capitolo 3

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Fui svegliata di soprassalto dal rumore di un treno che mi passava davanti , non ci misi molto a svegliarmi del tutto ed appena lo feci mi alzai , presi la mia roba e salì sul treno .

Avevo programmato tutto e contavo di andare in America , ormai era da anni che tenevo soldi per la mia fuga , me li ero guadagnati lavorando in un pub , una parte li portavo a casa ed il resto lo mettevo da parte , avevo una cifra in grado di pagarmi il viaggio in aereo ed una macchina a noleggio ( una volta arrivata in America ).

Ovviamente non avevo il biglietto del treno , ma l'avevo già fatto un infinità di volte di viaggiare senza , camminai fino al bagno , aspettai un po e quando vidi il controllore varcare la soglia del vagone , entrai nel minuscolo bagno , vi restai finchè non sentì il controllore entrare nel vagone successivo , ed anche dopo .

Quando finalmente il treno arrivò a destinazione , uscì piano dal bagno e scesi dal treno. Era una stazione piuttosto grande ma l'atmosfera era la solita, pioveva , ormai vi ero abituata , ma quel giorno , nemmeno la pioggia poteva rattristarmi , era radiosa . Mi sistemai il borsone in spalla e mi avviai verso l'uscita della stazione.

Già dalla strada si vedeva l'aereoporto , ci ero stata solo una volta da piccola , mio padre mi aveva portato in Francia .

Mentre camminavo lungo la strada verso l'aereoporto ( non avevo i soldiper pagarmi il bus) , i pensieri mi frullavano in testa , non ero preoccupata , anzi , mi sentivo finalmente libera , completamente .
Ormai ero fradicia , la pioggia mi aveva inzuppato i capelli e la felpona fortunatamente.non il borsone poiché era antipioggia .
Arrivai di fronte alle porte automatiche dell'aereoporto e mi fermai .
Rapidamente la mia mente ripercorse la mia vita fino a quel momento , pensai che stavo andando verso una nuova vita , e che l'unico modo per farmene una sarebbe stato dimenticare quella precedente , pensai a mia madre , mi chiesi se era preoccupata , o se non le sarebbe importato , valutai la seconda ipotesi .
Dopo un po mi resi conto di essere rastata ferma di fronte alle porte come una scema , così entrai .
Feci il check-in e tutto il resto , mi sentivo calma e sicura di me stessa .
Alle 4:30 mi trovavo già sul mio sedile a guardare intensamente fuori dal finestrino . L'aereo sarebbe partito a momenti .
Feci lunghi sospiri finché l'aereo no cominciò a muoversi ; affianco a me c'era un ragazzo , sui venti , aveva un tatuaggio sul dorso della mano , ritraeva una carta da gioco con tanti volti ani ,.mi persi in quel bizzarro disegno per minuti , quando il ragazzo se ne accorse ritrasse la mano ed incrociò le braccia .
Il viaggio passò tranquillo e dopo 7 ore e 27 minuti , atterravamo in quella città dove speravo di andare da cosi tanto , gli ultimi anni della mianvita gli avevo passati immaginando questo posto osservai le luci serali e macchine .
Quando scesi dall'aereo , inspirai profondamente e mi sentì finalmente parte di un mondo completamente diverso dalla periferia di Dublino , finalmente ero arrivata a " Chicago " ...

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