Nightmare..

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.. Entrai in quella che mi avevano detto sarebbe stata la mia classe,e come ogni aula aveva i soliti banchi scritti, rotti, e tutti in direzione di una cattedra e una lavagna.. Ma ero spaesata! Mi andai a sedere agli ultimi banchi, sperando che sarebbe bastato per non farmi notare, ma ero la nuova arrivata,era logico che sarei stata notata e anzi sarei stata l'attrattiva di quella mattinata, era un incubo.
Iniziarono ad entrare a due, a tre tutti quanti e si sparpagliarono nei banchi, ovviamente mi fissavano tutti!! Entro' anche la professoressa, una donna sui 40anni bionda, con un accenno di lentiggini sul viso, mi guardo' e mi sorrise prima di parlare.
"ragazzi su, ordine, tutti a sedere!" disse come prima cosa. "Tu sei la ragazza nuova! Vieni qui, così ti presenti" ed ecco che sparo' la bomba. Cosa?!?!? Mi sarei dovuta presentare davanti alla cattedra?!? Era seria?!! La guardai shoccata, non poteva dire sul serio. "ehi su, non essere timida, vieni" insisté.. Okay, era seria! Mi alzai lentamente, come se questo potesse permettermi di non far arrivare tanto velocemente il momento della più totale vergogna, ma lentamente o meno, arrivai, e dovetti guardarli tutti e parlare, solo io! La professoressa mi guardava, come per incitarmi a parlare e tutti quelli di fronte a me mi fissavano curiosi, avranno pensato che voce potevo avere, che persona ero, ma non volevo dar risposte a nessuno dei loro sguardi, volevo solo andare via! Però mi forzai e parlai.
"I-io mi chiamo.. Evelyn e m-mi sono appena tr-trasferita qui" finalmente potevo tornare al posto, ma dico che senso ha? Loro sapevano chi fossi, conoscevano il mio nome, sono loro che dovrebbero alzarsi e presentarsi uno ad uno.. No? Comunque andai a sedermi e iniziammo a fare storia, lei quindi era la professoressa di storia.

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"Ciao Evelyn, io mi chiamo Chiara" disse a bassa voce una ragazza dai capelli castani che le arrivavano sulle spalle, aveva un bel sorriso e fui felice che cerco' di fare conoscenza.. "Ciao Chiara" le risposi con un flebile sorriso, non sapevo più che dirle.
Man mano che scorreva la mattinata e anche i giorni seguenti capii come funzionavano le cose là e iniziai a conoscere quasi tutti. Si presento' una ragazza minuta e bionda di nome Simona, era molto silenziosa e distaccata ma probabilmente era dovuto alla timidezza. Giorno per giorno conobbi anche le altre ragazze. Giulia, molto alta e bizzarra, aveva sempre una risposta pronta e una voce acuta che accompagnava tutte le sue frasi, Caterina chiamata anche solo La Cate, dai capelli color carota e le lentiggini evidenti all'estremità del naso, gloria ed elisa.. Queste furono quelle che cercarono di far amicizia e fui contenta perché dipendesse da me sarei stata zitta con lo sguardo basso sul banco. Conobbi anche i ragazzi, quasi tutti però erano dei cretini e capii subito che mi avrebbero dato filo da torcere, tranne uno, Mirko, che era intento a non farsi prendere in giro dagli altri. Era piccoletto, con i capelli biondi e gli occhi verdi.. "Ehi Evelyn lasciali stare quegli imbecilli" inizio' a dire quando gli altri fecero qualche battuta sul mio accento, dimenticavo che avrei dovuto far i conti anche con quello.

Passò cosi la prima settimana di scuola, e iniziai a mettermi al passo con le materie da studiare, con i compiti da portare e a conoscere un po' meglio i miei nuovi compagni di classe. Iniziai anche la mia prima interrogazione, ed ero terrorizzata, dovevo parlare alla cattedra, davanti a tutti!
"signorina Evelyn siccome lei non ha fatto neanche un'interrogazione è giusto che incominci" mi disse la prof. di storia per richiamare la mia attenzione. "Cosa?! Già? Ma è passata solo una settimana!" ribattei speranzosa.. "Appunto, ha avuto tempo a sufficienza per studiare le mie materie dato che è dal primo giorno che siete qui e che approfondiamo l'impero romano in storia." Non potevo più ribattere, dovevo alzarmi. "Eccola che si inventa le scuse solo perché è la nuova arrivata, prof non accettiamo sconti" inizio' a rompere le scatole Simone, era uno dei più bulletti della classe, probabilmente si sentiva anche il più bello, non aveva capito proprio niente. "Simone tu pensa al tuo, che io so fare il mio lavoro" lo azzitti la prof.. 1a0 per Evelyn, pensai,anche se non ero riuscita a spiccicare una parola per difendermi.
Andai alla cattedra, ma fu tragico, non riuscì a dire nulla, non ricordavo più niente ed inoltre ciò che dicevano sottovoce quei deficienti dei maschi mi demoralizzava, ma la prof faceva finta di non sentire? "Non sai neanche studiare una materia, sei una balena ignorante" disse Tony, era il fighetto della classe. Pensai che stavano cercando proprio di offendermi, non mi vedevo una balena, forse un po' più formosa per la mia età e questo mi faceva vergognare. Avrei voluto essere come le altre ragazze, slanciate e esili, o anche solo esili. Alla fine tornai a posto con un 2. "Dai non ci pensare, è comprensibile sono i tuoi primi giorni, e lasciali perdere a quelli, devono prendersela con qualcuno sennò non sono contenti" cerco' di rassicurarmi Mirko, era un buon amico, anche se lo conoscevo da poco. Però non mi tiro' su, odiavo essere al centro dei loro insulti ogni giorno.. Sentivo la mancanza della mia città, dei miei vecchi amici, della mia migliore amica Elly, anche se poi capì che non era così amica come credevo.. Persi la sua amicizia come persi lei.
Mentre scrivevo sul diario, anzi scarabocchiavo per perdere tempo chiara mi chiamo', strattonandomi dalla maglietta "Evy, ascoltami stasera vuoi uscire con noi?" "con voi chi?" Dissi dubbiosa.
"con noi ragazze, e verrà anche qualche ragazzo, ma tranquilla i più deficienti hanno altro da fare la sera".. I più deficienti?? Pensai, Per me lo erano tutti, tranne Mirko ovviamente. Ci pensai, non sapevo davvero se accettare o meno, poi dovevo chiedere a mia madre. "Da Evy esci, che devi fare a casa tutte le sere!? Facciamo una cosa prendi il mio numero appena decidi mi fai sapere!" presi il numero e le sorrisi, ero contenta che ci fossero le ragazze, erano davvero gentili con me. Tornai a quella che era la mia nuova casa... E iniziai a pensare se accettare o meno.. Certo era che avrei davvero voluto uscire, avere un gruppo con cui stare...

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