Capitolo 12

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Leggete lo spazio autrice cortesemente :)

Buona lettura!!

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"Guidi come un carvenicolo Harry, fattelo dire." Disse Gemma togliendosi il casco e aggiustandosi qualche ciocca di capelli. Alzai gli occhi al cielo.

Le donne.

Scesi dalla moto tolgiendomi il casco e rabbrividendo per la raffica di vento che aveva appena accarezzato la mia pelle. Faceva freddo.

Vedemmo Louis da lontano con un sorriso stampato sulle labbra e aumentò il passo dirigendosi verso di noi. Gemma sorrise a sua volta saltandogli praticamente addosso quando il moro fu a pochi passi da noi. Lui l'abbracciò e si scambiarono un piccolo e veloce bacio a stampo. Ma quando si staccarono, Louis assunse un'espressione tra il confuso e l'arrabbiato, aggrottando le sopracciglia ed allontanando delicatamente il corpo di Gemma da suo. La scrutò per bene e quasi stavo per prendere a calci nel culo Louis se avesse continuato a guardarla in quel modo. Tuttavia, le sue parole, mi trattennero.

"Perchè cazzo sei venuta qui, in moto, con soltanto questa camicetta addosso Gem?" La rimproverò il suo ragazzo.

"Perchè mi andava di vestirmi un pò più formale." Rispose guardandosi.

Aveva indosso una camicetta nera a maniche lunghe ed ordinamente stirata ed abbottonata, infilata in un paio di pantaloni dello stesso colore leggermente aderenti.

"Gem, stai dannatamente bene- disse Louis guardandola in un modo che mi diede parecchio sui nervi- ma, davvero, quest'oggi fa un cazzo di freddo e tu non puoi dannatamente stare così." La sgridò, questa volta con meno autoritá nel tono di voce.

Gemma gli puntò un dito contro, pronta a ribattere. E fu in quel momento che decisi di interromperli con un colpo di tosse prima che potesse scoppiare una lite ancor prima che la giornata iniziasse.

"Oh, ciao Harry." Mi salutò facendo un sorrisino innocente.

Alzai gli occhi al cielo e me ne andai, verso l'entrata della scuola.

Entrai in classe e mi sedetti accanto a Niall.

"Hey Niall." Lo salutai.

"Ciao Harry." Sospriò.

"Che c'è?" Domandai, intuendo che ci fosse qualcosa che non andasse.

"Non ho fatto un cazzo di matematica amico, non ci capisco niente, e va a finire che prenderò un debito." Borbottò disperato.

Ridacchiai, non è che io fossi messo meglio comunque, ma Niall era sempre stato un ragazzo così buffo.

"Oh, ecco la tua bella amico." Disse ammiccando alla ragazza dai capelli rossi che aveva appena varcato la soglia della classe.

Era bellissima come ogni mattina: trucco acqua e sapone, felpa blu e jeans grigi che fasciavano alla perfezione le sue gambe magre ed esili. Il suo solito zaino color pesca e il suo fascino mattutino. Adoravo osservarla mentre aveva ancora un'espressione leggermente assonnata e camminava abbastanza frettolosamente verso il suo posto tirando un sospito di sollievo nel vederlo sempre vuoto.

"Dovresti andare da lei." Suggerì Niall con una piccola risatina di sottofondo.

Il cuore mi battè forte quando annuii e mi alzai avvicinandomi a lei, che era gia persa nell'osservare fuori da quella finestra che sembrava tanto essere come la sua unica scappatoia dalla realtá. I suoi occhi blu riflettevano perfettamente il verde del giardino abbastanza curato del nostro liceo, le sue lentiggini brillavano come le stelle brillano nel cielo scruo, quando venivano sfiorate da uno dei primi pallidi raggi del sole.

Soltanto quando mi sedetti sembrò accorgersi della mia presenza.

"Scusami, non volevo spaventarti." Dissi regalandole un sorriso rassicurante notando la sua espressione sorpresa.

"N-non preoccuparti." Arrosì facendomi andare in tilt il sistema nervoso.

"Ho notato più volte che non ti siedi mai vicino a nessuno." Dissi.

"Oh, bhe, si. Diciamo che...sono semplocemente la nuova della classe." Rispose con un sorriso un pò malinconico.

"Bhe, quindi, non ti crea nessun problema se diventassi il compagno di banco della nuova arrivata della classe?" Chiesi.

Rise appoggiando entrambe le braccia sul banco. Non potevo chiedere un suono migliore.

"Certo che no." Mi sorrise e poi arrossì leggermente.

Ricambiai il sorriso facendo spuntare le fossette. Le notò e le fissò per qualche secondo, distogliendo poi immediatamente lo sguardo e arrossendo nuivamente. Mi piaceva l'espressione che assumevano i suoi occhi blu e curiosi.

"Buongiorno, ragazzi." Salutò la professoressa di tedesco.

Vidi Eva deglutire, visibilmente in ansia. E lo avevo sempre notato: ogni volta che avevamo lezione di tedesco era come se fosse molto in ansia, cercava sempre di farsi piccola piccola sul suo banco per non essere interrogata. Infatti penso che in due mesi sia stata interrogata solo una volta o due. Non sapevo se aveva paura della professoressa che aveva un carattere abbastanza severo e determinato o se semplicemente non le andava a genio questa lingua. Dalla sua bravura in francese e spagnolo però avevo intuito che in Italia avesse frequentato gia un linguistico.

"Qualcosa non va?" Le domandai mentre la professoressa blaterava qualcosa su un possibile compito a sorpresa.

"Styles, Mund halten." Mi rimproverò la professoressa.

"Mi scusi." Risposi, iniziando a prestare attenzione alla lezione.

Salve a tutti cari lettori/lettrici. Mi scuso per la mia assenza, ma saprete di sicuro meglio di me quanto la scuola sia impegnativa e stressante, soprattutto per chi, come me, frequenta il liceo, é risaputo che non é facile ritagliare un pó di tempo da dedicare a se stessi e alle proprie passioni.

Detto questo, vorrei ringraziare ognuno/a di voi col cuore :)

Dunque...volevo chiedervi se preferite che io continui questa storia oppure l'altra "FIRE". Vi prego, per me è molto importante sapere il vostro parare.

Grazie mille, e buona domenica a tutti!


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