capitolo 15

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Quando con fare incerto guardai la porta semiaperta il mio respiro si fece più affannato , lentamente spinsi la maniglia e con un cigolio accennato , la porta si aprì.

Nell'ingresso era buio , filtrava solo un tenue raggio di sole dalle persiane accostate. C'era un odore di polvere che impregnava i mobili e le pareti , fortunatamente quello di alcol era sparito.

Mi guardai attorno perplessa , tutti gli oggetti erano spariti , erano rimasti solo i mobili , e qualche quadro , improvvisamente nella mia mente tornò l'immagine di quella casa anni prima , con la pioggia che batteva sui vetri , con il rumore delle goccie che cadevano sul tetto. Ora era tutto incredibilmente silenzioso , come sott'acqua , quando per un momento , il silenzio ti fa dimenticare dove sei e rimani avvolto nel nulla . Provavo la stessa sensazione , come fossi in apnea .

Una parte di me riconosceva quel posto , ed un altra si sentiva spaesata , e completamente estranea a quei muri che avevano significato la parte della mia vita da dimenticare.

Raggiunsi il minuscolo salotto , tutto era immobile , come se lo dovesse rimanere per sempre. Non provai a pronunciare nessun nome di richiamo , sapevo la risposta a quella desolazione .

Mi girai e con passo spedito raggiunsi la porta ; volevo sapere ... o no ? Rimasi sull'uscio in attesa di una qualche illuminazione che non arrivò . Mi sentivo in colpa per essere scappata , scappata dalla mia vita e dai miei problemi , e sentivo che scoprire quello che era successo , poteva essere l'unico modo per saldare il debito , con me stessa.

Qualche giorno dopo camminavo per le umide vie di Dublino , con un foglietto spiegazzato in mano , sul foglietto era segnato un indirizzo , un ora e un nome male accennato. Mi fermai solo difronte ad un pub con l'insegna lampeggiante , e la luce fiaca. L'interno odorava di legno , rum , caffè ed una buona parte di sudore.

Ad un tavolo nell'angolo era seduto un uomo , sulla cinquantina , leggermente stempiato , nonostante le scarpe logorate e la giacca sgualcita , manteneva un portamento distinto .

Dopo aver messo piede nel locale feci un leggero cenno di saluto al barista ma questo , lo sdegnò completamente , così mi avviai verso l'uomo e senza dire una parola mi sedetti davanti a lui. Finora aveva guardato il bicchiere di birra che teneva tra le mani , come incantato , quando appoggiai la borsa e mi sedetti , alzò lo sguardo su di me.
" Dunque , sei tu Ailis . "
"Si"
"E vuoi sapere cosa é successo a tua madre no ?"
"Si . Lei sa ?"
"Qualcosa"
"Allora mi dica , tutto quello che sa , devo ritrovarla " .
"Non sarà tanto facile , credimi "
" La prego mi parli di lei , come l'ha conosciuta ?" .

L'uomo sospirò lentamente con una lieve espressione di rammarico sul volto . Poi senza dire una parola si girò e fece cenno al barista di portare un'altra birra , non per me .
Nonostantea sua fosse ancora piena . Due principali pensieri mi balenarono in mente o il racconto sarebbe stato lungo e probabilmente doloroso o ero in compagnia di un particolare uomo , che come mania , usava guardare sommessamente due bicchieri di birra . senza sfiorarli . Ben presto , la risposta si dimostrò la seconda .


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