Eravamo finalmente arrivati da Starbucks e l'euforia di Luke cresceva a dismisura, e ad un certo punto ho dovuto zittirlo dato che non finiva più di parlare di quanto fosse bello Jack Barakat secondo lui, ma infondo, non potevo biasimarlo.
Durante il nostro tragitto Luke mi ha tenuto costantemente la mano e ogni volta che qualcosa lo rendeva felice, la stringeva sempre di più, facendo svolazzare le farfalle nel mio stomaco.
Entrammo finalmente in questo piccolo locale, e la cosa che poteva subito catturare l'attenzione delle persone, erano le varie coppiette che si scambiavano effusioni in pubblico, erano vomitevoli secondo me.
-Un caffè e due ciambelle al cioccolato.- ordinò poi Luke, senza neanche chiedermi che cosa volessi, lui conosceva tutto di me, quasi tutto.
Scossi la testa, lui non doveva sapere della mia cotta, potevo rovinare la nostra amicizia e questo non doveva accadere, avevo bisogno di Luke nella mia vita, ma avevo ancora più bisogno di avere Luke nella mia vita in un'altro modo, non volendomi limitare più ai soliti abbracci, ma Luke era troppo preso dal sesso femminile per accorgersi di me, del suo migliore amico dal cuore infranto.
-A che pensi Michael?- chiese quest'ultimo, appoggiando la sua mano sulla mia schiena, cominciando a fare su e giù con essa, provocando uno strano rumore a causa della pelle finta del mio giubbotto.
-A nulla Luke,tranquillo.- lo rassicurai con un leggero e falso sorriso, mentre una cameriera bionda ci veniva incontro con le nostre ordinazioni.
Aveva dei lunghi capelli biondi che ricadevano sulla spalle, mentre due occhi piena di lussuria erano dello stesso colore del ghiaccio, con due carnose labbra che finivano il tutto, se solo non fosse per il grande seno rifatto.
Una Barbie vivente ma più troia.Scrutava il corpo di Luke, immaginando di fare chissà cosa con il ragazzo biondo, che intanto aveva lo sguardo abbassato sul tavolo di legno, non dando la minima soddisfazione alla ragazza, che scopro chiamarsi Karina, quando il proprietario del negozio la chiamò.
Strizzò l'occhio nella direzione di Luke, che aveva momentaneamente alzato lo sguardo, e lasciò il nostro tavolo, dando così inizio alla lista di insulti da parte mia e di Luke.
Mi mancava veder spuntare il suo sorriso a causa mia, adoravo la sensazione che mi regalava ogni volta che faceva spuntare la sua amabile fossetta destra, o quando mostrava la sua perfetta dentatura e arricciava il naso, amavo tutto di lui, era perfetto.
Ma la nostra felicità non poteva durare per sempre e questa volta fu interrotta da Luke stesso, che tornando serio, mi disse che orami doveva dirmi una cosa, e che quasi con le lacrime agli occhi, sperava che io non lo lasciassi andare.
Oh Lukey, come faccio a lasciarti andare.Mi disse di seguirlo fuori da Starbucks, mentre con una strana espressione sul volto raggiunse un muretto ricoperto interamente da murales che trovò poco distante dalla caffetteria.
Cercai disperatamente il mio pacchetto di sigarette, sperando vivamente di non averlo lasciato a casa o in un altro paio di pantaloni, ma imprecai quando non le trovai nelle tasche.
Guardai Luke ridacchiare leggermente, mentre con fare molto femminile, estrasse il suo pacchetto di sigarette dalla tasca del suo giubbotto nero, facendo un piccolo sorrisetto, e notai le sue guance farsi color ciliegia, era adorabile.
Con un rapido gesto accesi la sigaretta, e subito dopo dedicai la mia attenzione a Luke, il quale stava torturando le maniche del suo maglione beage, c'era qualcosa che lo turbava e questo si poteva capire solo guardandolo in faccia.
Mi avvicinai a lui e con fare delicato gli alzai il mento con due dita, costringendolo a guardarmi negli occhi, e lì, mi persi nel blu che erano i suoi magnifici occhi.
-Vedi Michael, oramai ho diciannove anni e anche se l'ho capito ad un età abbastanza avanzata, cercavo sempre di sviare l'argomento, sempre di respingere quel pensiero dalla mia testa e di rimpiazzarlo con un altro, ma poi..poi ho capito che era una cosa seria, una cosa sulla quale dovevo riflettere, e anche molto, e io spero che dopo queste parole tu non esca dalla mia vita, che resti sempre qui, a darmi forza come hai fatto negli ultimi dieci anni.- sospirò qualche secondo, stava per piangere.
-Luke guardami, io starò sempre qui con te e per te.- dissi dolcemente, mentre passavo il pollice su quelle lacrime salate che rigavano il suo pallido volto.
-Michael, sono omosessuale.- disse infine.
Non sapevo come reagire, non sapevo cosa dire, non sapevo cosa fargli, non sapevo nulla.In quel momento sapevo solo una cosa, sapevo che quello era il momento giusto per far combaciare finalmente le nostre labbra.
E in un momento, accadde tutto in un solo preciso momento che racchiudeva nove mesi di sofferenze e di pianti, nove mesi di insulti, nove mesi di tagli sulle mie braccia.
Nove mesi racchiusi in un solo bacio, formato da me e Luke, c'eravamo solo io e lui in quel momento, solo le nostre bocche e le nostre lingue.
Sapeva di cioccolato e orribile saliva che ahimè, tutti hanno, ma Luke non era tutti, Luke era l'amore della mia vita e di sicuro non l'avrei mai lasciato andare, ora c'eravamo solo io e lui, affanculo Arzaylea e la merda che ci circondava, siamo solo io e Luke adesso.
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ARZAYLEA ; MUKE
Fanfictiondove Arzaylea insulta Michael e quest ultimo segna tutti gli insulti in un diario segreto. 2016, michbael. #11 in Storie Brevi il 25/01/16.