Where Is My Happy Ending?

(Ricordo 3) 14- Say Something

La luna brillava sopra di noi. Provavo ad accarezzare i muri mentre le dita si scorticavano leggermente. Sarei rimasta lì, a un metro da lui per sempre. Suo padre stava andando a prendere la macchina giù al garage per riportarmi a casa. Il giorno dopo sarei partita definitivamente. L'ultimo ricordo di quel luogo cercavo di catturarlo annusando l'aria che sapeva di serate sul molo, o alle fiere estive.
- E quindi te ne vai ? -
Lo guardai e sorrisi trattenendo le lacrime
- È l'ultima cosa che vorrei fare -
-Lo so. Tu...credo che... mi mancherai. -
Mi prese la mano e mi guardò dritto negli occhi. Ci rividi tante di quelle cose in quegli occhi vivi e colorati anche al buio. Io nel frattempo chiudevo i miei cercando di nascondere le perle salate che piano piano cominciavano ad ammassarsi sull'estremità dell'occhio e spingersi a vicenda verso un baratro infinito. Quando la macchina arrivò lui mi aprì la portiera e mi fece salire senza mai slegare la sua mano dalla mia. Facemmo qualche metro in cui il padre mi chiese informazioni random a cui rispondevo con cenni. Poi da Via Gorizia le perle non ce la fecero più. Si buttarono libere e la forza di gravità le spingeva inevitabilmente ad infrangersi sul sedile di pelle chiara. Lui mi guardò di traverso poi si spostò vicinissimo a me e disse semplicemente
-Ei - strinse fortissimo la mia mano. La sua fredda come un proiettile, la mia calda e sudaticcia. Guardai fuori dal finestrino pensando che quella era l'ultima volta che avrei visto quelle strade e che ne avrei servato il ricordo attraverso quel profumo di scarpini da calcio, pizza e i mesi trascorsi a chiedermi cosa ci fosse di così sbagliato in me e così giusto in lui. Le stelle facevano silenzio affievolendosi lievemente mentre gli suggerivano di lasciarmi andare senza nemmeno salutarmi. Perché voltarmi verso di lui un'ultima volta, per me, come per Orfeo, sarebbe stato fatale.