L'inizio...

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Salita in macchina, Elisa provò un certo senso di ansia, un sentimento che quasi le divorava tutto il fegato e lo stomaco e le faceva venire male alla pancia. Il viaggio tra casa sua e la chiesa di Roncole le sembrò infinito e lunghissimo, anche se normalmente ci avrebbe impiegato solo cinque minuti ad arrivare. Sua madre andava alla sua solita velocità, e il tempo scorreva e proseguiva il suo corso come al solito, ma, forse per l'ansia o forse per la paura di fare una figuraccia ad Elisa sembrò tutto diverso da come l'aveva lasciato poco prima. Nella sua testa e soprattutto nel suo cuore sapeva che quell'ensemble di sensazioni spiacevoli era dovuto al fatto che il suo pensiero continuava a volare a Luca, non lo vedeva da parecchio, e in quel lasso di tempo aveva compiuto gli anni, e anche se, la differenza fuori non si notava e non era certo evidente un anno in più; dentro di sè e soprattutto mentalmente in quei pochi mesi era cresciuta e maturata moltissimo (e non erano parole che uscivano dalla sua bocca modesta, bensì, è quello che i suoi familiari avevano riscontrato, con molta sorpresa di sua madre e sua nonna soprattutto). Finalmente sbarcò nell'ampio cortile della chiesa e, dopo essersi fatta il segno della croce, molto timidamente ed impacciatamente entrò nella saletta adiacente e sulla porta d'ingresso trovò ad accoglierla Manuela e Romano, il diacono, che la presentarono ai numerosi bambini di tutte le età presenti. Al termine delle prove dei canti, ad Elisa fu dato il suo primo brano da imparare, la sua prima "impresa epica" e l'avrebbe dovuta compiere in due settimane, così, non le rimase che darsi da fare e impararla alla perfezione per la notte del 24 dicembre, quando avrebbe esordito davanti a tutti. Girandosi e guardandosi attorno, fece anche la conoscenza dalla sua compagna di avventura, Ilaria che suonava la chitarra, che sorridendo e dandole la mano disse: < Ciao, collega io sono Ilaria! > e lei rispose: < Ciao, Elisa... piacere >. Insieme, le due ragazze che avevano un anno di differenza, (Ilaria era nata a settembre del 1999 mentre Elisa a novembre del 2000) furono condotte in sagrestia, dove faceva veramente un freddo da battere i denti, tanto che fu costretta ad infilarsi persino i guanti, a tal punto il diacono attaccò un discorso (anche abbastanza prolisso) dove sottolineava l'importanza della musica nella vita delle persone e il fatto che senza fede non si conclude niente, tutto questo fu accompagnato da innumerevoli battute e spezzoni divertenti della sua vita passata e presente. Tornando a casa, Elisa raccontò con entusiasmo e accuratezza tutti i dettagli della sua breve esperienza a sua madre, e la informò che dieci giorni dopo si sarebbe tenuto un concerto di beneficienza, le quali offerte sarebbero andate ad una ragazzo che si stava preparando per diventare sacerdote. Sua madre che non l'aveva mai vista così euforica non potè fare a a meno di non compiacersi per il suo colpo di genio.

Appena tornata nella sua "umile dimora" come la chiamava lei, mandò completamente al diavolo i compiti che avrebbe dovuto fare per lunedì e si dedicò alla sua arte e tentò di imparare quelle dieci righe fatte di chiavi di violino, righe, spazi, crome, semicrome, pause (che lei detestava) e accordi. Fortunatamente non era così difficile come sarebbe stato in futuro, e non ci mise molto ad impararla; infatti tre giorni dopo era già in grado di farla abbastanza bene.
Era molto emozionata per il concerto, perchè avrebbe avuto l'occasione di conoscere nuove persone oltre ad Ilaria che già era diventata una sua stretta amica, in quanto passavano intere ore attaccate al telefono a parlare di tutto e di tutti, infatti se una raccontava della monotona vita delle medie, l'altra raccontava di quella ancora peggiore selle superiori e così continuavano fino a tarda sera a ridere e a scherzare. Tornando però al concerto, la sua speranza più grande, era quella di poter vedere il suo "amore platonico", dato che mancavano solo quattro giorni a Natale e sicuramente per le feste,( come aveva saputo da Ilaria) sarebbe sicuramente tornato, sia lui, che suo fratello Pietro di quattro anni più grande.

La sera del concerto, Elisa conobbe anche Luciano, il marito di Ilenia, che subito paragonò a Bruno Vespa, per la sua non splendida forma fisica e per la sua posa da avvoltoio. Fece anche la piacevole conoscenza di Nicol, la cugina di Ilaria e insieme parlarono tutta la sera, senza sosta, a parte nei momenti in cui dovevano andare con i bimbi a cantare, e, solo li, anche se a fatica dovettero zittirsi all'istante, per non far sentire a tutti i loro interessantissimi discorsi. Si potrebbe tranquillamente dire che Elisa si ambientò perfettamente fra i ragazzi della parrocchia, ma la prova decisiva sarebbe arrivata il giorno seguente, quando si sarebbe presentata in chiesa per la prima volta davanti a tutti. Anche se non avrebbe suonato, sarebbe comunque stata lì, e la gente l'avrebbe osservata e scrutata, con quello sguardo indagatore che si rivolge a qualcuno di nuovo, che non si ha mai visto prima nella propria vita. Alla fine della serata però, per sua grande delusione, di Luca non vide neanche l'ombra e questo le dispiacque molto, confidò però nella mattina dopo e andò a letto sorridedo e ridacchiando da sola.

La maggior parte di domenica mattina, fu occupata a pensare al grande dubbio esistenziale delle donne: "Cosa mi metto?!"
Certo, voleva fare una bella figura, ma non voleva nemmeno sembrare una persona diversa da lei stessa e così optò per uno dei suoi amati golfini ( antichi come quelli della sua prozia, a detta di sua madre) e un paio di pantaloni neri; la semplicità assoluta... forse sarebbe anche risultata alquanto sciatta, se non fosse stato per la sciarpa piena di paillettes argentate e per il giubbotto spinato che vivacizzavano un pochino il suo solito look abbastanza funereo. Entrò in panico quando non vide Ilenia, a letto per colpa di un brutto malanno stagionale, ma soprattutto quando dietro di lei, dalla parte opposta notò tutti i suoi parenti: sua madre, sua sorella, le sue nipoti e... Luca. Lui era lì, l'aveva riconosciuta e le aveva sorriso e non le sembrò vero che quel sorriso a trentadue denti fosse rivolto proprio a lei. Nella sua testa aveva iniziato a farsi ( come al solito ) film mentali assurdi e il suo cuore probabilmente aveva iniziato a volteggiare, con la stessa grazia che l' étoile della Scala avrebbe usato durante uno spettacolo teatrale e con la stessa emozione che le fece rammentare il posto in cui tutto era cominciato, e che avrebbe fatto da sfondo a tutta la sua vita, sentimentale e musicale: la magica Verona.

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Ciao a tutti miei carissimi followers, ecco qua il capitolo!!! Finalmente!! Scusatemi tanto se ieri non ho pubblicato ma con una verifica di latino in vista ero proprio sommersa e immersa nello studio. Spero che il capitolo vi piaccia e ci sentiamo domani che finalmente e per la felicità del mondo è SABATO!!!
Grazie mille a tutti per i voti e per le visualizzazioni che sono un sacco.
Un bacione e tanti abbracci
La vostra

| | Ellie <3 <3

Fall in love in VeronaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora