Non avevo dormito per l'intera notte. Non avevo dormito perchè pensavo continuamente a come e cosa fare per dimostrare a quella zitella della preside che io ed Eva eravamo innocenti.
E anche per un altro motivo.
Sta zitta coscenza, parlare o pensare a lei mi distrae tremendamente troppo. Ieri sera stavo andando a dormire con la schiuma da barba in viso, se non fosse stato per mia madre che era entrata per portarmi i vestiti puliti da sistemare nell'armadio. Santo cielo, Eva, che mi stai facendo?
Erano circa le sei quando mi alzai, mi feci la doccia e mi vestii con un jeans nero e una maglietta a maniche lunghe bianca, una camicia di jeans e gli stivaletti.
Scesi giu in cucina, molto lentamente, e quasi mi spaventai nel vedere mia madre gia intenta ai fornelli.
"Oh, scusa figliolo, non avevo intenzione di spaventarti. O forse si." Rise mia madre.
Corrugai le sopracciglia, scoppiando a ridere subito dopo. Mi avvicinai a lei e le baciai una guancia, come tutte le mattine.
"Sei molto allegra questa mattina, mamma." Costatai, sedendomi a tavola.
"Si." Disse sorridendo.
"E a cosa dobbiamo tutta questa felicitá?" Chiesi sorridendole.
"Oh, a nulla." Disse mordendosi il labbro inferiore per trattenere un sorriso. Cosa che le riuscì davvero male.
"Andiamo, mamma." Commentai ridendo per il suo tentativo.
"Oh, e va bene. Ma non dirlo a Gemma o dirá che tu sei sempre il primo a sapere tutto." Disse puntandomi la spatola che aveva in mano contro.
"Promesso." Alzai una mano solennamente.
"Tuo padre tornerá questo pomerigio per passare qualche giorno con noi!" Urlò, completamente esaltata agitando la spatola su e giu.
Sorrisi. Ero contento sia per lei, che per mio padre. Il fatto che sarebbe tornato questo pomerigio dopo non averlo visto per quasi tre mesi mi faceva piacere. Ero sempre felice di rivedere mio padre e lui di riverdere noi.
"Ci sarai questo pomeriggio, vero?" Domandò versandomi del latte in una tazza.
Cazzo. No.
"Ehm...no." Borbottai.
"Cosa?" Chiese.
"No. Mamma, non ci sarò. Devo scontare una punizione per un mese a scuola, per qualcosa che non ho fatto." Spiegai rapidamente.
Chissá cosa mangiasse solitamente lei per colazione. Chissá se un giorno sarei potuto essere stato io ad offrirgliela, magari portandola a mangiare nel suo locale preferito e poi dopo avremmo potuto fare una foto, andarla a sviluppare e tenerla entrambi. Di sicuro l'avrei custodita come se fosse valsa più dei gioeilla della Regina Elisabetta e-
"Oh, Gemma mi aveva accennato qualcosa." Disse sedendosi e interrompendo il flusso dei miei pensieri su di lei.
"Gemma e Louis prima o poi mi faranno finire su una di quelle schifose riviste di Gossip Of London." Blaterai.
"Cosa? Harry ma che ti prende?" Rise mia madre.
Era così dolce quando rideva. Ricordo che da piccolo quando piangevo mi bastava guardarla ridere per calmarmi. E mi piaceva così tanto toccarle le guance. Non so perchè lo facevo, ma lei mi aveva raccontato piú volte che avevo una specie di fissazione per le sue guance. Risi al sol pensiero.
"Tesoro, sai...io penso che dovresti parlarle." Disse mia madre, ritornando seria.
"Con chi?" Chiesi continuando a mangiare.
"Dovresti seriamente parlare ad Eva o impazzirai, figliolo." Disse, e per poco non mi strozzai con il latte e i cereali.
Dannazione, stavo tentando di non pensare a lei. Tanto per non rischiare di andare a scuola senza zaino.
"Non ti chiederò chi è stato a dirtelo, dato che la risposta gia la so." Brontolai. Possibile che quei due non abbiano niente di meglio di cui parlare?
"Harry, non cambiare discorso." Mi sgridò mia madre.
"Le ho gia parlato." Sbuffai mettendo il cucchiaino nella tazza.
"E cosa le hai detto?" Chiese mia madre, abbastanza esaltata.
"Che la preside è zitella." Dissi, onestamente.
Mia madre fece una smorfia che non seppi decifrare per poi dirmi "e non c'era niente di meglio che avresti voluto dirle?"
Se c'era di meglio? Se c'era di meglio? Dio, avrei voluto dirle che era la cosa più bella che mi fosse capitata da due mesi; che da due mesi non facevo altro che andare a scuola solo ed esclusivamente per vedere lei e immaginare come potrebbe essere conoscerla, parlarle; che lei era il centro di ogni mio singolo pensiero; che ogni volta che vedevo i suoi occhi ci rimanevo incollato come se avessi preso una scossa; avrei voluto dirle che l'avrei tenuta stretta a me per il resto della mia vita; le avrei voluto dire che il suo sorriso mi mandava a puttane il sistema nervoso, il midollo spinale, la massa muscolare, il cervello, il cuore, i vasi sanguigni, tutto; avrei voluto dirle che il suo forte accento italiano era la mia benzina mattutina, ciò per cui stravedevo, ed ero impaziente di sentire come sarebbe stato il mio nome detto da lei, dalle sue labbra rosa che avrei voluto baciare ogni minuto e-
"Oh, figliolo, sei proprio cotto." Ridacchiò indicando l'orologio sopra di noi.
Erano le otto meno cinque, e alle otto e dieci avevo lezione.
"Merda!" Esclamai correndo al piano di sopra, e per poco non mi fratturai un osso inciampando sul primo gradino.
"Il linguaggio, Harry!" Sentii mia madre rimproverarmi, ma la ignorai.
Corsi in bagno e lavai i denti.
Uscii e passai per la stanza di mia sorella che era aperta e vuota.
Un momento...la stanza di Gemma era v-vuota?!?!?!?!
Corsi giu per le scale e mi fiondai in cucina.
"Mamma dov'è Gemma?!" Chiesi subito.
"Gemma? Oh, è a casa di Louis. Non è tornata ieri sera." Rispose, tranquilla come sempre.
Mia sorella aveva dormito a casa di Louis? Con Louis? Nel suo stesso letto?
Sapevo che lei e Louis stessero insieme da un anno ormai, ma, cavolo, mi fa sempre un certo effetto sapere che Louis e mia sorella dormono nello stesso letto, da soli in casa.
"Mamma, vado a scuola!" Urlai, prima di dirigermi verso la moto.
Sto arrivando, Eva.
Sorrisi.
Sei completamente andato, amico.
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Salve a tutte belle!
Innanzitutto, grazie mille per il sostegno che mi state dando :)
Inoltre volevo chiedervi di passare all'altra mia storia, "FIRE" per dirmi un pò se preferite che continui questa o l'altra.
Grazie ancora e BUONA PASQUAAA!!🎊🎉🎐🎌🎈🎏🎀🎁
-Christine.