questi anni buttati a insicurezze e paure? •
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'L'orgoglio frega la gente'...
Forse Nash non aveva tutti i forti, forse davvero dovevo prendere le cose più alla leggera senza starmi a preoccupare più di tanto...
Questo pomeriggio ci dovevamo ritrovare tutti a casa nostra, o almeno così l'avrei dovuta chiamare per un intero anno.
Mi iniziavano a mancare seriamente tutte le persone importanti che avevo lasciato in Italia: la mia famiglia, i miei compagni di classe, Greta e Melissa... Anche le persone con cui litigavo ogni due per tre..
Ma era tutto okay. Andava tutto bene. A Natale mi sarebbero venuti a trovare. Quindi tra meno poco più di tre mesi li avrei rivisti, sia la mia famiglia che le mie due gioie.
Suonarono alla porta e andai ad aprire.
"Ehi ragazzi!" Feci dopo aver visto Aaron e Alice.
"Ehi ragazza!" Fece a sua volta Aaron.
Alice, invece, mi trascinò in cucina.
"Prima che tu dica qualcosa, devo dirti che tu ed Aaron siete una delle coppie più belle che io abbia mai visto" dissi gesticolando.
"Cosa? Uno: io e Aaron non siamo una coppia, due: è proprio di questo che ti devi parlare, vedi a me piace da tanto, più o meno dalla terza media, ma non so che fare con lui, ultimamente sembra mostrare parecchio interesse. Cosa faccio?"
"Visto com'è finita la mia ultima relazione non sono la persona più indicata per questo tipo di consigli, ma se vedi un minimo di interesse io aspetterei, se si fa avanti bene, altrimenti dovrai aspettare ancora un po', tutto qui"
"È questo il problema, sto aspettando da troppo, non ce la faccio più, questa cosa mi sta mangiando dentro!"
"Oh, in questo caso vedi come si comporta oggi"
"Ci proverò"
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Dopo non molto arrivarono tutti i ragazzi, e iniziammo a giocare a 'Visual Game'.
Capirai in coppia con Nash. Ma almeno per Alice le cose stavano andando bene, lei era un coppia con Aaron.
Iniziammo a giocare.
"Muso, no cavallo, ehm zampe, ma cos'è un procione, ma come disegni?" Dissi ridendo.
"Tempo scaduto" fece felice Shawn, maledetti, lui e Matthew erano in vantaggio.
"Ma cosa ci vuole a capire, era un cane, vedi, zampe, coda, orecchie"
"Ma quella è una criniera!"
"Macché criniera, sei cieca per caso?!"
Sbuffai. Diventava così irascibile solo per un gioco..
Cameron stava disperatamente cercando di disegnare un ponte, ma Jack J insisteva con il dire che era un tavolo, e in effetti sembrava. Sapevo che era un ponte solo perché avevo letto la carta di Cameron... Era pessimo a disegnare..
Dopo toccò anche ad Alice e Aaron e a Jack G e Madison, era una bellissima ragazza, e sapeva disegnare anche bene.
Finito il giro era il nostro turno: mio di Nash.
Dovevo disegnare io..
Per fortuna con arte me la cavicchio.
"Ma cos'è una mazza, una gamba? No aspetta, ci sono oddio è una corda!"
Continuavo a fargli di no con la testa e il tempo scorreva...
"Era un serpente!" Feci una volta scaduto il tempo.
Okay, avevo appena detto che me la cavavo? No. Non me la cavavo per niente..
"Cosa? Un serpente!" Strillò Nash...
"Se fosse stato un serpente avresti fatto gli occhi" continuò.
"Ma eccoli!" Insistetti io.
"Quelle sono le decorazioni della corda! Ascolta, non mi va di stare in coppia con te se non prendi questo gioco sul serio, devi concentrarti okay? Stiamo perdendo. Io me ne vado in camera." Mi lasciò senza parole...
Hayes, sentendo urlare scese le scale. Gli spiegai tutto e per non lasciarmi sola prese il posto di Nash.
Cosa frullava nella testa di quel ragazzo?
Una volta finito il gioco i ragazzi andarono a casa.
Avevano vinto Jack e Madison. Oltre che una bella coppia erano anche una squadra fenomenale.
Salii le scale, andai in bagno e, dopo essermi messa il pigiama andai in camera mia cercando di prendere sonno, visto che il giorno dopo ci sarebbe stata scuola. Mi addormentai, ma quando qualcuno bussò alla porta mi svegliai, mi alzai dal letto e aprii.
Era Nash.
Guardai l'orologio: le tre.
"Nash ma cosa vuoi, sono le tre del mattino"
"Volevo chiederti scusa... Non so che mi sia preso, chiedilo anche ai miei amici, di solito non sono così."
"Nash vai a dormire è meglio, tra poco più di tre ore dobbiamo alzarci, ne parleremo domani"
"No. Mi conosco, poi non riuscirei a dormire"
"Si, ma così non fai dormire me. Buonanotte, dissi chiudendo la lucetta sul mio comodino"
Lui la riaccese.
"Perdonami, per favore"
Ah certo, faceva gli scatti da matto e dovevo perdonarlo su due piedi.
"Nash sono stanca, vai a dormire"
"Io, davvero credimi non sono così"
Tanto ormai a dormire ci avevo perso le speranze.
"Nash non lo so.. Un attimo sei dolce, l'altro diventi duro.. Io non so cosa ti prede"
"Neanche io lo so in questo momento..."
"Si ma vedi, non ti devi scaricare sugli altri"
"Ma non volevo"
"Okay. Ora posso andare? Buona notte."
Spensi la lucetta e lui se ne andò sbattendo la porta di camera mia.
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Il mattino seguente, Nash mi accompagnò in macchina.
"Grazie del passaggio" sussurrai.
"Melissa, per ieri?"
"Nash, tranquillo è passata, solo, non sei così, non partire prevenuto, okay? Com'era? Prenditi meno sul serio"
"L'ho sempre fatto, solo ieri mi è successo"
Entrai in classe, in prima ora avevo biologia.
La giornata sembrò passare velocemente. Così tornai a casa e pranzai.
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Nash ma cosa combini?
Tengo particolarmente a questo capitolo, anche se è di passaggio, perché dal prossimo inizierete a capire di più.
Ciao personcine carine, al prossimo capitolo.
-Alessia💝

The wave | Nash Grier (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora