Capitolo 19

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Aprii gli occhi e un dolore atroce si impossessa della mia testa, mi trovavo nella mia camera, lo capii subito perché vidi vicino alla finestra il mio sacco da boxe. Vidi due figure ai piedi del letto: justin e non capivo bene chi era l'altra figura maschile "justin" dissi ma la mia voce uscì in un sussurro appena udibile così me la schiarisco leggermente e riprovo a chiamare justin, questa volta il risultato sono migliori infatti justin sentendomi venne verso di me lasciando l'altro ragazzo ai piedi del letto "hey ragazzina come ti senti?" Mi chiese sorridendo "mi fa un male atrice la testa, ma cosa è successo?" Chiedo in questo momento non mi ricordo più di tanto. "Ti stavo facendo vedere casa poi Taylor mi ha urlato che erano tornati gli altri due membri della squadra quindi siamo scesi giù hai conosciuto Josh poi hai rivolto lo sgurdo a lui e sei svenuta"disse indicando il ragazzo che è rimasto in silenzio per tutto il tempo scrutandomi, io alzo lo sgurdo e "no non può essere..." eccolo di nuovo un attacco di panico stavo respirando a fatica "un..uno" justin mi prese la mano e mi sussurrava qualcosa che nemmeno riuscivo a capire "d..due" "t..re" il ragazzo si avvicinò di più a noi e io mi feci più piccola dopo vari minuti riuscii a calmare l'attacco di panico "come ti chiami?sei uguale a lui...più grande da com'era lui ma sei uguale " dissi "Liam, ciao sorellina" disse con un sorriso che ti riscaldava il cuore. No non ci posso credere non è lui, il mio liam è morto MORTO parecchi anni fa, le lacrime stavano scorrendo sul mio volto mentre le parole lasciavano la mia bocca per arrivare alle sue orecchie "TU NON PUOI ESSERE IL MIO LIAM, NON PUOI, LUI È MORTO " mi iniziai ad agitare e justin saldò la sue abbraccia intorno alla mia vita e ritrovai la mia schiena attaccata al suo petto mentre mi dimenavo "lui è morto" "mi ha lasciata sola" "lui non c'è più" continuaii a ripetere queste frasi in un sussurro mentre i ricordi di quel giorno che i polozziotti ci dissero della sua morte si fecero spazio nella mia mente così iniziai a singhiozzare. "Sono io Kathrine, Liam" lo guardai un attimo, era lui ma ancora non ci potevo credere così gli feccio la domanda: se lui mi sarà rispondere avrò la conferma che il mio Liam in realtà non è morto ed è qui davanti a me "se sei veramente mio fratello sai rispondere a quasta domanda" mi fermai un secordo per prendere fiato e gurdarlo negli occhi "io e Liam avevamo un posto dove andavamo solo io e lui, lo aveva scoperto lui e mi ci portò e da allora era il nostro posto ora dimmi che posto era" lui rispose senza neancge pensarci "era su una collina, con un albero al centro e un altalena e si poveva vedere la città davanti " quando lo disse rimasi spiazzata ho ritrovato mio fratello mi autoconvinsi più di dieci volte mentalmente poi mi liberai dalla presa di justin e imprigionai liam in un abbraccio "sei qui, non ci credo" dissi sussurrando "sono qui e non ci separeremo più sorellina" mi mise due dita sotto il mento per farmi alzare la testa verso lui "mi dispiace se ho mentito sulla mia morte a te e ai nostri genitori" sentendoli nominare mi staccai subito e mi irrigidii "ci dobbiamo raccontare tante cose Kathrine che ne dici di andare al nostro posto?" Io annuii e così andammo al nostro posto. In macchina c'era un silenzio imbarazzante, lui era concentrato sulla strada e io lo stavo osservando com'è diventato. È proprio un bel ragazzo: capelli marroni, occhi color nocciola, con un principio di barba che lo rendeva più sexy e misterioso, indossava una maglietta bianca a maniche corte e si vede che è molto muscoloso si intravedono dei tatuaggi sul petto, collo e dalle maniche escono altri tatuaggi che si estendono sulle braccia. Arriviamo al nostro posto, da quando era morto lui ci sono sempre venuta da sola eccezione della sera in cui è venuto con me Justin. Liam si siede sull'altalena e io sul prato verde, sono tesa non so da dove iniziare "da dove iniziamo?" Chiesi sussurrando con lo sgurdo basso "ti devi dare delle spigazioni quindi inizio io" disse sospirando per poi iniziare "a tredici anni ho conosciuto tutti quelli della nostra attuale gang tranne Roxy, lei è entrata a farne parte più in là, e pensammo di mettere su una gang, ci allenavamo però poi tutti noi abbiamo pensato di far credere alle nostre famiglie che eravamo morti così i nemici non potevano farvi del male, io non volevo lasciarti eri così piccola e indifesa e il nostro rapporto eravveramente bello però preferivo mettervi al sicuro perché se qualche nemico vi avrebbe fatto del male io non me lo sarei mai perdonato. Così comprammo quella casa nel bosco e da allora abitiamo tutti insieme li e siamo diventati la gang più temuta da tutti." Mi guardo facendomi un sorriso di scuse. Io annuii e mi decisi a parlare "hai fatto bene, ehm credo" dissi incerta "come ve la siete passata tu, mamma e papà?" Io mi irrigidii nuovamente e lui lo notò "cosa è successo dopo la mia finta morte?" Mi domandò con voce spezzata io ricacciai indietro le lacrime e mi decisi di dirgli tutta la verità "dopo la tua morte cambiò tutto: papà iniziò a bere e a picchiarmi mentre mamma non c'era quasi mai e se c'era stava sempre chiusa in camera sua. Dopo due mesi non tornò più a casa e papà da quel giorni mi picchiò sempre più frequentemente, io trovai la lettera di mamma in cui diceva che era scappata con un altro perché questa famiglia non gli piaceva più. Quando anche papà lesse la lettera mi picchiò dicendo delle parole che allora mi ferivano più delle dei pugni che mi dava poi col tempo ci ho fatto l'abitudine e non mi feriscono più. Io lascai la scuola e mi cercai un lavoro visto che papà spendeva tutta la sua pensione in droga, puttane e alcool. A quattrordici anni ho conosciuto Johnny, dopo tanto non ero più sola, lui era bravo a sparare e lanciare i coltello così mi insegnò dei trucchi e tutto quello che dovevo sapere anche se io gli dicevo sempre che a me piace la boxe e tutti gli sport che si avvicinavano a quella disciplina e così i iscrivemmo alla palestra del padre, col passare del tempo io ero davvero brava così Johnny per il mio quindicesimo compleanno mi regalò il sacco da boxe che ora sta attaccato in camera mia." Mi fermai un attimo per prendere fiato e bloccando le lacrime poi ripresi "poi lo arrestarono perché aveva sparato ad un tizio cge stava violentando alla madre e così la mia vita tornò sempre la stessa casa- lavoro,lavoro-casa." E così finii il riassunto dei miei ultimi tredici anni. Lui non disse una parola si alzò e mi venne vad abbracciare "mi dispiace katy, mi mancavi tanto che non puoi immaginarti" disse stringendomi più che poteva a lui dopo una decina di minuti che ci abbraccavamo si alza e mentre si toglie la maglietta dice "di vedo far vedere una cosa" e si gira di spalle quando capisco che cos'è rimango meravigliata: su tutta la schiena aveva due tatuaggi collegati fra loro in altro sulle spalle aveva una scritta in corsivo e c'era scritto "Kathrine" e il resto della schiena era la foto che ho anche io nel quanderno di noi due su questa collina "è semplicemente stupendo" dico scrutando ogni particolare del tatuaggio "non ti ho mai dimenticata katy" disse sussurrando "neanche io" dissi abbracciandolo da dietro. Tutto ad un tratto mi venne un idea bellissima ma al quanto folle "ti va di fare con me una cosa folle dopo tredici anni che non ne facciamo una?" Chiesi mentre lui si rimetteva la maglietta "oh vi puoi contare" disse battendomi il cinque e poi urlando "ATTENZIONE I FRATELLI COOPER SONO TORNATI!" e scoppiamo a ridere tutti e due.
Mi sei mancato fratellone!
Quale pazzia farà Katy con il fratello? Liam si vendicherà del padre per aver fartto del male alla sua dolce sorellina?
Buon pomeriggio a tutti splendorii spero vi piaccia questo capitolo piano di colpi di scena.
♥♥♥

You are mine -il continuoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora