capitolo 10

41 6 0
                                    

Camminai per quelle strade per un tempo indeterminato , non lo contavo più , camminavo e guardavo e basta .
Ad un certo punto decisi di fermarmi in una piazzetta costellata di piccoli alberi con le foglie chiare e ondeggianti .
L'aria era fredda ed il sole andava via via coprendosi . Mi sedetti su una panchina ed iniziai a leggere il libro che mi ero portata .
Più tardi , quando l'aria , da brezza era diventata vento , mi alzai , un po persa nel tempo e nei minuti mi guardai attorno nel tentativo di allontanarmi dalla realtà surreale del romanzo per tornare in quella fredda piazzetta .
Ci riusci pochi secondi dopo incamminandomi verso il viale dal quale ero arrivata .
Camminavo distrattamente , completamente sovrappensiero , quando improvvisamente il mio corpo urtò una persona , il libroi cadde dalleani e scivolò a terra ai piedi della persona , questa si abbasso contemporaneamente a me , e quando alzai lo sguardo lo vidi , Ívan .
Ci scappò un sorriso complice e una risatina . Dopo avermi aiutata a fialzarmi , mi convinse senza troppe parole a prendere un caffè in un bar poco lontano .
Ci ritrovammo seduti a parlare delle nostre vite in un tempo brevissimo , eppure erano passai minuti e minuti .
Tuttavia , molteplici dettagli della sua vita mi rimasero ignoti come miei dettagli a lui . Ma ci accontentammo cosi .
Fu ancora più breve il tempo in cui ci ritrovammo nella stesso letto con la sola luce del lampione che filtrava dalle persiane . Le sue mani scorrevano sul mio corpo ad una velocità saettante , sentivo la sua pelle sulla mia , i suoi baci sul collo , sotto i capelli in quei momenti brividi freddi mi scorrevano sulla colonna vertebrale . Non capivo piu niente , non pensavo a niente e la voracità travolgente con cui Ivan mi avvolgeva non permetteva a nessun pensiero di insinuarsi nella mia mente .
Pensavo a lui , solo a lui e provavo la strana sensazione di avere sulla corpo e nella testa le stesse emozioni .
La mattina dopo , l'ombra della persiana si rispecchiava sul letto illuminando cinque strisce nere sul lenzuolo e sui nostri corpi .
Lui dormiva , così mi alzai ed andai in cucina; mentre aspettavo che il caffè fosse pronto rimasi immobile con lo sguardo fisso ad un punto indefinito .
Pensavo , chissà a cosa , erano troppi i pensieri e troppo tempestosi da domarli cosi facilmente .

Realizzai in quel momento , in quel momento apparentemente tranquillo , come fossi incapace di portare avanti una vita come le altre persone , come fossi incapaci di viverla o di rimanere a lungo in un posto , in breve tempo la mia mente è già andata avanti , è già in un altri posto , aspettando solo che ci arrivi anche il mio corpo .

L'unico simbolo d'addio che lasciai ad Ívan fu una lettera con poche parole e tanti concetti . Con il solo messaggio fondamentale che volevo andarmene per vivere .
Uscì quella mattina come la prima volta , solo io e la mia ingenuità di persona che non sa come scoprire il mondo . Ma decisi che ci avrei provato .
Così presi un volo per Lisbona , o almeno l'aereo era diretto li , io non so dove fossi diretta esattamente .

Dopo la Pioggia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora