"Bhe, buona fortuna amico." Mi sorrise beffardo Louis andandosene.
Era arrivato il momento. Avrei dovuto passare le prossime due ore in sua compagnia. E non potevo chiedere di meglio.
Con un sorriso da ebete stampato in faccia e le guance leggermente accaldate, raggiunsi la palestra.
"Hey." La salutai non appena la vidi intenta a sfilarsi il giubbotto.
"C-ciao." Disse piegando il giubbotto sulla panchina dietro di lei.
"Come va?" Dissi la prima cosa che mi veniva in mete.
Potevi fare di meglio.
Sono gia nervoso di mio dannazione, non mettertici anche tu.
"Oh, b-bene, a te?" Chiese balbettando. Era tenera quando lo faceva.
"Bene, grazie." Le sorrisi quando alzò la lo sguardo nei miei occhi. I suoi occhi erano talmente blu e talmente belli da brillare alla luce fioca delle lampadine della vecchia palestra. Le sue guance si arrossarono leggermente quando ampliai il mio sorriso guardandola. Lei distolse immediatamente lo sguardo spostandosi una ciocca di capelli rossi -ora sciolti- dietro l'orecchio.
"Iniziamo?" Le domandai camminando verso lo stanzino.
"Oh, si si." Rispose con quella sua voce piccola e carica dell'accento italiano che mi faceva letteralmente impazzire.
Aprii lo stanzino e vi entrai insieme ad Eva.
Quelle quattro mura erano soffocanti e puzzavano di muffa, in più c'era talmente tanta polvere che gli acari avranno colonizzato persino lo spazio che c'era tra una mattonella e l'altra. Alcune mensole con dei detersivi e degli stracci erano alla mia destra, mentre i secchi e le scope alla mia sinistra. I sacchi neri dell'immondizia e le plette invece erano sparsi sul pavimento disordinatamente. Era anche buio e non distinguevo a mala pena il colore dei liquidi nelle bottiglie di detersivo.
Presi un secchio e una bottiglia di detersivo per i pavimenti.
"Prendi tu la scopa?" Chiesi voltandomi verso di lei che annuii starnutendo subito dopo.
Può essere una persona adorabilmente tenera anche quando starnutisce? Bhe, lei si.
Dannazione, sono davvero andato.
Andai a riempire velocemente il secchio nel lavandino dei bagni negli spogliatoi e poi ritornai in palestra notando che Eva stava spazzando il primo pezzo di palestra.
"Eva." La richiamai. Ma solo dopo mi accorsi di aver pronunciato in modo errato il suo nome. Avevo pronunciato 'Iva' con la 'i', e non 'Eva con la 'e'.
Mi schiaffeggiai mentalmente.
"Cioè, no, scusa scusa, ho sbagliato, ma non ci ho pensat-" Mi interruppi sentendo la sua risata riecheggiare nell'intera palestra.
Di nuovo quelle sensazioni particolari invasero il mio corpo. Sentivo uno strano formicolio e dei brividi sulla mia pelle, il mio cuore batteva molto più velocemente di prima e se avessi dovuto scegliere qualcosa da ascoltare per il resto della mia vita, avrei scelto mille volte la sua risata. Mi faceva stare incredibilmente bene.
"Harry, non preoccuparti." Mi rassicurò con un sorriso, uno di quelli che mi mandavano a puttane il sistema nervoso.
Harry.
Il mio nome pronunciato dalle sue labbra rosa, con un accento italiano così marcato era qualcosa di sublime, avrei voluto che lo ripetesse ancora e ancora. Il mio nome era bellissimo se pronunciato da lei in quel modo.